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Updated: 5 hours 54 min ago

I JVC Gummy mini costano così poco che meritano un'occhiata

Tue, 01/19/2038 - 04:14

All'interno della confezione di vendita troviamo la solita dotazione: due gommini aggiuntivi (taglie S ed L) e un cavetto USB/USB-C per la ricarica.

Gli auricolari sono in-ear e si incastrano ben a fondo nel canale uditivo: sono piccoli, leggeri e con una forma affusolata, se siete abituati agli in-ear non avrete troppi problemi. Al contrario, se siete tra gli utenti che non amano avere auricolari incastrati nell'orecchio, vi suggerisco di guardare oltre.

Nel complesso, però, i JVC Gummy mini rimangono ben incastrati e isolano molto dal rumore esterno, con i gommini in silicone che fungono un po' da tappi.

Il case è relativamente grosso, soprattutto considerando che offre solo 9 ore di autonomia in più. Pur non essendo particolarmente lungo, è molto spesso, il che lo rende più scomodo di altri in tasca.

La qualità audio non è elevatissima (parliamo sempre di un auricolari molto economici), ma l'ascolto è divertente: JVC scommette sui bassi e lo fa bene, con un un suono caldo e avvolgente. L'isolamento acustico garantito dalla forma degli auricolari migliora ulteriormente la resa dei bassi.

Il Bluetooth è in versione 5.1 e la connessione è sempre stabile, i codec supportati sono AAC e SBC e non c'è nessun problema di ritardo nell'audio guardando un film.

I controlli sono basati su tasti fisici, nascosti dietro la plastica degli auricolari. I pulsanti danno un bel feedback chiaro, ma sono duri da premere e fastidiosi, perché ti costringono a spingere l'auricolare dentro l'orecchio, soprattutto per doppio clic e triplo clic. Un workaround è tenere fermo l'auricolare tra pollice e medio, cliccando con l'indice, ma ovviamente non è il massimo della comodità. 

I comandi funzionano così:

  • Auricolare SX:
    • Clic: Play/Pausa
    • Doppio clic: Volume -
    • Triplo clic: Volume+
  • Auricolare DX:
    • Clic: Play/Pausa
    • Doppio clic: Traccia successiva
    • Triplo clic: Traccia precedente

L'autonomia è di 6 ore con una singola ricarica: sufficiente, ma non eccelsa, considerando che non troviamo ANC o altre funzioni smart. Il case offre solo 9 ore aggiuntive (per un totale di 15 ore complessive), un po' poco, considerando le alternative sul mercato.

I microfoni sono sufficienti per chiamate in casa, in silenzio, ma subiscono molto il rumore di fondo e diventano praticamente inutilizzabili se ci si trova in contesti rumorosi.

Il prezzo è il punto forte di questi auricolari: 35€, un costo assolutamente accessibile, che ne giustifica (almeno in parte) le carenze.

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DAZN regala l'upgrade all'abbonamento Plus: come aderire

Fri, 12/20/2024 - 23:18

Arrivano delle ottime notizie per chi è abbonato DAZN (ecco dove trovare le migliori offerte DAZN), visto che la piattaforma sta regalando l'upgrade all'abbonamento Plus per coloro che hanno attivo il piano Standard. La promo di DAZN è una sorta di regalo di Natale per alcuni dei suoi abbonati.

DAZN ha avviato questa iniziativa promozionale comunicando via email ai suoi abbonati interessati la possibilità di effettuare l'upgrade all'abbonamento più costoso in maniera totalmente gratuita.

La popolare piattaforma di streaming multimediale, particolarmente attiva in Italia nell'ambito della trasmissione di eventi sportivi a partire dal calcio, sta comunicando ai suoi clienti abbonati al piano Standard della promo per passare al piano Plus senza alcun costo per un periodo limitato.

A partire da oggi, 20 dicembre, gli abbonati al piano Standard potranno passare al piano Plus gratuitamente. Il periodo in promozione si conclude il prossimo 13 gennaio. Questo significa che, coloro che aderiranno alla promo, dal 20 dicembre al prossimo 13 gennaio sarà possibile vedere DAZN con il piano Plus da 59,99 euro al mese al costo del piano Standard da 34,99 euro al mese.

Come forse già saprete, DAZN offre diversi profili di abbonamento, i quali hanno una tariffa diversa in base alla tipologia di contenuti e modalità di visione accessibili. La principale differenza tra piano Plus e piano Standard consiste, per chi si abbona a quello più costoso, di vedere i contenuti della piattaforma contemporaneamente da due dispositivi diversi collegati a due reti diverse. In altre parole, con il piano Plus è possibile vedere DAZN contemporaneamente da due dispositivi che non si trovano nella stessa abitazione.

Chi aderirà alla promozione non deve preoccuparsi di eventuali rinnovi automatici. Scaduto il periodo promozionale, ovvero dal prossimo 14 gennaio, i clienti che hanno aderito infatti torneranno automaticamente al piano Standard, continuando a pagare la tariffa mensile relativa al piano Standard.

Come aderire a questa promo di DAZN? Come indicato nel testo dell'email con la quale DAZN sta avvertendo i suoi clienti, chi è abbonato al piano Standard passerà automaticamente al piano Plus. Non sono quindi necessarie particolari azioni manuali per modificare il profilo di abbonamento.

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Arriva la nuova app INPS: AI, simulatore di pensione e per l'assegno unico

Fri, 12/20/2024 - 17:05

INPS presenta ufficialmente la sua nuova app mobile. L'istituzione per la previdenza sociale in Italia ha appena presentato la nuova versione della sua app per smartphone e tablet. Si tratta di un rinnovamento importante, il quale include anche il supporto dell'intelligenza artificiale.

Da tempo l'app INPS Mobile è stata a disposizione dei cittadini per accedere ad alcuni servizi online di INPS, e con la nuova versione dell'app arrivano delle novità interessanti.

Quella appena introdotta è la versione 4.0 dell'app INPS Mobile, la quale porta novità dal punto di vista grafico e altre che riguardano le funzionalità. Arriva anche il supporto dell'intelligenza artificiale, con il quale l'app sarà in grado fornire servizi e suggerimenti personalizzati in base al profilo utente che vi accede.

Andiamo a vedere quali sono le novità dal punto di vista delle funzionalità, si tratta di novità importanti perché parliamo della possibilità di accedere a servizi non disponibili con la versione precedente dell'app INPS Mobile:

  • Arriva il simulatore di pensione denominato Pensami. A portata di app sarà quindi possibile accedere alla verifica dello stato di una domanda, controllare il pagamento dell'ultima prestazione, scaricare l'ultimo cedolino pensione.
  • Arriva anche il simulatore per l'assegno unico e universale per i figli a carico.
  • Arriva la possibilità di scaricare la più recente certificazione unica.
  • Troviamo nuove opzioni per accedere all'estratto conto contributivo aggiornato o la dichiarazione Isee, consultare le proprie informazioni previdenziali, verificare lo stato di una domanda Naspi e controllare i relativi pagamenti.

Con l'occasione INPS ha anche sottolineato il successo della sua app mobile durante l'anno che si sta per chiudere. Nel 2024 l'istituto ha fatto registrare 3,66 milioni di download, con una media giornaliera di oltre 500.000 accessi.

L'aggiornamento dovrebbe già essere in distribuzione tramite gli store di Android e iOS.

Sempre in tema di servizi istituzionali, qui sotto trovate una serie di guide correlate che potrebbero interessarvi:

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Recensione Saily: test della eSIM per viaggiare nel mondo

Fri, 12/20/2024 - 17:00

In collaborazione con Saily

Il motivo principale per amare la tecnologia eSIM è sicuramente quanto ci ha semplificato la vita nei nostri viaggi all'estero. Ci sono molti vantaggi nell'utilizzo della eSIM anche nel proprio paese ma è fuori i nostri confini che le eSIM sono davvero la svolta.

Questo è particolarmente valido fuori dall'unione europea, ma può ancora aver molto senso quando si tratta di roaming in EU, visto che il limite dati offerto dagli operatori nostrani per molti potrebbe essere insufficiente.

Il più grande vantaggio delle eSIM è che quando si sbarca nel nuovo paese non si dovrà perdere tempo nel cercare una SIM adatta per le nostre esigenze, con la paura di farsi fregare da conversioni poco limpide e con tutte le complicazioni di configurazione e assistenza che ne derivano.

In questo articolo vi raccontiamo la nostra esperienza con Saily, leader nel mondo delle eSIM globali a parte del gruppo Nord Security (quello di NordVPN). Questo articolo è realizzato in collaborazione con Saily, ma le opinioni rimangono le nostre.

Il vantaggio di app come Saily è che ci può preparare (ed è anche consigliato) anche con largo anticipo rispetto al viaggio. È possibile consultare le varie tariffe e le condizioni prima del viaggio e anche acquistare il pacchetto ben prima della partenza. Questo non sarà attivo finché non sarete in quel paese.

Ho parlato di acquisto di pacchetti e non di eSIM perché il grande vantaggio di Saily è quello di poter sfruttare pacchetti pensati per i vari paesi del mondo sempre sulla stessa eSIM. Si acquista quindi una eSIM con un pacchetto e poi si possono aggiungere altri blocchi dati o altri paesi sempre su quella eSIM. È possibile comunque comprare più sim virtuali se per caso volete configurarne anche su altri smartphone dove non avete installato l'app Saily.

Potrete quindi decidere di acquistare il pacchetto migliore per voi in base alla quantità di dati offerti e alla durata. Saily non offre pacchetti di operatori diversi, ma solo tagli differenti, tutti facenti capo a 1global il partner con cui lavora Saily in tutto il mondo. Se durante il vostro viaggio state per esaurire i dati a disposizione potrete comprare un nuovo pacchetto che si attiverà in automatico al termine di quello in corso. La semplicità di questo processo, come anche quello del controllo dei dati rimanenti tramite app, è la vera differenza rispetto al classico acquisto di una SIM o eSIM degli operatori del paese dove ci rechiamo.

I prezzi sono molto interessanti e ci sono tagli di ogni genere. Potrete anche acquistare delle eSIM regionali se per caso non pianificate di girare solo in una nazione, ma in più nazioni adiacenti. Veramente pratico. I pacchetti Saily offrono solo dati e non un numero di telefono per chiamare o inviare SMS. Questo è importante da considerare, ma per buona parte delle persone questo è quello che si sta davvero cercando, anche considerando che potrete utilizzare le app di messaggistica (come WhatsApp, Skype o Telegram) per chiamare e messaggiare con il vostro solito numero italiano. Le eSIM supportano anche il tethering.

Dall'applicazione potrete poi gestire le varie eSIM e anche contattare l'assistenza, che per le domande e le problematica più comuni sembra rispondere in una manciata di minuti.

Al momento ci sono molte promozioni attive per il periodo prenatalizio. Le trovate a questo link.

Attiva la eSIM Saily

In collaborazione con Saily

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Recensione Honor MagicBook Art 14: l'originalità fatta bene

Fri, 12/20/2024 - 16:19

MagicBook Art 14 è, senza tanti giri di parole, un portatile bellissimo, costruito con grande attenzione ai dettagli e con soluzioni innovative, come la sua originale webcam estraibile.

Realizzato interamente in con un corpo in lega di magnesio, con una finitura vellutata al tocco, difficile da descrivere a parole, MagicBook Art 14 è sottile e filante, con un profilo che si restringe per farlo sembrare ancora più slim. È spesso appena 12,9 millimetri e pesa appena più di un chilo, quindi è estremamente portatile nel senso stretto del termine.

Nonostante questo, e nonostante un ampio slot occupato dalla webcam nascosta, ci sono tutte le porte che servono. 2 USB-C, HDMI, USB-A e jack audio. Giusto un lettore di SD è assente, purtroppo.

Un altro elemento che colpisce è il touchpad, che arriva fino a toccare il profilo del portatile, massimizzandone così le dimensioni. Si tratta di una superficie con feedback aptico in base alla pressione, che è possibile andare a personalizzare nelle impostazioni.

Le cornici attorno al display sono inoltre da record per le loro dimensioni ridotte, grazie anche all'assenza della webcam, con un rapporto schermo / superficie che arriva al 97%.

Il notebook è inoltre perfettamente bilanciato, nonostante tutte queste soluzioni originali, ed è possibile aprirlo comodamente con un dito. Di contro, l'assenza di una webcam fissa impedisce lo sblocco con il volto. Per il riconoscimento biometrico dobbiamo affidarci a un comodo lettore di impronte digitali, inserito nel tasto di accensione.

E a proposito di impronte, l'unico difetto di questa lega di magnesio così particolare al tocco è che anche sulla colorazione grigia trattiene abbastanza ditate, che tra l'altro sono abbastanza persistenti e necessitano di un buon panno per essere lavate.

Esattamente come per la scocca, Honor ha dotato anche la tastiera di una finitura vellutata al tocco, tastiera che è addirittura la prima del settore realizzata in lega di titanio, almeno in base alle informazioni che ci ha fornito l'azienda (impossibile confermarlo "al tatto").

Al netto di questo, l'unica critica è che i tasti risultano un po' troppo lisci, ed essendo anche piatti e squadrati il grip non è ai massimi livelli. La corsa è una standard 1,5 millimetri, quindi non ci sono stati sacrifici in tal senso.

Ci vuole un po' a farci l'abitudine, più che con altri portatili, ma una volta presa confidenza è una tastiera davvero molto veloce, sulla quale si scrive a lungo con piacere.

Visibile e uniforme la retroilluminazione, regolabile manualmente su due livelli (ma c'è anche l'opzione automatica).

Il touchpad, essendo così ampio da arrivare fino al bordo del laptop, si è dimostrato una scelta vincente.

Non solo non ci sono problemi di tocchi fantasma (il palmo della mano si trova quasi sempre a contatto col suo profilo) ma è anche ben modulabile nella risposta grazie all'app Honor PC Manager, tramite la quale possiamo impostare sensibilità alla pressione e intensità della vibrazione, oltre a gestire le gesture sui bordi (luminosità, volume, centro di controllo, riduzione a icona e chiusura finestre) e quelle con le nocche (screenshot e screen recording).

  • Schermo: 14,6'' OLED multitouch, 3.120 x 2.080 pixel, 3:2, refresh 120 Hz, 700 nit luminosità, 100% DCI-P3
  • CPU: Qualcomm Snapdragon X Elite
  • RAM: 32 GB LPDDR5
  • Memoria interna: 1 TB SSD (2 partizioni da 300 e 618 GB)
  • Webcam: 1080p@30fps
  • Connettività wireless: Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4
  • Porte: 2x USB-C 3.2 Gen 2 (10Gbps), USB-A 3.2 Gen 1 (5Gbps), HDMI 2.1-TMDS, jack audio
  • Batteria: 60 Wh con alimentatore da 65 Watt USB-C
  • Peso: 1.025 grammi
  • OS: Windows 11 home

Honor MagicBook Art 14 non è configurabile. Sul sito ufficiale c'è una e una sola versione, che è quella in prova. È un po' un peccato perché 32 GB di RAM sono anche troppi per l'utente medio, così come 1 TB di archiviazione. Per qualcuno poteva andare bene anche un sistema con metà della memoria, che sicuramente sarebbe costato qualche centinaio di euro in meno.

Nulla da dire comunque in generale, perché Honor ha adottato soluzioni all'avanguardia sotto ogni aspetto, andando a sottrarre giusto lo slot SD a cui teniamo tanto, a vantaggio però della webcam estraibile.

Honor MagicBook Art 14 si fa subito notare grazie al suo display OLED da 14,6 pollici, quasi senza bordi.

La risoluzione di ben 3,1K (3.120 x 2.080 pixel) e il rapporto di forma in 3:2 lo rendono un perfetto compagno di lavoro, ma anche di svago, grazie ai colori vibranti e contrastati di cui è capace.

Che si tratti di editing di documenti, di foto e video, o di svagarsi con qualche servizio di streaming, la qualità di questo pannello non delude in nessun ambito.

Il display supporta inoltre frequenza di aggiornamento di 120 Hz, rendendo la navigazione fluida e piacevole, specialmente per chi utilizza applicazioni che richiedono movimenti rapidi, ma purtroppo questa opzione non è dinamica, il che va a impattare sull'autonomia (e per il momento, a meno che non ci siano esigenze specifiche di un refresh più elevato, sceglieremmo i 60Hz).

La luminosità di picco in HDR di 700 nit è buona ma non eccelsa: per godere a pieno di questo tipo di contenuti è necessario andare (molto) più in su. Si tratta comunque di un buon compromesso, anche perché non parliamo di un portatile a spiccata vocazione multimediale.

La luminosità è inoltre sufficiente a garantire una buona visibilità in quasi tutte le condizioni, anche se con forte luce incidente un po' di riflessi vanno messi in conto, visto poi che la finitura lucida non fa molto per combatterli.

Con una copertura al 100% dello spazio colore DCI-P3 e un rapporto di contrasto di 1.000.000:1, i colori risultano vividi e realistici, con neri profondi e bianchi luminosi.

La certificazione TÜV Rheinland per la riduzione della luce blu e flicker free, oltre alla tecnologia PWM dimming a 4.320 Hz, garantiscono un'esperienza visiva confortevole anche durante lunghe sessioni di utilizzo, riducendo l'affaticamento degli occhi.

Il fatto poi che sia anche uno schermo touch a 10 punti è la ciliegina sulla torta che forse non era necessaria, ma che di certo non disprezziamo, anche se Honor stessa non ha insistito molto su questo aspetto, tanto che non si parla di stylus dedicati.

Ultimo ma non meno importante, c'è la regolazione automatica della luminosità, anche se ci è sembrata un pelo conservativa.

Come potete vedere dai benchmark qui sopra, le performance del MagicBook Art 14 sono abbastanza in linea con quelle del Surface Laptop 7 di Microsoft, che infatti monta lo stesso Snapdragon X Elite. 

Soltanto nei test multi-core sulla CPU, in particolare Cinebench 2024, MagicBook accusa un po' il colpo, però è più costante, esibendo gli stessi punteggi anche con test ripetuti. In ogni caso, concretamente parlando fatichiamo a trovare differenze d'uso significative.

L'unica cosa che fa strano sono quei 670 MB/s in scrittura sul disco. Abbiamo provato con diverse versioni e con più programmi, ma tutti dicono più o meno la stessa cosa. Il consueto partizionamento di Honor non dovrebbe influire in alcun modo, per quanto sia la prima cosa che poi abbiamo rimosso.

Buone impressioni anche sulle ventole, che davvero non sono mai fastidiose nemmeno a pieno carico. Meno udibili di quelle del Surface Laptop 7 e forse questo spiega la differenza in multi-core tra i due (che ribadiamo essere visibile solo in alcuni benchmark, più che nell'utilizzo quotidiano).

Le temperature sulla CPU sono di circa 80° dopo 10 minuti di stress test, ma anche prolungando più a lungo il carico non cambiano in modo sostanziale.

La scocca inferiore non supera i 40°, quindi non è fastidiosa da tenere appoggiata sulle gambe, mentre la parte della tastiera diventa un po' più calda, con temperature intorno ai 44° nella zona centrale. I poggiapolsi invece sono sostanzialmente freddi, intorno ai 30 gradi, quindi utilizzare il portatile per scrivere e lavorare anche sotto carico massimo non rappresenta un problema.

Di conseguenza anche le temperature risultano sempre ampiamente sotto controllo, sia a livello della scocca che sulla tastiera.

L'autonomia è uno dei punti di forza degli Snapdragon X, e MagicBook Art 14 non fa eccezione, anche se in questo ambito Surface Laptop 7 faceva meglio.

Non fraintendeteci: è una buona autonomia, in grado di coprire le 8 ore lavorative anche con il display a 120 Hz, ma non si raggiungono i picchi del portatile di Microsoft. Due giorni di utilizzo qui non ce li farete, in nessun caso.

La buona notizia però è che anche sotto carico massimo MagicBook Art 14 tiene banco per più di 2 ore, che in fondo non sono poche.

  • Idle: 20 ore (luminosità minima, refresh 60Hz)
  • Riproduzione video: 11 ore (luminosità 50, volume 25, refresh 60Hz)
  • Gaming: 2 ore e 15 minuti (luminosità massima, volume 25, refresh 120Hz)

C'è da dire però che con mezz'ora di carica avrete a disposizione diverse ore di utilizzo, il che non si può dire di tutti i portatili.

Più usavo MagicBook Art 14 e più mi accorgevo che Honor non ha lasciato nulla al caso.

C'è un'attenzione al dettaglio in questo portatile che non si trova facilmente nemmeno nei brand più blasonati. 

Anche la geometria delle sue linee è qualcosa di studiato, così come l'ottimo bilanciamento del peso che consente di aprirlo facilmente con un solo dito.

La stessa tastiera, che abbiamo detto richiede un minimo di abitudine, più passa il tempo e più si fa apprezzare per la sua velocità.

Anche stabilità e qualità del segnale Wi-Fi ci hanno stupito, perché nelle stesse condizioni in cui altri laptop un po' faticavano, gli speedtest di MagicBook Art 14 erano di altro avviso. Sono queste le tante attenzioni ai dettagli a cui ci riferiamo, che poi ti portano ad apprezzare un prodotto in ogni scenario d'uso.

La griglia degli speaker, che a qualcuno farà pensare ai MacBook, nasconde in realtà solo alcuni degli altoparlanti, che sono 6 in tutto (4 woofer e 2 tweeter), disseminati lungo tutta la scocca, anche nella parte inferiore. Il risultato è davvero molto buono, con una resa sulle basse frequenze in particolare che è davvero molto difficile trovare sui laptop in generale, soprattutto di queste dimensioni contenute. E anche dal punto di vista della spazialità del suono siamo decisamente un passo avanti.

Molto buona poi la parte dei microfoni, presenti anche nel profilo centrale sotto al touchpad, che grazie al software integrato godono di una buona cancellazione dei rumori ambientali e riescono a catturare bene la voce anche a qualche metro di distanza dal portatile.

C'è tanto zampino software un po' ovunque in effetti, ma non in modo invasivo e con 100 applicazioni differenti. Il programma di riferimento è PC Manager, che si occupa degli aggiornamenti e di configurare alcune peculiarità di MagicBook Art 14, oltre che di garanzia e assistenza.

Ci sono anche un paio di ulteriori app, in particolare per interagire con il resto dell'ecosistema Honor (aspetto sul quale giustamente l'azienda insiste), ma per il resto è un sistema molto pulito e senza bloatware.

A questo proposito ricordiamo solo MagicRing, che collega tra loro smartphone e tablet Android Honor, permettendo all'utente del MagicBook Art 14 di sfruttare alcune loro peculiarità, come AI Eraser e AI Office, direttamente sul notebook; oppure di sfruttare il tethering, la fotocamera o anche il display stesso dello smartphone, con un clic.

C'è poi la particolarità della webcam che all'inizio pensavo fosse solo un esercizio ginnico e invece si è rivelata piuttosto sensata. Intanto è possibile orientarla facilmente anche in direzione opposta all'utente, permettendo delle inquadrature proibite al resto dei portatili.

Inoltre la sua assenza sul profilo del display ha consentito di realizzare delle cornici davvero ridotte ai minimi termini. E gli amanti della privacy gradiranno di sicuro non avere una videocamera sempre puntata contro.

La qualità però è buona ma non eccellente. Essendo un modulo dedicato, e anche abbastanza ampio, mi sarei aspettato qualcosa di più su questo fronte, sia dal punto di vista della risoluzione che per l'eccessiva quantità di rumore digitale, che le impediscono di svettare rispetto alla concorrenza.

Ma il vero nodo gordiano rimane, come in tutte le soluzioni Windows con processori ARM, ancora un certo margine di incertezza sul software. Nonostante i passi in avanti fatti nel funzionamento di app native per x86, siamo ancora lontani dal 100% della compatibilità. Intendiamoci: tutti i browser, le suite da ufficio, e le app e giochi più usati funzionano o nativamente o comunque senza "frizioni".

Trattandosi però di un portatile orientato all'utenza business, o comunque molto esigente, è chiaro che chi ci si avvicini dovrà anche assicurarsi che tutti i programmi di cui necessita girino alla perfezione, perché magari sono software non proprio di uso comune, cosa che purtroppo rappresenta uno scoglio in più rispetto alle tradizionali macchine Windows dove il problema non si pone.

MagicBook Art 14 costa di listino 1.699€. La cifra è in linea con l'hardware e con il resto del mercato, anzi è comunque più economico di un Surface Laptop 7 con specifiche analoghe o di un MacBook Air M3 con lo stesso ammontare di memoria.

Al momento, sullo store ufficiale, ci sono anche 200€ di sconto, rendendolo un po' più appetibile. Capite ora perché prima ci lamentavamo dell'assenza di una versione 16/512 GB? Rischiava di essere più vicina ai 1.000 che non ai 1.500 euro, rendendolo, anche psicologicamente, ancora più allettante.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Honor che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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La guida autonoma di Tesla è in cortocircuito sui nuovi modelli: cosa sappiamo

Fri, 12/20/2024 - 14:23

Alcuni dei nuovi modelli di Tesla hanno dei seri problemi con la guida autonoma (ecco come funziona la guida autonoma delle auto). Le segnalazioni che stanno affiorando in rete sono abbastanza allarmanti per la casa statunitense che produce auto elettriche (ecco le auto elettriche più economiche per ogni brand).

Sembra che un recente aggiornamento hardware per i modelli Tesla abbia causato indirettamente dei seri problemi con la guida autonoma, con il computer di bordo che sarebbe addirittura in cortocircuito.

Le segnalazioni degli utenti Tesla sono arrivate al blog Electrek e sono abbastanza numerose. Gli utenti lamentano l'impossibilità di usare il computer di bordo della propria Tesla, quello che si occupa principalmente di gestire la guida autonoma che l'azienda fornisce con le sue auto.

Stando a quanto emerso dalle prime verifiche tecniche, sembra che la batteria a bassa tensione possa aver cortocircuitato il computer di bordo durante il processo di calibrazione della telecamera, ovvero dei sensori di cui è equipaggiata Tesla.

Questo si traduce nel fatto che importanti funzionalità della vettura non funzionano, come quelle di sicurezza attiva, le telecamere e persino GPS, navigazione e stime di autonomia. Coloro che hanno segnalato i problemi sono utenti che hanno acquistato da poco un nuovo modello Tesla.

Sembra infatti che il problema sia legato a una nuova versione hardware del computer di bordo, quella identificata dal codice HW4, noto anche come AI4. Sarebbe proprio questo il recente cambiamento hardware introdotto da Tesla per i nuovi modelli immessi sul mercato. Questi utenti hanno infatti segnalato i problemi dopo i primi chilometri alla guida delle loro nuove Tesla.

Le segnalazioni sono arrivate anche all'azienda. Una fonte interna, citata da Electrek, ha riferito che Tesla avrebbe chiesto di non ingigantire il problema, onde evitare panico tra i nuovi acquirenti delle sue vetture. Rimane da capire se Tesla abbia segnalato l'accaduto alle autorità statunitensi. Ci aspettiamo che arriveranno ulteriori novità in merito, per i malcapitati che hanno il problema molto probabilmente sarà necessaria una sostituzione dell'unità di bordo.

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OnePlus Watch 3 esce allo scoperto, e sarà un bel cambio di passo

Fri, 12/20/2024 - 12:27

OnePlus Watch 3 finalmente esce allo scoperto con le prime immagini che ci mostrano il suo design. Il nuovo smartwatch di casa OnePlus (vi ricordiamo dove trovare la raccolta aggiornata con i migliori smartwatch del momento) sarà un bel cambio di passo rispetto alle versioni precedenti.

Nelle ultime ore sono emersi interessanti dettagli sulla prossima generazione di smartwatch della casa cinese. Grazie ai render condivisi dai leaker Chunvn e Yogesh Brar (e ripresi da Smartprix), abbiamo modo di vederlo in anteprima.

Le immagini che trovate nella galleria in basso corrispondono quindi ai render del nuovo smartwatch di casa OnePlus. Le immagini ci mostrano un design molto coerente con la versione precedente dello smartwatch, il OnePlus Watch 2 che abbiamo conosciuto nella nostra recensione completa.

Vediamo quindi un quadrante rotondo, con un profilo laterale dritto sul lato destro, proprio dove ci saranno i due pulsanti fisici con i quali sarò possibile interagire con l'interfaccia grafica. Ma la novità ci sarà, e sarà anche rilevante: OnePlus Watch 3 infatti dovrebbe arrivare sul mercato con una corona rotante. Questo permetterà sicuramente una migliore e più rapida interazione con l'interfaccia grafica.

Questa non sarà l'unica novità: sembra infatti che il nuovo modello di smartwatch OnePlus sfoggerà un nuovo sensore per il monitoraggio dell'elettrocardiogramma (ECG). Sembra però che questa funzionalità sarà destinata solo a specifici mercati, ed è ancora da capire di quali si tratterà.

Sotto al cofano dovremmo poi trovare un processore Qualcomm Snapdragon W5 Gen 1, con 2 GB di RAM e 32 GB di storage interno. Non abbiamo dettagli sul sistema operativo, quindi ancora non sappiamo se si tratterà di un dispositivo Wear OS (ecco come funziona Wear OS).

Il lancio di OnePlus Watch 3 ancora non è stato definito. Sappiamo che l'azienda ha fissato per il 7 gennaio il lancio di OnePlus 13, e non è escluso che sfrutterà l'occasione per presentare anche il nuovo smartwatch. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.

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Dal papà di Final fantasy arriva FANTASIAN Neo Dimension, un JRPG estremamente classico. Forse fin troppo?

Fri, 12/20/2024 - 11:56

Il suo essere uscito anni fa su Apple Arcade dovrebbe farvi sospettare che si tratti di un gioco per smartphone. E badate bene, così è, ma non è un tentativo di sminuirlo.

Come tale, non dovete aspettarvi un dettaglio grafico spaziale o un'esperienza di gioco in stile remake di Final Fantasy. No, è più in linea con produzioni di qualche anno fa con un tocco di modernità.

Fra l'altro è diverso dai soliti giochi anche perché la maggior parte delle ambientazioni è stata realizzata con un particolarissimo mix di grafica computerizzata e diorami veri. Talvolta quindi si ha quasi la sensazione di muovere Leo, il personaggio della trama, in un gioco da tavolo con miniature ed elementi scenici fatti a mano.

La versione Neo Dimension, quella arrivata su PC e Console, è solo leggermente migliorata da un punto di vista, con giusto delle texture in 4K e qualche cambiamento nei menu. Purtroppo non tutte le texture sono state riviste, e talvolta ci troveremo di fronte a delle scene bruttine da vedere, dove i personaggi, ben modellati, spiccano fin troppo.

Le differenze più sostanziali riguardano il nuovo doppiaggio in inglese e giapponese e la nuova difficoltà selezionabile, Normale (oltre che Difficile), che lo rende leggermente più accessibile anche a chi non mastica pane e Final Fantasy da qualche decennio.

Sono tutte cose comunque che gli amanti di JRPG non notano neanche troppo. E qui entra in gioco una domanda che ci siamo posti in apertura: chi dovrebbe approcciarsi a un titolo del genere?

Prima di tutto, se non leggete o parlate inglese potete tranquillamente evitarlo. I dialoghi di FANTASIAN non sono complicati, e non comprendono inglese arcaico o giganteschi "wall of text" come per esempio in un Rogue Trader di OwlCat, ma sempre inglese è, e un minimo di conoscenza della lingua ci vuole.

Il fatto poi che sia sviluppato dal papà di Final Fantasy dovrebbe farvi sospettare un'altra cosa: è un gioco di ruolo alla giapponese molto, molto classico.

Combattimenti a turni, incontri casuali, crescita lineare del personaggio, la classica minaccia che incombe su tutto il mondo, cliché come la perdita della memoria del protagonista e la bella ragazza di turno che lo aiuta e che nasconde poteri incredibili, e così via: insomma, un vero classico. La trama è molto fiabesca e leggera, sulla falsa riga magari di un Final Fantasy IX.

Se questo genere di cose vi ha stufato e cercate esperienze più action come i remake di Final Fantasy VII o trame più profonde alla Metaphor: ReFantazio e Persona 5, questo potrebbe non fare per voi.

Se non altro, c'è stato un piccolo e apprezzabile tentativo di offrire qualche twist in più al gameplay. Le battaglie a turni sono quanto di più old style possiate trovare.

I personaggi si alternano ai nemici, con una linea di precedenza sempre visibile sulla parte inferiore dello schermo. Si gestiscono solo le azioni di attacco, non i movimenti. Quindi ogni personaggio ha un'azione e poi passa al successivo.

Tra le azioni ci sono gli attacchi semplici o le abilità. Qui entra in gioco il primo twist. Invece dei classici attacchi ad area, le abilità sono pensate per essere usate a traiettoria. Leo, il protagonista, all'inizio ha un attacco in linea retta. Kina, il primo compagno di squadra, ha invece un attacco con traiettoria curva, che va orientato con l'uso della levetta analogica (anche su PC si suggerisce il controller) quasi come doveste tirare un colpo a bowling.

Se non altro insomma non è il classico selezionare abilità, cedi turno, attacca, cedi turno, ma c'è un minimo di studio delle traiettorie.

L'altro twist riguarda gli incontri casuali. Da bravo JRPG vecchia scuola qual è, quando camminate vi beccate incontri a caso con i nemici. C'è chi ci ha fatto il callo, e c'è chi non lo sopporta più.

In entrambi i casi, in FANTASIAN il protagonista dopo un po' potrà attivare il gadget denominato Dimengeon. Premendo X lo attivate e sostanzialmente il macchinario convergerà al suo interno tutti i mostri degli incontri casuali che troverete via via.

Bello vero? Il Dimengeon però ha un limite. Una volta superato, o smettete per sempre di catturare mostri così o li affrontate tutti insieme. Ovviamente i combattimenti singoli sono più semplice, ma molto, troppo frequenti. Così diminuite la frequenza e aumentate la difficoltà. C'è però da dire che accumulandoli potete sfruttare maggiormente le traiettorie di alcune abilità. Se però i mostri non vanno giù con un colpo, subirete un bel po' di attacchi.

Insomma, dovrete gestire voi il flusso di nemici e capire quanti affrontarne contemporaneamente. E occhio, che se vi sentite dei veri duri e selezionate il livello di difficoltà massimo, FANTASIAN saprà punirvi malamente.

A proposito di macchinari, avremo a che fare anche con il Warp Device, che permetterà a Leo di muoversi fra le dimensioni per recuperare i suoi ricordi e combattere la minaccia dell'infezione di Mechteria che sta per distruggere il mondo.

Prima di arrivare a chiusura, qualche altro dettaglio. Ci sono scene di intermezzo fatte con la grafica di gioco, ma ci sono anche frangenti di narrazione con solo testo e qualche immagine su sfondo che secondo me rallentano un po' troppo l'azione.

Sulle musiche poco di cui discutere: oltre a quelle originali composte da Uematsu per il gioco, sono selezionabili anche varie musiche prese da vari capitoli di Final Fantasy. Tanta roba insomma.

Proprio per la sua grafica semplice e per la sua natura classica, il modo migliore per goderselo è forse su console portatile. Io per esempio l'ho giocato su Steam Deck, dove quasi non si notano alcuni problemini grafici. Anche su Nintendo Switch va alla grande.

Il prezzo a cui viene proposto però è un po' fuori scala. Si parla di 49,99€ su Steam per PC, e su console si sale addirittura a 59,99€. Non che abbia problemi di longevità, anzi, ma come già detto, ci troviamo di fronte a una produzione estremamente classica che forse piacerà solo ai fan di vecchissima data.

Il codice per questa recensione è stato fornito da Square Enix, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

L'articolo Dal papà di Final fantasy arriva FANTASIAN Neo Dimension, un JRPG estremamente classico. Forse fin troppo? sembra essere il primo su Smartworld.

Il regalo di Natale ve lo fa Amazon: 15€ di buono per chi archivia le foto

Fri, 12/20/2024 - 10:30

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Android Auto cambia colore: la novità con il nuovo aggiornamento

Thu, 12/19/2024 - 23:24

Android Auto riceve un nuovo aggiornamento con il quale arriva un bel tocco di Material You. L'aggiornamento appena introdotto da Google rientra nel costante supporto software fornito al sistema di infotainment (ecco come aggiornare Android Auto all'ultima versione disponibile).

Dopo aver rilasciato l'aggiornamento che avrebbe dovuto risolvere uno dei bug più recenti, Google si concentra sull'aspetto grafico e rilascia per Android Auto un leggero cambio di look.

L'aggiornamento che stiamo descrivendo corrisponde alla versione 13.4 di Android Auto. Si tratta di un aggiornamento che introduce finalmente il Material You anche sul sistema di infotainment di Google. Per Material You si intende il nuovo concetto di personalizzazione automatica (vi ricordiamo come personalizzare Android) dell'interfaccia grafica coerentemente con lo sfondo di sistema.

Come potete vedere dagli screenshot in galleria (condivisi da 9to5Google), questa novità non è particolarmente impattante sull'interfaccia di Android Auto, visto che la maggior parte degli elementi grafici è scura. Il cambiamento si nota in particolare sui colori che caratterizzano i pulsanti e le leve di attivazione delle varie opzioni.

Dovreste trovare quindi un aggiornamento delle tonalità di colore sui pulsanti di Android Auto, come ad esempio su quelli di navigazione e sui pulsanti che caratterizzano le opzioni rapide a disposizione quando si riceve una nuova notifica. Lo stesso aggiornamento dovrebbe essere visibile anche sulle opzioni a disposizione all'interno delle Impostazioni di Android Auto.

Il nuovo colore che assumeranno questi elementi grafici è coerente con lo sfondo di sistema che troviamo su Android Auto. Stando alle segnalazioni di chi l'ha già ricevuto, la novità dovrebbe essere visibile a coloro che hanno abilitato l'opzione per sincronizzare lo sfondo di sistema sullo smartphone con lo sfondo su Android Auto.

L'aggiornamento ad Android Auto 13.4 è già in fase di distribuzione automatica a livello globale. Nel giro di pochi giorni tutti dovremmo quindi poter vedere la nuova interfaccia con il Material You su Android Auto.

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AYANEO Pocket Micro, la recensione: una mini retro console che è un vero gioiellino

Thu, 12/19/2024 - 16:36

  • Schermo: 3,5" IPS, rapporto di forma 3:2, risoluzione 960 x 640 pixel, 330 PPI, copertura 100% sRGB, 400 nits, touch-screen
  • Processore: MediaTek Helio G99
  • RAM: 6 o 8 GB LPDDR4X
  • Memoria interna: 128 o 256 GB UFS 2.2 espandibile tramite microSD (slot SD 3.0)
  • Levette analogiche: simmetriche a effetto Hall
  • Sensori: giroscopio 6 assi
  • Connettività: Wi-Fi 5, Bluetooth 5.2
  • Batteria: 2.600 mAh
  • Porta: USB-C 2.0 OTG
  • Dissipazione: ventola attiva
  • Audio: speaker stereo
  • Sicurezza: pulsante accensione con lettore di impronte
  • Dimensioni: 156 x 63 x 18 mm
  • Peso: 233 g
  • SO: Android 13 con AYA Space Management e AYAHome Launcher

Commentiamo insieme le informazioni appena lette. Lo schermo è sicuramente molto piccolo, ma l'intento era proprio quello di realizzare un dispositivo "Micro", e non un qualcosa di classico. La risoluzione di conseguenza è più che sufficiente.

Il suggerimento di AYANEO è quello di usare il dispositivo in questione per emulare console come il Game Boy Color. Considerate che la mitica console Nintendo aveva uno schermo da 2,3" a 160 x 144 pixel. Con quello dell'AYANEO quindi ci state larghi. L'esperienza di utilizzo in generale è buona. È anche touch-screen, e sarete obbligati a usarlo per alcune operazioni di sistema legate al fatto che il sistema operativo è Android.

Il processore MediaTek Helio G99, svelato circa un paio di anni fa, è sufficiente anche a emulare console un po' più potenti, come una PlayStation 2. Si deve smanettare un po' di più a livello di impostazioni per cercare il giusto bilanciamento, ma si riesce a giocare anche con i titoli per la mitica console Sony.

Memoria interna e RAM sono abbondanti per un dispositivo del genere. Tante retro console, anche da prezzi simili, potrebbero avercene quantitativi inferiori rispetto a questa.

La batteria da 2.600 mAh garantisce una buona autonomia, anche perché l'Helio G99 a 6 nm è pensato per consumare poco. Inoltre c'è un sistema di overlay di AYANEO che permette di regolare le performance, in modo da diminuire la potenza per task meno complessi (come banalmente l'emulazione di un Game Boy Color o Advance) e consumare di meno.

C'è anche una coppia di speaker sul bordo inferiore, ma vanno usati a basso o medio livello di volume. Superando questi livelli l'audio distorce un po'. Non c'è un jack audio, quindi ci si deve appoggiare a cuffie con presa USB-C o Bluetooth.

Se non fosse per i comandi fisici sembrerebbe quasi di avere a che fare con uno smartphone Android; c'è persino un lettore di impronte digitali sul pulsante di accensione per accedere in tutta sicurezza!

Comunque, i controlli fisici ci sono, e sono di buona qualità, e fanno tutta la differenza del mondo da una soluzione touch screen classica. Le due levette analogiche a effetto Hall permettono di godersi anche titoli 3D complessi, e ci sono anche tutti gli altri controlli che ci aspetteremmo da un pad da gioco.

I pulsanti dorsali non sono comodissimi. Questo per via delle forme molto squadrate della console, che gli donano un aspetto retro meraviglioso, ma che rendono appunto un po' scomodi i pulsanti posti sul bordo superiore. Sono inoltre sulla stessa linea, il che vi farà un po' strano inizialmente. Per renderli più riconoscibili, AYANEO ha posizionato L2 e R2 più verso l'interno, rialzando i tasti rispetto a L1 e L2. Nota di merito: i pulsanti sono in alluminio! E se non vi piacesse come sono posizionati, potete scambiare L1 e L2 da impostazioni.

Ci sono dei pulsanti aggiuntivi anche sull'angolo tra la parte frontale e il bordo inferiore. Quelli di sinistra svolgono la funzione di pulsanti Start e Select in quei giochi e in quegli emulatori in cui servono. A destra invece sono scorciatoie per tornare alla Home e per richiamare l'overlay di AYANEO. Ci torneremo a breve. A dirla tutta, anche questi non sono il massimo della comodità. O meglio, non che starete a premerli ogni due secondi, ma proprio quelli di destra si premono un po' troppe volte per errore. Sono molto sensibili e fin troppo vicini alla levetta analogica di destra.

Nonostante le dimensioni contenute, il peso è maggiore di quello di uno smartphone Android (o di un iPhone). Comunque, visto come lo si impugna, risulta ben bilanciato. Le forme spigolose e lo spessore abbastanza pronunciato non la rendono comunque la console portatile più comoda di sempre.

Costruttivamente è un vero gioiellino. La scocca esterna è tutta in alluminio, e il feeling in mano è spettacolare. La parte frontale invece è in vetro. La placca posteriore, che è quella che nasconde l'hardware della console, è in teoria removibile: basta togliere 4 viti torx e il gioco è fatto (si fa per dire).

A bordo troviamo Android 13 dotato di Play Store. Di fatto AYANEO lascia all'utente la completa responsabilità di ciò che ci fa con la console. Alle fine, come dicevamo nell'articolo riguardo all'emulazione che abbiamo linkato anche in apertura, nessuno o quasi emula i giochi nella piena legalità.

In teoria dovreste usare emulatori che non usano il BIOS originale della console che emulano ed estrarre manualmente le ROM dalle copie dei giochi che possedete fisicamente. In teoria.

Altrimenti scaricate emulatori dal Play Store e ROM da Chrome direttamente dalla console, ma la scelta e la responsabilità sono vostre.

Tra quelli da noi testati ci sono PPSSPP, My Boy!, DraStic e NetherSX. PPSSPP e My Boy! funzionano meravigliosamente. DraStic, che cerca di emulare console a due schermi, funziona altrettanto bene, ma ovviamente è più difficile giocare. Potete alternare le due schermate, ma è un po' scomodo. NetherSX è il più difficile da far funzionare, e in teoria sarebbe il più illegale fra quelli elencati. Dovete infatti scaricare anche il BIOS di PlayStation 2 e fare qualche passaggio non proprio pratico per farlo funzionare.

Come suggerito da AYANEO, PS2 è emulabile, ma c'è bisogno intanto di massimizzare le prestazioni della Pocket Micro dall'apposito overlay, e poi di smanettare fra le tante impostazioni per ottenere performance degne di questo nome.

Come già accennato, il fatto di avere sia levette analogiche che comandi classici vi permette di giocare a qualsiasi cosa, che sia 2D o 3D. E odio ripetermi, ma per chi è preoccupato per le dimensioni dello schermo: non siatelo, ci si fa velocemente l'abitudine. Certo, se avete problemi di vista un problema c'è: la risoluzione. In certi casi potreste faticare più per quello che per le dimensioni.

E poi c'è il Play Store, nel senso che da qui potete scaricare vari giochi per Android. In teoria AYANEO spinge anche su Genshin Impact, ma il gioco di casa miHoYo nel tempo è diventato molto pesante e oneroso, sia in termini di gigabyte occupati che di requisiti. Di conseguenza lo si gioca al minimo dei settaggi grafici previsti.

C'è un altro problema: non tutti i giochi potrebbero riconoscere al volo i comandi fisici della console. Qui entrano in gioco gli strumenti implementati da AYANEO. Il già citato overlay permette rapidamente di cambiare di controllare velocità della ventola, modalità performance, temperature e altro, ma è il tab Controller che ci interessa.

Da qui, sulla falsa riga di quanto si può fare su smartphone gaming come il ROG Phone di ASUS, si può creare nuove mappature per i comandi fisici, indicando manualmente su schermo le funzioni che devono svolgere.

Tutto molto bello, ma si deve insomma fare i conti con l'Helio G99. È un buon processore, ma non può fare miracoli, specie con giochi tripla A mobile quali Call of Duty, Genshin Impact e colleghi, War Thunder e altri. In alcuni casi abbiamo riscontrato anche qualche incompatibilità, come quelle con Balatro e Dead Cells.

A completare la dotazione software ci sono anche AYAHome, che di fatto è il launcher Android della console, e AYASpace. Quest'ultimo è una variante del software che troviamo anche sui mini PC o sulle altre console del brand. Di fatto è uno spazio che raccoglie i giochi installati, dividendoli in librerie e fornendo al tutto un aspetto accattivante. Viene anche offerta la possibilità di importare pacchetti di videogiochi nei formati proposti da Retropie, Batocera, Pegasus e altri sistemi di emulazione.

Al momento potete recuperare un esemplare di AYANEO Pocket Micro tramite IndieGoGo, dove il brand ha proposto una campagna di finanziamento conclusasi non troppe settimane fa.

Se volete spendere il meno possibile potete scegliere il modello protagonista di questa recensione, dotato quindi di 6 GB di RAM e 128 GB di memoria interna, a 183€ a cui dovete aggiungerci 35€ di tasse e spedizioni, per un totale di 218€. In fase di acquisto potete anche aggiungere custodia, vetro protettivo e altri accessori. Si sale di prezzo scegliendo la variante 8/256 o la colorazione esclusiva RetroGray.

Il prezzo non è dei più contenuti, ma la qualità, soprattutto rispetto ad altre retro console, è di gran lunga migliore. I materiali sono premium, il software è curatissimo e il form factor non si vede così di frequente in altri prodotti.

AYANEO POCKET MICRO INDIEGOGO

Il sample per questa recensione è stato fornito da AYANEO, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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Realme 14 Pro+ è il primo top di gamma camaleontico: guardatelo in azione!

Thu, 12/19/2024 - 16:15

La serie Realme 14 Pro è ufficiale, la nuova serie di smartphone top di gamma della casa cinese. Realme dimostra ancora una volta di tenere particolarmente al settore di mercato degli smartphone, anche per quanto riguarda la fascia alta.

La nuova famiglia di dispositivi è capitanata da Realme 14 Pro+, un dispositivo che si presenta con una peculiarità assoluta. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci ha presentato Realme con questo primo annuncio.

L'annuncio appena fatto di Realme ha l'obiettivo di presentare i nuovi dispositivi di fascia alta dell'azienda, soprattutto dal punto di vista del design.

L'immagine che trovate in copertina e che vedete in basso ci mostra soprattutto il retro di Realme 14 Pro+. La parte posteriore del dispositivo che vediamo è anche uno dei suoi punti più forti, almeno dal punto di vista del design e dei materiali di realizzazione.

Il nuovo dispositivo è stato realizzato in collaborazione con lo studio di design industriale danese Valeur Designers. Il punto forte messo in luce da Realme riguarda l'abilità del materiale di cambiare colore al variare della temperatura. In pratica, Realme 14 Pro+ sarà in grado di cambiare colore con il freddo.

La tecnologia sulla quale si basa il materiale di realizzazione della cover posteriore sfrutta pigmenti termocromici avanzati che reagiscono alle variazioni di temperatura: quando questa scende al di sotto dei 16°C, la cover posteriore del telefono passa dal bianco perla a un blu vibrante. Si tratta di un processo reversibile, per cui il cambio di tonalità si inverte quando la temperatura sale.

La colorazione del dispositivo è stata definita Pearl White, e anche su questo aspetto Realme ha voluto porre l'accento. L'azienda infatti ha scelto di adottare un processo di lavorazione, il quale si struttura in addirittura 30 fasi, per ottenere una cover posteriore unica per ogni dispositivo. Pertanto, ogni Realme 14 Pro+ sarà diverso da tutti gli altri prodotti.

Oltre a questo, è stata posta particolare attenzione anche all'aspetto della sostenibilità della produzione. La struttura della fibra impiegata per la cover posteriore infatti è composta per il 95% da materiali che la rendono biodegradabile, riciclabile ed efficiente dal punto di vista energetico.

Andando poi alla parte anteriore, anche il display di Realme 14 Pro+ presenta delle peculiarità interessanti. Si tratta infatti del primo smartphone a essere dotato di un display quadricurvo. Purtroppo ancora non abbiamo modo di vederlo da vicino, visto che Realme ci ha mostrato il modello soltanto dal retro. Anteriormente troviamo un rapporto schermo-corpo del 93,8%.

Dal punto di vista fotografico, troviamo un modulo con tre sensori caratterizzati da un design ricercato, che potete vedere in foto e che Realme ha definito Ocean Oculus. Al momento non abbiamo però dettagli tecnici su come saranno i sensori hardware per la fotocamera.

Infine, il nuovo dispositivo di Realme presenta le tre certificazoni IP66, IP68 e IP69, le quali assicurano resistenza alla polvere e all'acqua, e alle immersioni fino a 1,5 metri d'acqua.

L'annuncio appena fatto da Realme ha riguardato esclusivamente l'aspetto del design e dei materiali di realizzazione della serie Realme 14 Pro. Inoltre, il focus è stato particolarmente dedicato a Realme 14 Pro+, ma intuiamo che arriverà anche una versione base.

Al momento quindi non abbiamo dettagli ufficiali sulla scheda tecnica dei nuovi modelli dell'azienda cinese. E, allo stesso modo, non abbiamo indicazioni ufficiali su disponibilità e prezzo di lancio della serie Realme 14 Pro per il mercato italiano.

Ipotizziamo che entro le prossime settimane avremo maggiori dettagli in merito, torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.

Per rimanere in tema, qui sotto trovate alcune delle nostre raccolte aggiornate che vi aiuteranno nel caso in cui dobbiate scegliere un nuovo smartphone:

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Ora possiamo chattare con ChatGPT su WhatsApp: ecco come

Thu, 12/19/2024 - 14:42

ChatGPT arriva ufficialmente nelle nostre chat WhatsApp, in una maniera più integrata rispetto a quanto abbiamo visto in precedenza. La novità arriva insieme alla possibilità di chiamare addirittura telefonicamente ChatGPT, novità che purtroppo è riservata agli utenti statunitensi per il momento.

Negli ultimi anni abbiamo visto un'esplosione dei servizi con intelligenza artificiale, a partire proprio da ChatGPT che è diventata sempre più trasversale e multipiattaforma (ecco le migliori app per l'intelligenza artificiale).

Nelle ultime ore negli Stati Uniti è arrivata la possibilità di chiamare addirittura ChatGPT. OpenAI infatti ha reso disponibile un numero telefonico per ChatGPT. Gli utenti statunitensi potranno quindi comporre il numero, corrispondente a +1 (800) 242-8478, per parlare telefonicamente con l'intelligenza artificiale.

Si tratta di una novità che andrà a beneficio di coloro che hanno necessità di interloquire con l'intelligenza artificiale di ChatGPT senza avere a disposizione una connessione internet. Si tratta quindi di un'interazione che si basa esclusivamente tramite connessione telefonica.

In Italia questa opzione non è disponibile, visto che si tratta di un numero statunitense. Nell'ambito della stessa novità però arriva la possibilità di chattare direttamente con ChatGPT su WhatsApp. Per farlo basta salvare il contatto menzionato prima in rubrica e avviare una nuova chat. Una via molto più rapida è scansionare il codice QR che trovate qui in basso.

Una volta scansionato dovrete confermare di voler avviare una chat con ChatGPT, che si configura come un account business, e poi iniziare a inviare messaggi. ChatGPT su WhatsApp funziona perfettamente anche in italiano, come potete vedere dagli screenshot che trovate nella galleria qui sotto.

Dalla nostra prova abbiamo constatato che ChatGPT spezzerà le risposte in più messaggi in caso di contenuti particolarmente lunghi.

Del resto, se ci è già riuscito Copilot, era solo una questione di tempo prima che lo facesse anche ChatGPT.

E sempre in tema di ChatGPT, qui sotto vi lasciamo una serie di guide che potrebbero interessarvi per ottimizzare il vostro utilizzo dell'AI:

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LEGO gioca la carta nostalgia: tornano le navi spaziali BLACKTRON, e voi tornate bambini (ma con più disponibilità economica)

Thu, 12/19/2024 - 10:23

Se siete cresciuti con i LEGO negli anni '80 e '90 ricorderete sicuramente le tante linee Space, fra cui quella originale, Space Police, Ice Planet, Roboforce e Blacktron.

Proprio quest'ultima torna alla carica a distanza di quasi 40 anni con il set LEGO Blacktron Renegade! Fa sempre parte della linea Icons da collezione, proprio come il mitico LEGO Esploratore galattico uscito nel 2022, riedizione del modello del 1979.

Scopriamo tutti i dettagli sul nuovo set che arriverà a brevissimo anche in Italia tramite il LEGO Store!

Gruppo LEGO Fan Italia

La nuova versione del Blacktron Renegade si ispira alle linee del passato, ma non manca un tocco moderno, soprattutto nelle tecniche di costruzione che si sono decisamente affinate.

L'astronave asimmetrica in questione è stata ricreata con un nuovo design modulare che include, oltre al corpo astronave principale, anche una capsula di lancio per il rover planetario e 2 speeder spaziali montati sulle ali. Non mancano 3 minifigure Blacktron e un droide da assemblare, dotati dei classici accessori della serie.

Tramite le istruzioni presenti su LEGO Builder è anche possibile usare i pezzi inclusi in confezione per una costruzione alternativa: si può riprodurre una versione aggiornata del Blacktron Alienator degli anni '80, un altro celebre set della linea in questione.

Una volta assemblato il modello è anche abbastanza grande: si parla di 47 centimetri di lunghezza e 30 centimetri di larghezza, per un altezza di circa 9 cm. In tutto il set è composto da 1.151 pezzi.

LEGO Icons Blacktron Renegade #10355 arriva sul LEGO Store online e nei negozi fisici il 4 gennaio 2025. Gli utenti LEGO Insiders potranno accaparrarselo in anteprima dal 1° al 3 gennaio prossimi.

Il prezzo di listino ammonta a 99,99€. Sempre gli utenti Insiders accumuleranno 750 punti con l'acquisto. Vi lasciamo con altre immagini del set e con il box per l'acquisto.

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Android Auto si aggiorna risolvendo un problema fastidioso, ma non per tutti

Thu, 12/19/2024 - 10:06

Arriva un nuovo aggiornamento per Android Auto (vi ricordiamo la guida per collegare Android Auto), uno di quelli che sarà particolarmente apprezzati perché introduce un fix per un problema fastidioso. Google ha infatti rilasciato un nuova versione di Android Auto, con la quale dovrebbe essere stato risolto uno dei problemi più recenti.

Android Auto sta vedendo un cospicuo supporto software (ecco come aggiornare Android Auto all'ultima versione) da parte di Google, con alcuni grandi rinnovamenti arrivati negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda l'interfaccia utente, e costanti aggiornamenti minori.

La versione che è stata appena rilasciata fa riferimento alla build 13.2. Come specificato proprio da Google, questo aggiornamento di Android Auto dovrebbe risolvere i problemi che causavano dei lag nell'esecuzione del sistema durante il suo utilizzo. Questi problemi si riferivano soprattutto ai contenuti audio, quando si utilizzava Android Auto in modalità wireless (quali sono le auto compatibili con Android Auto wireless).

Questo problema è stato segnalato da un numero abbastanza rilevante di utenti, e per quasi tutti il bug si è tradotto in lag consistenti durante lo streaming audio. Questo aggiornamento dovrebbe aver risolto il bug, anche se in realtà non sembra essere andato a segno per tutti.

Alcuni utenti infatti ancora stanno segnalando problemi simili, anche dopo aver effettuato l'aggiornamento ad Android Auto 13.2. Le segnalazioni indicano problemi di lag allo streaming dei contenuti audio, e anche durante le chiamate vocali. Passando alla modalità cablata invece i problemi scompaiono.

Sembra dunque assodato che il bug colpisce esclusivamente Android Auto wireless. Non possiamo quindi essere sicuri che il bug audio sia completamente risolto.

L'aggiornamento che abbiamo appena descritto ad Android Auto 13.2 dovrebbe essere già in fase di distribuzione avanzata. Successivamente è arrivata anche la versione 13.3, e la versione 13.4 per coloro che hanno la beta. Al momento non abbiamo nuove menzioni al fix del problema audio. Quindi Google potrebbe essere tornato al lavoro per risolverlo, torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.

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Fire TV è più facile da usare per chi ha problemi di vista e udito, ma la novità più importante da noi ancora non c'è

Thu, 12/19/2024 - 09:43

Fire TV fa un passo avanti dal punto di vista dell'accessibilità: Amazon ha infatti presentato tre nuove funzioni che renderanno almeno alcuni suoi migliori TV e dongle più semplici da utilizzare per chi ha problemi di vista e udito. 

Stiamo parlando di un supporto maggiore dello streaming audio per apparecchi acustici e un nuovo packaging che consente di avviare la guida rapida più facilmente. Purtroppo la novità più importante, il Dual Audio, da noi non sarà disponibile, almeno per il momento. 

Come forse alcuni di voi sapranno, alcuni dispositivi Fire TV sono in grado di inviare l'audio direttamente verso gli apparecchi acustici supportati. 

Il protocollo, chiamato Audio Streaming for Hearing Aids (ASHA), consente quindi anche a chi problemi di udito di ascoltare i propri contenuti preferiti. 

È possibile quindi associare dispositivi acustici Bluetooth compatibili, come apparecchi acustici, protesi cocleari e dispositivi acustici a conduzione ossea ai dispositivi Fire TV supportati. 

Arrivano gli apparecchi Widex

In precedenza erano solo supportati gli apparecchi acustici Starkley e i dispositivi acustici Cochlear, ma ora Fire TV sta espandendo il supporto ASHA per includere tutti gli apparecchi acustici Widex Moment behind-the-ear (BTE) e receiver-in-canal (RIC).

La novità è possibile grazie alla collaborazione con WS Audiology (WSA), l'azienda creta in seguito alla fuzione tra Sivantos Group e Widex.

Gli apparecchi e i dispositivi acustici compatibili sono supportati su:

  • Fire TV Cube (2ª Generazione)
  • Fire TV Cube (3ª generazione)
  • Fire TV Omni QLED Series
  • Fire TV Serie 4
  • Fire TV 2-Series
  • Fire TV Omni Mini-LED Series (non disponibili da noi)
Come funziona lo streaming audio sugli apparecchi acustici

Per associare un dispositivo alla Fire TV, bisogna andare nelle impostazioni della Fire TV cliccando sull'icona a forma di ingranaggio nella Home, poi selezionate Accessibilità.

Qui cliccate su Apparecchi acustici e selezionate Aggiungi apparecchi acustici. Ora seguite le istruzioni per aggiungere il dispositivo. 

La novità più interessante annunciata da Amazon però è l'arrivo della funzione Dual Audio su alcuni modelli della sua serie di smart TV

Cos'è Dual Audio

Se infatti lo streaming audio sugli apparecchi acustici consente di vedere un contenuto, limita l'esperienza di visione solo a un utente. Cosa c'è di più bello di vedere un film insieme alla famiglia? 

È qui che interviene la funzione Dual Audio, che consente a tutti di vedere lo stesso contenuto contemporaneamente. Dual Audio infatti invia l'audio simultaneamente sia attraverso un apparecchio acustico che sugli altoparlanti, così si possono guardare i contenuti insieme, indipendentemente dall'udito.

Per impostare Dual Audio, basterà andare nelle Impostazioni della Fire TV e poi cliccare su Accessibilità, da qui sarà possibile attivare la funzione Dual Audio, che consentirà di accoppiare un apparecchio acustico. 

Su quali dispositivi è disponibile Dual Audio

Arriviamo alla brutta notizia: Dual Audio non sarà disponibile da noi. Amazon infatti ha implementato la funzione sulla sua Fire TV più potente, la Fire TV Omni Mini-LED

La TV, disponibile nei formati da 55, 65, 75 e 85 pollici con un prezzo di partenza di 739,99 dollari, non fa parte della gamma arrivata in Italia una decina di giorni fa (così come le soundbar). 

Questo significa che non potremo utilizzarla, e non sappiamo se e quando questi apparecchi arriveranno da noi (o se Amazon espanderà la funzione a più dispositivi Fire TV).

L'ultima novità riguarda chi ha problemi di vista. Come forse avrete visto nella nostra recensione i Echo Show 21 (o se avete acquistato di recente un dispositivo Amazon Echo, Kindle o Fire TV), il gigante dell'eCommerce ha cambiato il packaging, che ora utilizza un 30% in più di materiali riciclati e ha il colore del cartone. 

Cosa sono i codici QR con marchio tattile

In questi imballaggi è stato introdotto un nuovo codice QR con marchio tattile che consente ai clienti non vedenti o ipovedenti di scansionare rapidamente le istruzioni digitali di configurazione del dispositivo, oltre che le sezioni di aiuto e risoluzione dei problemi.

Il nuovo codice QR si trova nell'angolo in alto a sinistra sul pannello posteriore della Guida rapida del dispositivo, all'interno della scatola, ed è dotato di punti UV tattili e rialzati per migliorare la reperibilità.

I clienti possono sentire i punti UV tattili e in rilievo per orientare il telefono e scansionare il codice QR con la fotocamera. Successivamente, verranno indirizzati alla Guida rapida digitale migliorata del prodotto su Amazon.com, dove troveranno informazioni localizzate sul prodotto, utili suggerimenti per la configurazione e la risoluzione dei problemi, guide video con didascalie e altro su come utilizzare le funzionalità di accessibilità di un prodotto.

Su quali dispositivi si possono trovare

I nuovi codici QR con marchio tattile sono inclusi nelle confezioni dei seguenti dispositivi Amazon:

  • Serie Fire TV Omni Mini-LED (non disponibile in Italia)
  • Serie Fire TV Soundbar Plus e serie Fire TV Soundbar (non disponibili in Italia)
  • Echo Show 15
  • Echo Show 21
  • Echo Spot
  • Kindle Paperwhite
  • Kindle Colorsoft
  • Kindle Scribe

Amazon ha promesso che presto arriveranno su più imballaggi di prodotti, da Fire TV a Kindle ed Echo.

Se avete un dispositivo Echo forse non sapete che potete creare gruppi di speaker o accoppiarli a un dispositivo Fire TV: ecco una serie di guide che fanno al caso vostro!

L'articolo Fire TV è più facile da usare per chi ha problemi di vista e udito, ma la novità più importante da noi ancora non c'è sembra essere il primo su Smartworld.

8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller recensione: bello, economico e funziona alla grande

Thu, 12/19/2024 - 09:00

A seguire trovare un video breve in cui vi faccio vedere da vicino tutte le caratteristiche principali di 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller.

L'unboxing di 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller è molto rapido, perché in confezione trovate lo stretto indispensabile.

  • Controller
  • Cavo con connettore USB-C a USB-A
  • Adattatore wireless (2,4 GHz) con connettore USB-A per il PC
  • Manuale utente

Non ci sono altri accessori (custodia, borsetta) o componenti di ricambio.

Da apprezzare la coerenza della colorazione: nel mio caso il controller è verde e anche l'adattatore e il cavo sono della stessa tonalità. Una finezza niente male per un prodotto di fascia bassa.

  • Connettività: cablata, dongle USB (2,4 GHz), Bluetooth
  • Porte: USB-C
  • Peso: 200 g
  • Dimensioni: 145,81 x 103,57 x 62,29 mm
  • Batteria: 480 mAh
  • Autonomia: 19 ore (2,4 GHz) / 32 ore (Bluetooth)
  • Ricarica: 2 ore
  • Compatibilità: PC Windows 10 (e successivi), Android 9.0 (e successivi)

8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller è un dispositivo certificato solo con PC Windows e Android. In realtà, grazie alla tripla connettività (cablata, Wi-Fi e Bluetooth) è possibile collegarlo anche ad altri dispositivi, compresi computer con macOS o Linux.

Non sono compatibili le console, quindi né PS5Xbox. Per Switch esiste invece una versione a parte, identica in tutto ma certificata solo per la console Nintendo.

Il design di questo modello è minimale, chiaramente ispirato al pad ufficiale per Xbox, visto che utilizza la stessa disposizione dei tasti. L'impugnatura è molto comoda, la texture sul retro aumenta il grip. L'ergonomia generale è più che promossa.

Da segnalare che sulla parte superiore è presente un ingresso USB-C, ma non ci sono jack audio o altri connettori. Il piccolo selettore per le modalità (2,4 GHz o Bluetooth) si trova sul retro.

Il confronto diretto tra 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller e i controller ufficiali per Xbox Series X e PS5 certificano la bontà del design di 8BitDo.

A livello dimensionale, questo modello è molto simile al controller Xbox, anche se ha le parti laterali meno inclinate all'infuori. Rispetto al DualSense di PS5 è più stretto e molto più ergonomico.

Batte tutti anche per il peso: solo 200 grammi (con batteria integrata), molti meno sia rispetto al controller Xbox (con due pile AA inserite) che al DualSense di PS5 (con batteria integrata), che pesano entrambi 280 grammi circa.

Le funzionalità più peculiari di questo gamepad sono quello che lo rendono davvero accattivante. 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller ha infatti alcuni aspetti tecnici che lo differenziano dai concorrenti.

  • Polling rate a 1000 Hz (in 2,4 GHz e cablato)
  • Due pulsanti extra (R4 e L4)
  • Stick con effetto Hall
  • D-pad a croce

Sono tutte funzioni di sostanza, che ottimizzano l'esperienza utente e danno concreti vantaggi in gaming.

Si tratta, quindi, di un prodotto sobrio e serio. Non ci sono schermetti, LED RGB o altri orpelli. Tutto è pensato per offrire una buona esperienza di gioco, avendo in mano un controller leggero, solido e funzionale.

8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller viene riconosciuto in automatico quando lo si collega a un PC o a un dispositivo Android. Non c'è bisogno di alcune software per poterlo utilizzare.

Se però volete aggiornare il firmware, è necessario scaricare il programma 8BitDo Ultimate Software V2 dal sito ufficiale dell'azienda. Si tratta dello stesso software usato per la configurazione della tastiera 8Bitdo Retro Mechanical Keyboard, ma per il controller non sono supportate funzioni di regolazione dei pulsanti o altre impostazioni.

Lo ripeto per chiarezza: il software serve solo per aggiornare il firmware, nient'altro.

Essendo un prodotto economico non mi aspettavo un supporto software di alto livello, come visto ad esempio su ROG Raikiri Pro. Penso, però, che si sarebbe potuto fare qualcosa in più.

Dato che la suite software esiste già, sarebbe stato interessante poterla usare per configurare anche questo dispositivo, magari dando all'utente la possibilità di regolare la sensibilità dei grilletti o la zona morta degli stick analogici. Peccato che 8BitDo non ci abbia pensato.

Secondo la scheda tecnica, 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller ha un'autonomia fino a 32 ore se usato in Bluetooth e fino a 19 ore in connettività 2,4 GHz. La batteria interna è da 480 mAh, si ricarica completamente in circa 2 ore.

I valori sono abbastanza buoni, anche se sotto la media rispetto ad altri concorrenti. Il controller ufficiale Xbox arriva a 40 ore d'autonomia, il già citato ROG Raikiri Pro va oltre le 48 ore.

Durante le mie prove, sono riuscito ad arrivare anche oltre le 20 ore d'utilizzo in connettività 2,4 GHz. L'autonomia è promossa, va bene per un prodotto di questa fascia.

L'opinione che mi sono fatto usando per qualche settimana questo 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller è che sia un prodotto molto concreto, ben ottimizzato sotto tutti gli aspetti.

Ho apprezzato la scelta del design, penso che gli stick asimmetrici siano molto più comodi di quelli simmetrici. Lo stile, così minimale e privo di orpelli, mi è piaciuto sin da subito.

In mano la sensazione di solidità è sempre molto buona. I pulsanti sono stabili e hanno una corsa profonda. Sia i tasti dorsali che i grilletti sono precisissimi, e vale lo stesso anche per gli stick analogici.

Solo il D-pad a croce è meno solido rispetto al resto: il click è preciso, soddisfacente, ma la croce balla un po' nel suo incavo.

Ho usato poco i due pulsanti dorsali extra (R4 e L4), che possono servire da tasti macro in alcuni giochi. Bisogna ricordarsi di configurarli, quando il gioco lo permette, e questo è il limite più grande. Mi fa comunque piacere che ci siano, la loro posizione è abbastanza "nascosta" da renderli innocui quando non si vuole usarli.

8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller è disponibile all'acquisto da luglio 2024, con un prezzo di listino pari a 29,99€ per il mercato europeo.

Potete acquistarlo su Amazon o sul sito ufficiale dell'azienda. Sono disponibili 4 colorazioni diverse: menta, pesca, verde e viola.

Il rapporto qualità/prezzo è eccellente, su questo non ci sono dubbi. Trovare un controller wireless a meno di 30€ che sia così solido, concreto e carino è davvero un'impresa. Proprio per questo, 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller è un best buy da non perdere.

Faccio qualche confronto per darvi un po' di contesto: il controller ufficiale Xbox costa 59€ di listino (45€ in sconto), il ROG Raikiri Pro viene 169€ di listino (129€ al momento), il Turtle Beach REACT-R costa 45€ di listino ed è solo cablato.

L'unica vera limitazione può essere la compatibilità, che come detto è limitata a PC e Android, anche se funziona con tanti altri prodotti che hanno connettività Bluetooth. Se vi serve un controller che funzioni ovunque, anche su PS5, Xbox e Switch, dovete andare su soluzioni più costose.

Il sample per questa recensione è stato fornito da 8BitDo, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

L'articolo 8BitDo Ultimate 2C Wireless Controller recensione: bello, economico e funziona alla grande sembra essere il primo su Smartworld.

Google rilascia Android 16 DP2: il futuro ci aspetta

Wed, 12/18/2024 - 23:37

Proprio in tempo per Natale, Google rilascia una nuova versione di Android 16. Si tratta sempre della Developer Preview, la versione per sviluppatori con la quale Google ha anticipato una piccola parte delle novità che vedremo con il nuovo robottino verde.

Nelle ultime ore ci è giunta notizia della disponibilità di Android 16 DP2, la Developer Preview del major update che ci aspetta, molto probabilmente, entro giugno prossimo.

Ormai sappiamo bene che quest'anno Google vuole anticipare i tempi, e questo coinvolge anche il rilascio delle nuove versioni di Android. Con Android 16 infatti sembra che Google abbia in mente di rilasciare la stabile almeno tre mesi prima rispetto a quanto fatto negli scorsi anni.

E la nuova DP2 di Android 16 poco prima di Natale fa parte di questo percorso anticipato. Si tratta della seconda release per sviluppatori, e quindi non ancora adatta a un uso quotidiano da parte dell'utente medio. Le novità però ci sono, andiamo a vedere quelle più interessanti:

  • Scorciatoia per avviare le note dalla schermata di blocco.
  • Sblocco tramite riconoscimento dell'impronta anche a display completamente spento.
  • Nuove icone per i dispositivi Bluetooth connessi.
  • Nuova modalità sperimentale per la modalità colore del display.
  • Maggior controllo del feedback aptico per le app. Questo significa che anche le app di terze parti potranno accedere a diversi livelli e modalità di feedback aptico con Android 16.
  • Il refresh rate adattivo prenderà sempre più piede, anche con le app di terze parti.
  • Si prepara l'introduzione dello strumento di ricerca all'interno del selettore delle immagini per Android 16. In questo modo selezionare le immagini da condividere sarà ancora più semplice.
  • Maggiore sicurezza e privacy per la connettività Wi-Fi.
  • Connessione salute supporta anche la sincronizzazione dell'intensità delle attività fisiche.
  • Nuove API per il supporto delle gesture predittive da parte delle app di terze parti. Le gesture predittive sono quelle che mostrano un'anteprima dell'interfaccia che si vedrebbe completando la gesture di navigazione.

Quelle che abbiamo visto sono le novità principali di questa seconda Developer Preview. Risulta abbastanza chiaro che si tratta di novità che riguardano principalmente gli sviluppatori. Per ulteriori dettagli sulle altre minori vi suggeriamo di leggere il post completo pubblicato sul sito ufficiale di Android.

Trattandosi di una Developer Preview, questa build non è in fase di distribuzione via OTA. Sarà necessario installarla manualmente per provarla. Per farlo sarà necessario accedere a questo link dove troverete la procedura e i link di download. Si tratta di una procedura che prevede lo sblocco del bootloader, un'operazione che implica il reset del dispositivo ai dati di fabbrica (ecco come fare un backup su Android).

Ora il prossimo passo è la prima beta pubblica (in questo senso vi ricordiamo la guida per entrare nella beta di Android). Secondo le tempistiche condivise da Google in precedenza, il rilascio è previsto per gennaio 2025.

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Nothing Phone (2) e Phone (2a) Plus brindano con Android 15: ecco le novità

Wed, 12/18/2024 - 23:01

Arrivano delle ottime notizie per coloro che hanno uno degli smartphone di Nothing (ecco quali sono i migliori smartphone sotto i 400 euro). Nothing Phone (2) e Phone (2a) Plus si aggiornano ufficialmente con Android 15.

Si tratta di un major update a tutti gli effetti per i due modelli di Nothing, ovvero due tra i modelli più recenti lanciati dall'azienda. L'aggiornamento arriva dopo i primi assaggi di Android 15, rilasciati attraverso le beta.

L'aggiornamento ad Android 15 per Nothing Phone (2) e Phone (2a) Plus arriva con la NothingOS 3.0, la nuova versione della personalizzazione di Android sviluppata da Nothing. Sin dal lancio dei primi modelli dell'azienda abbiamo visto come questa interfaccia sia particolarmente votata al minimalismo, con una grafica sicuramente riconoscibile.

Andiamo quindi a vedere quali sono tutte le novità introdotte con l'aggiornamento ad Android 15 sui dispositivi di Nothing:

  • Arriva la nuova app Galleria, nativa di Nothing. Si tratta di un'app che arriva con interessanti funzionalità, come la ricerca avanzata delle immagini, e strumenti per l'editing avanzati, come filtri, markup e suggerimenti per le modifiche.
  • Arrivano gli Shared Widgets, ovvero i widget condivisi. Si tratta di widget per cui è possibile avviare la condivisione con familiari e amici, in modo che siano sempre sincronizzati.
  • Sempre in tema di personalizzazione e utilità, arriva il nuovo Countdown Widget. Si tratta di un widget che dovrebbe supportarci nel ridurre le distrazioni e mantenere la concentrazione per un certo tempo.
  • Con Smart Drawer sarà possibile organizzare in maniera più rapida e accurata il proprio drawer delle app. Si tratta di una funzionalità supportata dall'intelligenza artificiale, in grado di categorizzare automaticamente le app in cartelle specifiche.
  • Miglioramenti per i Quick Settings.
  • Migliorata la modalità di visualizzazione pop-up.
  • Miglioramenti per le performance in termini grafici.

Se volete avere una panoramica vi suggeriamo di dare un'occhiata al video riepilogativo che trovate sul forum ufficiale Nothing. L'aggiornamento è attualmente in fase di distribuzione automatica per Nothing Phone (2) e Phone (2a) Plus. Entro la fine dell'anno, il major update dovrebbe avere raggiunto tutti coloro che hanno uno dei due modelli.

Oltre a questo, Nothing ha anche comunicato che l'aggiornamento ad Android 15 con NothingOS 3.0 arriverà anche per altri modelli. Ci saranno sicuramente Nothing Phone (1), Phone (2a) Plus e CMF Phone 1. Per questi tre modelli la distribuzione è prevista con l'inizio di gennaio.

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La SIM che fa diventare ogni smartphone compatibile eSIM

Wed, 12/18/2024 - 17:31

Nelle nostre recensioni di smartphone parliamo spesso di eSIM, ovvero delle SIM virtuali che permettono di avere nuovi numeri di telefono nel proprio smartphone senza dover acquistare una SIM fisica, velocizzando il processo, soprattutto quando si viaggia all'estero, ma non solo.

Il problema delle eSIM è uno solo: gli smartphone non compatibili con questa tecnologia. Per questo lo abbiamo segnalato spesso nelle nostre recensioni come un difetto non di poco conto, soprattutto sugli smartphone di fascia alta, ma non solo.

Grazie ad un commento sotto ai nostri video abbiamo però scoperto quella che sembra essere la soluzione definitiva a questo problema. Si chiama eSIM.me ed è una SIM fisica (nel formato classico, micro o nano) che aggiunge il supporto alle eSIM tramite la sua applicazione per smartphone. Una soluzione tanto semplice quanto geniale.

La soluzione è tanto semplice quanto geniale e vi permetterà di avere una SIM virtuale in praticamente qualsiasi smartphone. L'azienda sul sito offre una lista di compatibilità ma tendiamo a pensare che funzioni con ogni smartphone. Si inserisce la SIM nello smartphone, si configura le eSIM tramite l'applicazione (con tutti i più classici metodi con cui l'avreste già configurata) e dopodiché si inizia subito a utilizzarla.

L'applicazione permette di impostare vari dati per tenere traccia di quale eSIM sia stata acquistata a quale scopo e di installarne più di una sulla stessa eSIM.me. Sono 5 nel piano Single, 10 nel Multi e 15 nell'Omni. Questi piani hanno anche un'altra differenza sostanziale: il primo funziona solo sul primo smartphone su cui si attiva, Multi funziona solo su smartphone dello stesso marchio del primo su cui si attiva, mentre Omni non ha limiti su quanti smartphone si può spostare. Se volete spostare una Single o una Multi oltre i limiti concesso ogni spostamento costa 10€. Ragionevole se si pensa che probabilmente è qualcosa che si farà solo di rado.

eSIM.me costa 24,95€ nel piano Single, 39,95€ in quello Multi e 69,95€ in quello Omni. Se volete potete anche acquistare le eSIM vendute da eSIM.me, ma non è obbligatorio e potete utilizzare qualsiasi operatore. Noi abbiamo provato una eSIM Iliad e una Saily (qui potete averla con il nostro sconto promozionale). Con la versione Omni potete spostare le SIM ovunque (anche in un feature phone) e portarvi dietro numero di telefono e connettività.

eSIM.me in sostanza risolve con una spesa unica un problema che per tanti diventa un limite enorme nella scelta dello smartphone. E che ora non lo sarà più. Potete acquistare eSIM.me sul sito ufficiale dell'azienda.

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