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Recensione Oura Ring 4: il miglior smart ring è abbastanza?
La prima cosa che si nota è che è cambiata la base di ricarica di questo anello. Rimane una base "classica", ma adesso di forma squadrata, dove si poggia l'anello al centro per avviare la ricarica. Il modo migliore per essere sicuri di allinearlo correttamente è quello di posizionare il piccolo trattino nella stessa direzione del led di stato sulla base. Peccato che Oura non abbia colto l'occasione di aggiornarsi con una base powerbank come fanno Samsung Galaxy Ring e Ringconn. È però aumentata l'autonomia diventando uno dei migliori in tal senso. L'azienda parla di 8 giorni, noi possiamo confermarne almeno 6 pieni (comprensivi delle notti) nell'utilizzo reale. Decisamente niente male.
Cambia la costruzione dell'anello che adesso non è solo rivestito in titanio ma è interamente realizzato in titanio. La finitura argento lucida che abbiamo ri-provato anche su questo modello tende a trattenere abbastanza i segni della vita, fin dal primo momento. Aiuterà a dargli un aspetto più realistico rispetto ad un anello non smart. Valutate voi se questo si avvicina al vostro gusto. L'anello resiste ad acqua e polvere e può tranquillamente essere utilizzato nel quotidiano, anche in bagno mentre ci laviamo.
Oura Ring 4 è disponibile in tante taglie diverse e potrete anche ricevere un kit di misurazione prima dell'acquisto per scegliere quello più adatto a voi. È stata riprogettata poi la parte interna dove non ci sono più i "bulbi" sporgenti per far sì che i sensori siano più a contatto possibile con la pelle. Non c'è più bisogno e questo sembra effettivamente non pregiudicare la precisione delle misurazione. Vi semplificherà però l'inserimento e la rimozione dell'anello, creando decisamente meno frizione. A noi piaceva il design "tagliato" della terza versione, ma capiamo che una forma perfettamente circolare e più classica possa essere di più ampia adozione.
La configurazione con lo smartphone tramite Bluetooth è semplicissima ed è anche molto stabile. Non ci ha mai dato problemi di disconnessione. Dalle impostazioni dell'app potete anche mettere l'anello in modalità aereo se volete temporaneamente disabilitare il Bluetooth.
Ancora una volta il punto chiave di questo dispositivo rimane la sua applicazione. Il fatto che l'anello integri tutta quella tecnologia è veramente stupefacente, ma tutto questo non varrebbe nulla se non venisse tradotto in informazioni davvero utili per l'utente dall'applicazione per smartphone.
In alto ci sono i quattro badge di prontezza, sonno, attività, frequenza cardiaca e stress. Ciascuno riporta ad una pagina dettagliata che è il vero cuore di questo software. Non solo infatti numeri, ma anche una rappresentazione grafica e testuale che davvero è un valore aggiunto, per capire meglio il nostro corpo e il nostro livello di benessere. Per ogni voce mostra quali sono gli indicatori che compongo il punteggio e se toccati avrete una spiegazione più dettagliata di cosa significano e di come impattano la nostra vita.
E ancora una volta più di tutti Oura sembra riportare fedelmente in dati le nostre sensazioni. Due giorni particolarmente difficili in termini di malessere si sono tramutati in dati ben chiari e leggibili, con anche un pratico consiglio di abbassare temporaneamente le proprie pretese in termini di statistiche attivando nell'app la Modalità Riposo.
Nella home page vengono mostrati poi dei widget, dinamici in base al momento della giornata, per mettere in risalto alcuni valori, come quello dell'obiettivo di attività, lo stress diurno oppure la frequenza cardiaca. Una comodità di Oura è sicuramente quella di poter "taggare" vari momenti della giornata, permettendovi nel tempo di estrarre informazioni utili sulla correlazione fra benessere e alcuni eventi, come l'assunzione di caffeina o di medicinali.
Ci sono poi delle pagine dedicate al riepilogo di tutti i parametri vitali e al riepilogo della propria salute con dei dati relativi alla resilienza, alla salute del cuore (con una stima "dell'età cardiovascolare") e alla qualità del sonno.
Se fate molto sport però Oura Ring non fa ancora per voi. Dall'applicazione è possibile infatti avviare una sessione di attività fisica. Oura Ring può anche raccogliere i dati in automatico di alcune attività (come camminate, corse o bici) e poi chiedervi conferma nell'app per aggiungerle definitivamente. Lo fa con maggiore precisione rispetto ai concorrenti, così come anche il tracciamento del battito cardiaco durante lo sport ci è sembrato migliore degli altri prodotti, ma ancora non all'altezza di smartwatch e sportwatch.
Tutto questo però è strettamente collegato all'abbonamento da 6€ al mese, senza il quale il vostro Oura Ring diventa un anello quasi puramente estetico. Il punto chiave è uno: nessun anello smart è come Oura Ring se l'obiettivo dell'acquisto è il tracciare il proprio benessere in modo preciso e anche utile. E la differenza con i concorrenti nella chiarezza delle informazioni può davvero valere i 6€ al mese richiesti per l'abbonamento. Il problema è che in pochi saranno disposti a investire questa cifra su questo tipo di prodotti, considerando anche i 399€ necessari per l'acquisto dell'anello, che salgono fino a 549€ in base alla finitura.
A margine di questa recensione abbiamo realizzato un video che speriamo possa comunque spiegare le nostre ragioni per cui anche il miglior anello smart in circolazione, com questo Oura Ring 4, non è riuscita a convincerci che il mercato degli anelli smart sia davvero decollato.
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La nuova fascia media di Samsung esce allo scoperto: come sarà Galaxy A26
Samsung non si ferma mai, soprattutto se parliamo di smartphone (ecco quali sono i migliori smartphone sotto i 400 euro). Nelle ultime ore è arrivato un nuovo e interessante leak per Galaxy A26, il quale ci mostra il suo design in anteprima.
Galaxy A26 sarà uno dei prossimi modelli della fascia media di casa Samsung, il suo debutto non avverrà fino al prossimo anno molto probabilmente. Abbiamo però di vedere come sarà.
Tradizionalmente abbiamo visto Samsung sperimentare anche con i modelli di smartphone di fascia media. I dispositivi della serie Galaxy A hanno proposto negli anni delle interessanti innovazioni. Questo varrà anche per il prossimo Galaxy A26?
Le immagini che trovate nella galleria in basso ci mostrano come dovrebbe essere il nuovo dispositivo di Samsung. Abbiamo modo di vedere il suo design dal punto di vista anteriore e posteriore.
Sul retro non vediamo particolari novità rispetto a quanto abbiamo visto con il modello precedente. Vediamo un modulo fotografico con tre sensori disposti in verticale, localizzati all'interno di un'ellisse. Questo modulo appare lievemente in rilievo rispetto al resto della cover posteriore. Al suo fianco troviamo il singolo flash LED.
Anteriormente vediamo un display con bordi abbastanza pronunciati, un aspetto abbastanza atteso considerando la caratura di questo modello. Vediamo un notch a goccia che dovrebbe ospitare la singola fotocamera anteriore.
Sul profilo laterale vediamo una delle poche novità evidenti di questo modello. Ovvero quella che è definita come Key Island, una zona in rilievo del profilo laterale che include i pulsanti volume e di spegnimento. Il senso questo rilievo, che abbiamo visto anche su altri modelli di smartphone, è quello di rendere più facilmente raggiungibili i pulsanti che, statisticamente, sono i più usati dall'utente medio.
Sempre lateralmente vediamo poi il carrellino della SIM, la porta USB-C ma non il jack audio. In termini di dimensioni, il display dovrebbe avere una diagonale da 6,64", mentre le dimensioni del dispositivo dovrebbero corrispondere a 164 x 77,5 x 7,7 mm. Il modulo fotografico posteriore dovrebbe sporgere di circa 2 mm.
Sotto al cofano dovremmo trovare un processore Exynos 1280, accoppiato a 6 GB di RAM e aggiornato ad Android 15. Al momento non sappiamo ancora quando arriverà, ma i rumor indicano che potrebbe debuttare a meno di 300 dollari negli Stati Uniti.
Avete già un modello di Samsung e volete sapere se potete ottimizzare ulteriormente il suo utilizzo? Date un'occhiata alle guide che trovate di seguito:
- Come attivare la funzione sospetto spam su Samsung
- Come personalizzare un telefono Samsung
- Cos'è la Samsung One UI
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Il Black Friday Telepass è il canone zero per un anno: come aderire
Anche Telepass si unisce al coro delle offerte per il Black Friday, il quale si fa sempre più intenso. Il popolare servizio di telepedaggio ha appena lanciato delle nuove offerte. Il Black Friday di Telepass potrete avere addirittura il canone zero per un anno.
Le offerte di Telepass per il Black Friday che sta per entrare nel vivo riguardano diversi profili di abbonamento al servizio di telepedaggio. Andiamo a vederle insieme e come aderire.
Per il Black Friday che stiamo per vivere anche Telepass ha deciso di lanciare diverse offerte. Queste riguardano i due principali profili di abbonamento al servizio che permette di pagare il pedaggio in maniera automatica.
Vediamo quindi quali sono le due offerte principali di Telepass per il Black Friday:
- Telepass Base: attivando il profilo di abbonamento base di Telepass si avrà il canone zero per il primo anno. Inoltre, per ogni pedaggio effettuato in Italia tra il 20 dicembre 2024 e il 15 febbraio 2025 si otterrà un cashback del 50%, con un limite massimo di 25 euro. Attivando l'offerta sarà anche possibile scegliere il colore preferito del dispositivo Telepass.
- Telepass Plus: attivando il profilo di abbonamento più avanzato del servizio di telepedaggio si avrà il canone zero fino al 30 giugno 2026. Come per l'offerta base, sarà possibile avere il cashback del 50% per ogni pedaggio pagato in Italia nel periodo tra il 20 dicembre 2024 e il 15 febbraio 2025, con un limite massimo di 25 euro. Inoltre, si avranno sconti dedicati su 17 tratti autostradali, e un giorno di skipass gratis nei comprensori convenzionati.
Le offerte che abbiamo appena descritto saranno disponibili fino al prossimo 2 dicembre. Dunque, per approfittare del canone gratuito per il primo anno, e fino a giugno 2026 per il profilo Plus, sarà necessario procedere all'attivazione entro il 2 dicembre 2024.
Per aderire alle offerte descritte sarà necessario scegliere una delle due a disposizione dall'app Telepass. Per avere gli sconti sarà necessario inserire il codice BFBASE24 per l'offerta Base, BFPLUS24 per la Plus. Alternativamente, sarà possibile attivare le offerte direttamente nei punti vendita Telepass sul territorio.
È bene sottolineare che allo scadere delle offerte descritte, ovvero dopo il primo anno per l'offerta Base e dopo il 30 giugno 2026 per l'offerta Plus, il canone mensile si rinnoverà automaticamente a 3,90 euro e a 4,90 euro rispettivamente per Telepass Base e Telepass Plus.
Se siete frequentatori più o meno abituali delle autostrade potrebbero interessarvi le guide che trovate nell'elenco che segue:
- Come pagare il pedaggio autostradale
- Come calcolare il pedaggio autostradale
- Come funziona il tutor in autostrada
- Come verificare un mancato pagamento in autostrada
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La nuova serratura smart di Nuki diventa velocissima e più piccola, ma non piacerà a tutti
Nuki ha appena annunciato la nuova Smart Lock Ultra, una serratura smart tre volte più veloce e tre volte più piccola delle precedenti soluzioni del marchio.
Scopriamo caratteristiche, prezzo e arrivo sul mercato del dispositivo, che supporta nativamente Matter ma necessita per la prima volta di sostituzione del cilindro.
Le novità più evidenti della nuova Nuki Smart Lock Ultra, la quinta generazione della serratura smart del marchio, sono le dimensioni e la velocità. Merito del nuovo motore brushless, che deriva direttamente da quello delle auto elettriche.
Un motore brushless si distingue infatti da un motore a spazzole in quanto è dotato di rotore a magneti permanenti, e quindi non ha contatti sull'albero rotore.
Questo ha consentito di aumentare la velocità di apertura a 1,5 secondi invece dei due-tre della media delle serrature smart sul mercato (e fino a tre volte più veloce delle Nuki di generazioni precedenti). Tre sono le velocità tra cui si può scegliere:
- Insane, che blocca e sblocca la serratura in meno di un secondo e mezzo
- Standard, che ci impiega invece due secondi
- Gentle, che in caso di doppia mandata privilegia la riduzione del rumore, ma va a velocità più basse
Il nuovo motore, molto più efficiente, ha consentito anche di ridurre le dimensioni: ecco quindi che la Nuki Smart Lock Ultra non presenta l'ingombrante pacco batteria dei modelli precedenti. Qui sotto potete vedere un confronto dimensionale tra la nuova serratura e quella di quarta generazione, tre volte più grande.
Nuove batterieBasta scegliere tra batterie alcaline o batterie ricaricabili: ora c'è una batteria ai polimeri di litio da diversi mesi di autonomia (e la ricarica avviene in circa due ore).
Per quanto riguarda la modalità di ricarica, c'è una nuova presa magnetica con cavo di due metri che consente di effettuare la procedura direttamente sulla porta.
Nuovo designOltre alle dimensioni ridotte, la nuova Nuki Smart Lock Ultra mantiene l'iconico cerchio a LED, ma non è più necessario scegliere l'anello di base, nero o bianco, al momento dell'acquisto.
La nuova Nuki Smart Lock Ultra offre ovviamente il supporto nativo a Matter tramite Thread per l'integrazione a Google Home, Amazon Alexa o Apple Casa, ed è dotata di funzioni W-Fi integrate.
Inoltre è compatibile con gli accessori Nuki, e consente di aprire e chiudere comodamente tramite impronta digitale o codice PIN.
Come con la generazione precedente, tramite app si può gestire la serratura, assegnare fino a 200 autorizzazioni individuali all'accesso, attivare funzioni intelligenti come Auto Unlock o la modalità notturna e molto altro.
Non solo, ma Nuki ha anche semplificato la migrazione dei dati dalla vecchia serratura alla nuova con una nuova funzionalità.
A differenza delle precedenti Nuki, la nuova Smart Lock Ultra prevede la sostituzione obbligatoria del cilindro. L'Universal Cylinder, comprensivo di tre chiavi metalliche, è stato appositamente concepito per le serrature elettroniche Nuki. Il dispositivo offre la classe di sicurezza più elevata ed è incluso di serie nella confezione.
Nuki garantisce che il montaggio si può effettuare in appena 15 minuti grazie alle istruzioni visuali step by step direttamente nell'app, senza perforazioni, altri attrezzi e competenze tecniche specifiche.
C'è però una buona notizia: Nuki ha promesso che arriverà anche una versione della serratura che non obbligherà a sostituire il cilindro. Secondo Nuki, si tratta di un buon 70% degli utenti, e quindi hanno tutto l'interesse a lanciare una soluzione retrofit: stando ad alcune testate, dovrebbe arrivare l'anno prossimo.
Nuki Smart Lock Ultra sarà disponibile da inizio dicembre nel Nuki Shop e nel Nuki Pro Shop a partire da 349 euro, con il cilindro universale premium in dotazione. Se volete essere tra i primi a comprarla, potete preregistrarvi sul sito Nuki Shop.
Chi vuole, può acquistare il nuovo Universal Cylinder, comprensivo di tre chiavi metalliche e compatibile con tutte le Nuki Smart Lock a partire dalla seconda generazione, al prezzo invariato di 99 euro.
La casa è più intelligente che mai con l'arrivo di Matter: ma cosa significa esattamente? Ecco una serie di approfondimenti che vi aiuteranno a comprendere meglio questo universo, e magari qualche idea per semplificarvi la vita!
- Cos'è un thread border router e a cosa serve
- Come impostare le previsioni del tempo su Google Home
- Come funziona HomeKit
- Come funziona Home Assistant
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Recensione Dreame L10s Ultra Gen 2: un nome, una garanzia
Il Dreame L10s Ultra Gen 2 mantiene il classico design circolare dei suoi predecessori, con una torretta Lidar per la navigazione e la mappatura degli spazi, e una videocamera 3D frontale per il riconoscimento degli oggetti. Questa volta però non può essere sfruttata per la sorveglianza. A livello estetico, non ci sono grandi cambiamenti, ma l'integrazione della nuova tecnologia MopExtend RoboSwing, che permette ai mop di estendersi di 4 cm, rappresenta una novità pratica per migliorare la pulizia di bordi e angoli difficili da raggiungere. La base di ricarica è leggermente più alta rispetto a quella del modello precedente, ma rimane compatta e ora include un sistema di asciugatura ad aria calda per i mop. Questo sistema di asciugatura riduce la possibilità di cattivi odori e la proliferazione batterica, ma richiede più spazio e potrebbe risultare ingombrante per chi dispone di aree limitate per posizionare la base. Tenente anche in considerazione che il rumore prodotto dal sistema di asciugatura si potrà sentire in modo abbastanza distinto in un ambiente molto silenzioso, anche se per esperienza si tende a farci l'abitudine.
Potenza di Aspirazione e PuliziaLa potenza di aspirazione del L10s Ultra Gen 2 è stata aumentata a 10.000 Pa, un valore che garantisce una pulizia più efficace, e che potrebbe addirittura risultare eccessivo per chi non ha tappeti spessi o particolari esigenze di pulizia profonda. La spazzola centrale in gomma si conferma utile per sollevare detriti e peli di animali dai tappeti. Il robot è compatibile anche la spazzola opzionale TriCut che tagli i capelli che dovessero rimanere impigliati nella stessa. Da tradizione Dreame la spazzola laterale è una sola. I due mop rotanti sono comunque efficaci, anche se la mancanza di un sistema magnetico per la loro rimozione rende l'operazione di manutenzione meno agevole rispetto ad altri modelli.
Il serbatoio dell'acqua per la pulizia è da 80 ml e viene riempito automaticamente dalla base prima di ogni ciclo di lavaggio. Questo serbatoio integrato è piuttosto piccolo ma è qualcosa di cui non dovrete preoccuparvi visto che tornerà alla base a riempirsi ogni qualvolta ne avrà bisogno. La capacità di sollevamento dei mop fino a 10,5 mm aiuta a evitare che i tappeti vengano bagnati, anche se sui bordi potrebbe non sempre essere perfetto, specialmente con tappeti più spessi. Non può lasciare i suoi moci in base come fa invece il fratello L40 Ultra.
Base di Ricarica e SerbatoiLa base di ricarica è un elemento importante del L10s Ultra Gen 2. Rispetto al modello precedente, è leggermente più alta e consente di integrare serbatoi più grandi: 4,5 litri per l'acqua pulita e 4 litri per quella sporca. Questa capacità extra è un vantaggio, soprattutto per chi ha ampie superfici da pulire, ma i serbatoi più grandi aumentano le dimensioni complessive della base, che potrebbe risultare ingombrante per qualcuno (anche se niente in confronto a L20 Ultra). Il sacchetto della polvere da 3,2 litri riduce la necessità di frequenti svuotamenti, rendendo la manutenzione più semplice, anche se il costo dei sacchetti potrebbe rappresentare un fattore da considerare nel lungo termine. Il robot non offre la funzionalità di riscaldamento dell'acqua per il lavaggio funzione che rimane prerogativa di altri modelli. Fra tutti vi consigliamo L10s Pro Ultra Heat che viene spesso venduto ad un prezzo paragonabile a quello del modello che stiamo recensendo.
Autonomia e PrestazioniIl Dreame L10s Ultra Gen 2 offre una buona autonomia, arrivando fino a 210 minuti in sola aspirazione e oltre 2 ore in modalità combinata di aspirazione e lavaggio. Questa autonomia è adeguata per la maggior parte delle case di grandi dimensioni, ma potrebbe essere insufficiente per abitazioni particolarmente estese o con più livelli. La batteria da 5.200 mAh garantisce una lunga durata e difficilmente dovrete preoccuparvi dei suoi limiti. Può comunque tornare alla base per caricare e poi ripartire.
App e Funzionalità SmartL'applicazione Dreamehome è ben progettata e offre comunque molte opzioni di personalizzazione. Il software permette di pulire tutta la casa, solo alcune stanze, oppure solo alcune aree. Riconosce in automatico i tappeti e li aggiunge alla mappa, mentre eventuali arredi li potrete aggiungere solo manualmente alla mappa. Ovviamente ci sono varie opzioni per correggere la mappa che crea in automatico, ma noi non abbiamo avuto alcun bisogno di sfruttarle. La pulizia personalizzata vi garantirà la possibilità di scegliere se aspirare, lavare o eseguire entrambe le operazioni. Potrete ovviamente scegliere fra livelli di potenza diversi e anche fra livelli di umidificazione del panno differenti. Infine potrete decidere se effettuare una pulizia standard è veloce.
Ma è utilizzando il robot nella sua modalità automatica CleanGenius che otterrete il meglio. Aumenterà leggermente il consumo d'acqua ma non dovrete più preoccuparvi di nulla e il robot gestirà in automatico la miglior pulizia per stanza. Dalle impostazioni potrete anche modificare come deve pulire i tappeti (pulendoli per prima, evitandoli o aumentando la potenza su di essi) e scegliere quando deve intervenire il robot nell'estendere il braccio del mop lateralmente. Infine troverete anche tutte le opzioni per la gestione della base, fra cui l'aggiunta di detersivo, il tempo di asciugatura o la frequenza di auto-svuotamento.
PrezzoDreame L10s Ultra Gen 2 viene lanciato sul mercato a 699€, che è davvero un buon prezzo. La versione di prima generazione, che però nel confronto non consiglieremmo costa 599€. L'unico dubbio potreste averlo nello scegliere fra questo e la versione (più datata e senza MopExtend) con l'acqua calda. Lo trovate anche su Amazon. Controllate il box a seguire per eventuali sconti.
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Pixel Tablet 2 potrebbe adeguarsi alla folla di emuli di iPad, purtroppo
Se il Pixel Tablet originale è stato una mezza delusione, con il successore Google intende rimediare ad alcune asperità, su tutte la mancanza di una tastiera.
A quanto pare, la GrandeG ha ascoltato le nostre richieste, perché Pixel Tablet 2 porterà una serie di novità, tra cui un nuovo chip, una nuova fotocamera e l'ormai immancabile accessorio. Scopriamo tutti i dettagli dall'ultima anticipazione.
Ma come sarà il prossimo Pixel Tablet 2? Non se ne sa moltissimo, ma grazie a una fonte interna di Google, Android Authority è riuscito a pubblicare alcune informazioni che ci danno un'idea piuttosto precisa di cosa attenderci.
Il chip: Tensor G4 o G5?Il dispositivo, il cui nome in codice dovrebbe essere "Kiyomi", sarà dotato di un chip aggiornato, anche se non si sa se l'attuale Tensor G4, utilizzato nella serie Pixel 9, o il prossimo Tensor G5.
Kamila Wojciechowska ha pubblicato un'anticipazione, un paio di settimane fa, secondo cui il Pixel Tablet 3 verrà lanciato nel 2027 con un chip Tensor G6 ridimensionato rispetto a quello usato sui telefoni premium.
A quanto pare infatti Google avrebbe utilizzato per i Pixel 7a e 8a chip leggermente inferiori rispetto ai fratelli maggiori. Con il passaggio a TSMC, però, sembra che utilizzerà componenti che verrebbero altrimenti buttati via. Questo significa che i prossimi Pixel serie A e Tablet dovrebbero avere ridotte capacità sulle funzioni complesse, come quelle legate all'intelligenza artificiale sul dispositivo.
Secondo alcuni osservatori, comunque, Pixel Tablet 2 utilizzerà il Tensor G4 (che ricordiamo non essere ancora prodotto da TSMC ma da Samsung). Questo permetterà l'uscita video e garantirà sette anni di aggiornamenti.
Comparto fotograficoUn'altra novità dovrebbe riguardare il comparto fotografico, che dovrebbe essere aggiornato con un modulo più recente. Ancora non si conoscono le specifiche, purtroppo, ma sembra che migliorerà la resa dell'attuale modello.
Ricordiamo che il Pixel Tablet originale ha una fotocamera, sia anteriore che posteriore, da 8 MP con apertura ƒ/2.0, sensore da 1/4 di pollice, 1,12 μm, e un FoV a 84°.
Finalmente la tastieraRicordate per quanto si è parlato di una tastiera per il Pixel Tablet? Ormai tutti i produttori di tablet offrono, almeno da acquistare separatamente, una tastiera e una penna per usare i dispositivi per la produttività.
A un certo punto sembrava che Google avrebbe lanciato i due accessori, ma poi evidentemente ci ha ripensato. Il motivo non è mai stato chiarito (si è parlato di "problemi di qualità" secondo una fonte interna a Google). Secondo alcuni osservatori, ci si riferiva al supporto alle tastiere esterne.
Dal lancio del Pixel Tablet, Google ha infatti lavorato su molte funzioni di questo tipo, come le finestre desktop, nuove opzioni di accessibilità della tastiera, un nuovo tutorial sul touchpad, un nuovo gesto del touchpad, un menu di scelta rapida da tastiera rinnovato, e il supporto per l'aggiornamento del firmware di tastiere e stili connessi. Non solo, ma è stato anche introdotto il supporto per la scrittura a mano in Gboard usando la penna, e molto altro.
Insomma, i tempi sono evidentemente maturi, e stando a quanto riportato il nuovo Pixelt Tablet 2 sarà dotato di una cover dotata di tastiera. L'aggancio avverrà tramite pin pogo sul retro, e non dovrebbe essere troppo dissimile da quella del OnePlus Pad 2.
Non si è parlato di una penna, quindi non sappiamo se arriverà, ma sarebbe logico attendersi di sì. Inoltre non sappiamo se la tastiera sarà inclusa o verrà venduta a parte.
Il sistema operativoQuesto dipende da quando verrà lanciato il nuovo Pixel Tablet 2, quindi possiamo attenderci Android 15 o Android 16.
Se vi aspettavate un cambio di design per il prossimo Pixel Tablet 2, sarete delusi. La fonte che ha svelato queste novità ha dichiarato che il dispositivo "non sarà così diverso dal Pixel Tablet originale".
Questo non vuol dire che sarà esattamente uguale. Sembra che i primi prototipi del Pixel Tablet 2 abbiano cornici leggermente ridotte, soprattutto quella superiore e inferiore.
Inoltre è stata variata la disposizione di alcuni componenti, come la fotocamera e il pulsante di accensione a sinistra, il bilanciere del volume in alto a sinistra e il terzo foro del microfono accanto alla fotocamera invece che sul lato destro.
Nel complesso, però Google manterrà lo stesso stile.
Purtroppo non abbiamo informazioni su quando arriverà il prossimo Pixel Tablet 2 né quanto costerà. Speriamo che Google migliori altri aspetti attualmente un po' duri da digerire, come lo schermo a 60 Hz o l'audio del dock, che è dotato dello stesso driver da 43,5 mm del Nest Hub e non di quello da 75 mm del Nest Audio.
Senza parlare del fatto che il dock costi 100 euro, esattamente come un Nest hub o un Nest Audio, ma senza essere dotato delle funzionalità di questi dispositivi. E non può essere usato separatamente dal tablet.
Siete alla ricerca di un tablet Android? Non c'è bisogno di aspettare che Google lanci il prossimo Pixel Tablet: ecco una serie di dispositivi che vi permetteranno di sfruttare al meglio il vostro divano, lavorare in mobilità o occupare i tempi morti di un viaggio in autobus.
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Recensione Samsung S90D: 3 ottime ragioni per farsi un TV OLED
La smart TV Samsung S90D è caratterizzata da un design "LaserSlim" estremamente sottile e quasi privo di cornici.
Guardando dei contenuti scuri ai bordi, queste ultime diventano quasi invisibili, ma anche in caso contrario, basta trovarsi a un paio di metri di distanza dal televisore per non avere quasi la percezione di dove finisce l'immagine e dove finisce invece la TV stessa.
Ma la cosa che colpisce di più è senz'altro lo spessore del pannello, paragonabile a quello di una moneta da un euro. Anzi, anche inferiore.
Al netto della parte che include tutta la componentistica, il processore, le porte e altro, lo schermo in sé per sé è davvero ridotto ai minimi termini, e il profilo in metallo satinato lo completa perfettamente.
Se si può parlare di "eleganza" per un televisore, questo S90D è senz'altro un ottimo esempio.
È chiaro che comunque parliamo di un "blocco nero" tanto più largo quanto più ampia è la sua diagonale, particolarmente adatto all'installazione a parete, o comunque in interni moderni. Chi non voglia "rovinare" una parete a questo modo dovrà per forza andare su soluzioni di proiezione, ma questo è un altro discorso.
L'unica perplessità in tutto ciò è relativa all'installazione. Con un pannello tanto sottile bisogna stare attenti, e se un 55 pollici è ancora gestibile in solitaria, dal 65 pollici in poi è bene essere in due.
La cosa buona è che le due staffe che sostengono la TV sono a incastro: non c'è nulla da avvitare, quindi il loro montaggio è quantomai rapido. Una volta appoggiato il televisore sul suo mobile basta far scorrere la base su di loro e il gioco è fatto. Diverso il discorso per l'installazione a parete, nel qual caso è necessario prima predisporre il supporto adatto e poi, sempre almeno in due, procedere ad agganciarvi il televisore.
L'installazione tramite tecnici appositi potrebbe togliervi l'ansia di rovinare subito il vostro nuovo televisore, pagato fior di quattrini, e non saremo certo noi a biasimare chi dovesse sceglierla.
La serie S90D utilizza un pannello QD-OLED (Quantum Dot OLED) con tecnologia HDR+, che garantisce un elevato livello di contrasto e una grande precisione cromatica avanzata, grazie alla sua capacità di regolare la luminosità di ogni singolo pixel.
Non solo, ma questo modello è anche stato certificato da Pantone, per ribadire la sua bontà nella riproduzione delle tonalità della pelle e dei colori reali. Inoltre il rivestimento antiriflesso aiuta, ma non elimina, i problemi dei possibili aloni luminosi.
La visione in un ambiente privo di luci, soprattutto volendo riprodurre contenuti scuri, rimane comunque consigliata, perché se c'è una cosa che il nero autentico degli OLED fa bene è anche riflettere qualsiasi fonte di luce ci sia nella stanza, come evidenziano alcune immagini a seguire.
Film in 4K (HDR)Chi non sia abituato ai neri assoluti della tecnologia QD-OLED rimarrà senz'altro a bocca aperta vedendo un film in alta risoluzione. La resa cromatica e il contrasto superiore rendono ogni scena una gioia per gli occhi, soprattutto in presenza di forte predominanza dei toni scuri, riprodotti senza alcun effetto "grigio scuro", tipico delle TV LED tradizionali.
Sono senz'altro questi i contenuti per cui vale la pena passare a un televisore di questo tipo, e pertanto dovrebbero rappresentare la maggior parte del tempo speso con una TV del genere.
A monto di questo però bisogna considerare una inevitabile componente di gusto personale. Per quanto particolare, non a tutti può piacere la resa di un OLED. Finché si tratta dell'interfaccia di uno smartphone o di un PC è un conto, ma quando abbiamo davanti un film, ovvero una scena che vuole essere realistica, un'immagine di questo tipo può apparire un po' artefatta.
C'è poi il nodo dell'assenza di supporto al Dolby Vision, che è ormai la critica più ripetitiva che viene mossa ai TV Samsung. Una critica, a mio modo di vedere, abbastanza sterile ormai. Samsung ha deciso di non pagare, e "si accontenta" del suo HDR10+ Adaptive, che sfrutta comunque i metadati dinamici e garantisce una resa che su un televisore di questo tipo è paragonabile a quella del Dolby Vision. Solo gli occhi davvero più allenati potrebbero notare delle eventuali differenze, ma per il grande pubblico rischia di essere una polemica sterlie.
Per quanto riguarda il nemico giurato degli OLED, i riflessi, soprattutto durante la visione diurna c'è un buon miglioramento rispetto alla generazione precedente, complice sia la finitura antiriflesso che una luminosità massima superiore alla media degli OLED (ma non al pari con i mini LED). Ciò non vuol dire che i riflessi siano del tutto assenti. Del resto i neri perfetti sono appunto l'ideale specchiare anche la più piccola fonte di luce, come potete apprezzare dalla video recensione e dalle immagini in questo contenuto.
2. Serie TV (HD e UHD)In una serie TV, dove il focus è spesso sulla naturalezza dei toni della pelle e su un buon bilanciamento cromatico, la QE65S90DATXZT non lascia certo a piedi. E nel caso i contenuti fossero in risoluzione HD, l'upscaling AI li rende più definiti e adatti al grande schermo.
Un altro elemento su cui non abbiamo insistito finora è l'ampio angolo di visione, che consente di avere una buona resa anche se non si è seduti esattamente di fronte allo schermo, cosa che magari torna comodo quando il salotto è affollato di spettatori.
Sul rischio burn-in, altro elemento ricorrente quando si parla di OLED, non ci possiamo esprimere più di tanto, nel senso che non abbiamo provato il televisore abbastanza a lungo da farcene un'idea. Certo, Samsung adotta le sue accortezze, ma una volta di più non è questo il TV da tenere tutto il giorno accesso su uomini e donne (tramissione scelta in modo del tutto casuale - NdR).
Digitale terrestreLa visione di contenuti a bassa risoluzione, come quelli trasmessi via digitale terrestre in SD o HD, è generalmente accettabile, ma non eccezionale. Il processore AI effettua un buon lavoro di upscaling, ma non può eliminare del tutto le limitazioni legate alla bassa qualità del segnale.
La compressione del segnale provoca a volte artefatti o perdita di dettaglio che non sono evitabili, e in un certo senso è la qualità stessa del pannello a evidenziare certi difetti
Chi acquisti un televisore di questo tipo pensando di guardare per la maggior parte del tempo il digitale terrestre e qualche serie TV ha probabilmente sbagliato target; oppure non si fa problemi a spendere di più.
SportGli eventi sportivi, caratterizzati da movimenti rapidi e dettagli che devono essere sempre chiari e ben visibili, hanno qui di che mostrarsi in tutto il loro splendore.
I rapidi tempi di risposta dei pixel OLED assicurano che anche i dettagli in rapido movimento, come il pallone o i giocatori, rimangano nitidi. E di nuovo l'angolo di visione ampio torna comodo durante una serata con gli amici per tifare tutti assieme per la propria squadra del cuore.
VideogiochiDopo i contenuti in UHD, i videogiochi sono probabilmente il secondo (o primo) miglior motivo per acquistare una televisione del genere. Tutto ciò che abbiamo detto sulla qualità visiva in precedenza ben si sposa con il gaming infatti, che dei contrasti forti fa spesso la sua ragion d'essere. Ma non è questo l'unico motivo per cui S90D è perfetto per giocare.
La barra di gioco, richiamabile in qualsiasi momento, permette di gestire e visualizzare al volo diverse impostazioni, tra cui input lag (circa 5ms in 4K@120fps), fps e VRR. Sono infatti supportati FreeSync Premium Pro e Variable Refresh Rate, per una sincronizzazione ottimale tra la frequenza di aggiornamento del display e il frame rate del gioco, riducendo fenomeni come tearing e stuttering.
Il refresh rate è di 120 Hz ma può spingersi fino a 144 Hz con un PC compatibile. In generale non c'è bisogno di una console per giocare, perché sono supportati tutti i principali servizi di giochi in streaming, da GeForce Now ad Amazon Luna. Se siete abbonati, le app native sono già presenti e pronte a farvi giocare.
Collegare qualsiasi tipo di controller, da quelli Xbox a quelli PlayStation, è questione di un attimo, grazie alla procedura guidata in italiano. Rete permettendo, ci vogliono pochi secondi per essere online e giocare.
Equipaggiata con il processore NQ4 AI Gen2, lo stesso che troviamo nella collaudata serie Neo QLED, la S90D ha sia la potenza di calcolo necessaria a garantire un'interfaccia fluida che gli strumenti IA giusti per ottimizzare la qualità dell'immagine e del suono.
Ad esempio, il Real Depth Enhancer si propone l'obiettivo di ricreare lo stesso senso di profondità che percepisce l'occhio umano, regolando il contrasto dei soggetti in primo piano e il loro livello di dettaglio, un po' come fanno istintivamente i nostri occhi, che si concentrano di più su ciò che è di fronte a loro.
Il Motion Xcelerator (supporto fino a 4K a 144Hz) vuole invece migliorare la nitidezza e la fluidità delle scene in movimento. E poi non finisce certo qui, ci sono tante funzioni di "ottimizzazione intelligente" delle scene e della luminosità del televisore, che però ritrovate pari pari anche sul sito Samsung e sui manuali della TV.
Nella pratica - sarò forse io all'antica - ma tutta questa "tecnologia" non è sempre un bene. O meglio, non sempre riproduce per forza l'immagine più gradevole per tutti; perché poi alla fine lo scopo è quello.
Si tratta di giocare un po' con i vari automatismi, provarli con vari tipi di contenuto, e trovate quelli più soddisfacenti per ciascuno di noi. Io, ad esempio, ho disattivato abbastanza velocemente la modalità intelligente, non perché non facesse ciò che doveva, ma perché non sempre mi piaceva come lo faceva, e lo stesso vale per l'EyeComfort Mode, che riduce i toni blu la notte. D'altro canto c'è chi potrebbe gradirlo, per quanto alteri un po' la resa delle immagini, ma non siamo qui per discutere dei gusti personali.
Quel che non manca, su una smart TV Samsung, sono proprio i contenuti. Ci sono app per ogni gusto ed esigenza. Nominate un servizio di streaming e c'è di sicuro la sua app, e questo vale per video, musica e giochi. E non finisce certo qui.
Tizen è un sistema operativo ormai consolidato, il cui unico difetto era forse lo scarso supporto software nel tempo da parte di Samsung, ma l'azienda pare intenzionata a rimediare.
E qualora non ci fosse niente di interessante sul digitale terrestre e voleste provare qualcosa di diverso dai soliti Netflix & Co., Samsung TV Plus ha sempre qualcosa da dire (ed è gratuita).
La home di Tizen non è certo priva di suggerimenti, anzi il problema è forse che ce ne sono fin troppi. La prima riga in particolare contiene gli ultimi dispositivi collegati e le trasmissioni in diretta e consigliate per te, che partono anche in riproduzione automatica nel loro piccolo riquadro già pochi secondi dopo che avete spostato il focus su di lui. La TV stessa sembra non voler stare zitta un secondo e del resto è proprio quello lo scopo.
Se parliamo di immersione, di farsi coinvolgere da un contenuto, in particolare un film o una serie TV emozionante, l'audio conta anche più del video.
Questa affermazione, che non è una provocazione, è particolarmente vera in TV OLED come questo, dove le immagini sono così straordinarie che da una parte colpiscono per la loro resa, ma dall'altra tolgono un po' di realismo, proprio perché il nostro occhio non si fa ingannare da tutto quel contrasto.
L'orecchio invece può essere ingannato molto più facilmente, soprattutto se i suoni sono realistici e posizionati correttamente nello spazio. È molto più facile che sia un colpo improvviso che sentirete provenire a fianco a voi a farvi saltare sul divano, che non un'esplosione fine a sé stessa, per quanto bella e spettacolare.
Tutto questo per dire che l'S90D supporta giustamente il Dolby Atmos e utilizza la tecnologia Object Tracking Sound (OTS)+, che segue il movimento degli oggetti sullo schermo per creare un'esperienza sonora immersiva. Ma questo non sempre basta. L'audio integrato, pur essendo di qualità, ha bisogno di una spinta in più per ottenere davvero l'effetto di cui prima, ed è un peccato spendere 1.500-2.000 euro per un televisore e poi ritrovarsi con un'esperienza sonora che non fa del tutto da contraltare alle immagini.
Per questo c'è bisogno di un sistema dedicati, soundbar più eventuali subwoofer e satelliti. Samsung ovviamente gioca in casa funzionalità, e grazie alla funzionalità Q-Symphony l'audio della TV e delle soundbar compatibili si sincronizzano e lavorano assieme, garantendo un bel boost all'effetto surround.
Detto questo, anche un buon sistema di terze parti, come la recente Sonos Arc Ultra che abbiamo recensito saprà assistervi alla grande. Basta entrare nell'ordine di idee che anche l'orecchio vuole la sua parte (e la sua spesa), ma se gliela darete saprà appunto ripagarvi con ancora più coinvolgimento di prima.
Il prezzo di listino di Samsung S90D è di 1.549€ per il 55 pollici, 2.099€ per il 65 pollici (quello che abbiamo in prova), 2.999€ per il 77 pollici e 4.049€ per l'83 pollici.
Online è già facile trovarli a cifre inferiori, ma attenzione al numero del modello. Il 65 pollici in particolare, venduto da Samsung, ha numero di modello QE65S90DATXZT, che dovrebbe essere quello associato ai pannelli QD-OLED, gli altri dovrebbero invece usare i WOLED (prodotti da LG), che sono qualitativamente un po' inferiori. Attenzione quindi, prendendolo da rivenditori terzi, a far combaciare questo numero, perché in caso contrario potreste avere il pannello sbagliato.
Emblematico il caso di Amazon: nella ricerca si trova solo il modello QE65S90DAEXZT (in teoria WOLED), ma nella descrizione del prodotto c'è invece il seriale QE65S90DATXZT. La discriminante dovrebbe essere la presenza, o meno, della E nel codice.
C'è insomma confusione, e questo è un peccato sia per l'utente non informato (che quindi acquisterà "a caso") che per quello informato, che non ha vita facile nel trovare il modello "giusto".
Il sample per questa recensione è stato fornito da Samsung che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
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Il Black Friday di DAZN offre il piano Standard a 14,90 euro al mese
Siamo ormai nel pieno periodo del Black Friday, e non solo le aziende puramente tech offrono interessanti sconti. Anche DAZN nel periodo del Black Friday lancia un'offerta molto interessante per i suoi potenziali nuovi clienti, la quale parte da 14,90 euro al mese.
L'offerta appena lanciata da DAZN per il Black Friday si rivela particolarmente interessante per chi ha intenzione di attivare un nuovo abbonamento con il proprio account. Vediamo di cosa si tratta.
Le offerte appena lanciate da DAZN per il Black Friday riguardano soprattutto il piano Standard, quello che permette di accedere all'intero catalogo della piattaforma con un solo profilo alla volta.
Andiamo a vedere quali sono le opzioni di abbonamento in sconto:
- Piano Standard Mensile: 19,90€ al mese per 3 mesi anziché 44,99€
- Piano Standard Annuale con pagamento dilazionato in 12 mensilitá: 14,90€ al mese per i primi 3 mesi, poi 34,99€ per i restanti 9 mesi (il piano prevede una permanenza di 12 mesi).
- Piano Standard Annuale con pagamento in un'unica soluzione: 259€ per un anno anziché 359€
Si tratta quindi di offerte che prevedono uno sconto per un periodo di tempo limitato sull'abbonamento al piano Standard. La tariffa più bassa mensile la troviamo per il piano di abbonamento che prevede il vincolo di permanenza di 12 mesi.
In questo caso lo sconto più consistente lo troviamo sui primi tre mesi di abbonamento. Molto interessante anche la possibilità di abbonarsi con uno sconto superiore al 50% al piano Standard mensile senza alcun vincolo di permanenza. Anche in questo caso la tariffa mensile, corrispondente a 19,90 euro, è da intendersi scontata per i primi tre mesi di abbonamento.
Per gli altri piani e opzioni di abbonamento non vi sono particolari sconti per il periodo del Black Friday, o almeno non per il momento.
Le offerte che abbiamo appena descritto per il piano Standard di DAZN saranno disponibili fino al prossimo 24 novembre. Per procedere con l'abbonamento non dovrete far altro che accedere al sito ufficiale DAZN, scegliere l'opzione che volete attivare e procedere con l'attivazione sul proprio profilo.
Se invece il vostro abbonamento a DAZN è già attivo e intendete conoscere più a fondo il suo utilizzo e le opzioni che propone, allora vi suggeriamo di leggere le guide che trovate qui sotto:
- Come togliere le informazioni e le statistiche DAZN
- Come vedere DAZN
- Come vedere DAZN su Sky
- Come contattare DAZN
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Xiaomi, Redmi e POCO riceveranno a breve la HyperOS 2.0: ecco tutte le date ufficiali e aggiornate
Da qualche settimana abbiamo conosciuto Android 15, il majour update che prima è arrivato sui Pixel e ora sta arrivando pian piano sui modelli degli altri produttori. In parallelo, la HyperOS 2.0 sta per arrivare su diversi dispositivi Xiaomi, Redmi e POCO. Ora sappiamo anche le tempistiche di lancio grazie alla roadmap appena trapelata.
La HyperOS consiste nella personalizzazione di Android dell'azienda cinese, esattamente come lo è la One UI per Samsung. Il nuovo aggiornamento è alle porte, possiamo dare un'occhiata a quali saranno i modelli che la riceveranno per primi.
Grazie a quanto riferito dal CEO di Xiaomi, Lei Jun, abbiamo modo di vedere la roadmap aggiornata per la HyperOS 2.0. Si tratta della lista dei modelli che riceveranno il nuovo aggiornamento, con annesse le tempistiche di lancio.
La roadmap della HyperOS 2.0 appena pubblicata vale a livello globale, e quindi possiamo star certi che tali tempistiche saranno rispettate anche per i modelli venduti in Italia. Vediamo insieme modelli e tempistiche per la HyperOS 2.0:
Novembre 2024- Xiaomi Mix Flip
- Xiaomi 14T/14T Pro
- Xiaomi 14/14 Ultra
- Xiaomi 13T Pro
- Redmi Note 13/Pro/Pro Plus
- POCO F6 Pro
- POCO X6/X6 Pro
- POCO M6 Pro
- Xiaomi Pad 6s Pro 12.4
- Xiaomi Smart Band 9 Pro
- Xiaomi 13/13 Pro/13 Ultra
- Xiaomi 13T
- Xiaomi 13 Lite
- Xiaomi 12T/12T Pro
- Xiaomi 12/12 Pro
- Xiaomi Mi 11/11 Ultra
- Xiaomi 11 Lite 5G NE
- Redmi K50i
- Redmi 13/13C/13C 5G
- Redmi Note 12/12S/Pro/Pro Plus (including 4G models)
- Redmi 12/12 5G
- POCO F6
- POCO M6
- POCO F5/F5 Pro
- POCO C65
- POCO C75
- POCO X5 Pro 5G
- POCO X4 GT
- POCO F4 GT
- Xiaomi Pad 6
- Redmi Pad Pro/Pad Pro 5G
- Redmi Pad SE 8.7/SE 8.7 4G
- Redmi Pad SE
- POCO Pad
Dalla lista che abbiamo appena visto ci accorgiamo che sono davvero tanti i modelli dell'azienda cinese, e quelli dei brand a essa collegati, che presto riceveranno la HyperOS 2.0. Sottolineiamo che l'aggiornamento alla nuova HyperOS 2.0 prescinde il major update ad Android 15. Abbiamo visto come la serie Xiaomi 14 si sia aggiornata già ad Android 15, sebbene la versione della HyperOS è ferma alla 1.1.
L'arrivo della HyperOS 2.0 dovrebbe introdurre un numero maggiore di novità rispetto all'aggiornamento ad Android 15 con la precedente versione di HyperOS.
Chiaramente non è detto che i modelli elencati saranno gli unici a ricevere la nuova HyperOS, altri modelli potrebbero ricevere l'aggiornamento con l'inizio del nuovo anno. Dunque, se il vostro dispositivo non è in elenco non disperate, l'aggiornamento potrebbe arrivare comunque in un secondo momento.
Se avete un modelli Xiaomi e volete approfondire meglio il suo utilizzo, qui sotto trovate una serie di guide che potrebbero interessarvi:
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Novità tech della settimana: l'iPhone grosso, la macchina del caffè magica, la regina delle smart band e tanto altro
È stata una settimana ricca di prove, qui su SmartWorld.it, con tanti nuovi prodotti recensiti per voi. E tenetevi forte perché le prossime settimane saranno ancora più intense!
Senza quindi ulteriori indugi, vediamo che novità tech ci sono, ricordandovi che "le puntate" precedenti di questa nostra rubrica sono tutte disponibili su questa pagina.
Cremmaet Compactccino Connected è una macchina da caffè superautomatica che promette un espresso di qualità e tante bevande a base di caffè, il tutto con un tocco smart grazie alla compatibilità con un'app dedicata.
Offre 25 varianti di bevande, pressione fino a 19 bar e un display touch per selezionare facilmente le opzioni. Nonostante i buoni risultati, soprattutto per l'espresso, richiede un po' di pratica per personalizzare le impostazioni e adattarle ai gusti italiani. Il serbatoio dell'acqua e il sistema di autopulizia sono pratici, ma comportano un certo consumo.
Ideale per chi vuole un'alternativa alla moka, questa macchina si distingue per versatilità e design compatto, ma pecca per traduzioni non perfette e schiuma non ottimale per il cappuccino.
Leggete la recensione completa di Cremmaet Compactccino Connected per scoprire tutti i dettagli!
Sony LinkBuds Fit sono auricolari true wireless pensati per lo sport, grazie alle alette flessibili che li tengono stabili durante l'allenamento.
La qualità audio è molto buona, con driver dinamici ed equalizzatore personalizzabile. Anche i microfoni garantiscono chiamate chiare. Tuttavia, la cancellazione attiva del rumore non è all'altezza dei top di gamma Sony, e mancano alcune comodità come la ricarica wireless.
Il prezzo elevato li posiziona in una fascia competitiva, ma risultano ideali per chi cerca auricolari comodi e affidabili per l'attività sportiva.
Per ulteriori dettagli, consultate la recensione completa dei Sony LinkBuds Fit.
RedMagic Nova Gaming Tablet è un dispositivo progettato per i gamer, con hardware potente e funzioni specifiche. Dotato di Snapdragon 8 Gen 3, fino a 16 GB di RAM e 512 GB di memoria UFS 4.0, garantisce prestazioni eccellenti.
Il display IPS da 10,9 pollici con refresh rate di 144 Hz offre una buona esperienza visiva, pur non essendo AMOLED. L'autonomia è ottima grazie alla batteria da 10.100 mAh con ricarica rapida a 80W.
Tuttavia, il supporto software limitato e la mancanza del jack audio sono punti deboli. Il design con scocca in alluminio e dettagli RGB lo rende unico, mentre il prezzo competitivo di 499€ lo posiziona come un'ottima scelta per chi cerca qualità a un costo contenuto.
Ulteriori informazioni nella recensione completa di RedMagic Nova Gaming Tablet.
iPhone 16 Pro si conferma uno smartphone top di gamma, ideale per creator e appassionati di video grazie a registrazioni in 4K a 120fps e foto eccezionali. Il display LTPO OLED da 6,3 pollici è luminoso e fluido, mentre la costruzione in titanio garantisce eleganza e robustezza.
Nonostante l'ottima autonomia e prestazioni elevate grazie al chip A18 Pro, le novità risultano marginali, con tasti fisici poco utili e l'assenza di Apple Intelligence. Il prezzo elevato solleva dubbi sulla reale convenienza rispetto ai modelli precedenti.
Scoprite ogni dettaglio nella recensione completa di iPhone 16 Pro!
Luminkey Magger 68 HE è una tastiera meccanica magnetica compatta (formato 65%) che punta su interruttori magnetici e un polling rate altissimo (fino a 8.000 Hz), perfetta per i gamer.
Realizzata con materiali premium come alluminio anodizzato e strati interni in silicone, offre una digitazione silenziosa e precisa. La possibilità di regolare la distanza di attuazione dei tasti e personalizzazioni avanzate tramite software, inclusa la gestione di macro e funzioni multi-livello, ne ampliano le capacità.
Peccato per il solo layout ANSI USA e l'assenza di connettività wireless. Con un prezzo competitivo, è un'opzione eccellente per chi cerca performance elevate e design esclusivo.
Scoprite tutti i dettagli nella recensione di Luminkey Magger 68 HE.
La Canon EOS R5 Mark II si presenta come la miglior mirrorless tuttofare sul mercato, pensata per soddisfare le esigenze di fotografi ibridi. Il sensore full-frame stacked da 45 MP offre una qualità d'immagine eccellente, con una resa cromatica di altissimo livello.
Le funzionalità video professionali supportano risoluzioni fino a 8K, mentre il sistema di autofocus Dual Pixel Intelligent AF garantisce precisione e affidabilità. Tuttavia, il peso e le dimensioni sono impegnativi, e il sistema Eye Control AF potrebbe non convincere tutti. Le funzioni avanzate, unite a un software curato, rendono questa fotocamera ideale per chi cerca versatilità senza compromessi.
Scopri di più nella recensione completa di Canon EOS R5 Mark II.
Dragon Quest III HD-2D Remake è un omaggio visivamente splendido al titolo del 1988, che ha definito i JRPG. La grafica HD-2D è il punto forte, con ambientazioni dettagliate e un ciclo giorno-notte che arricchisce l'immersione.
La colonna sonora riarrangiata regala emozioni, ma il gameplay risente della fedeltà all'originale: i combattimenti casuali frequenti e i menù obsoleti ne limitano il fascino moderno. L'esplorazione rimane stimolante, ma la progressione è rigida e il prezzo di lancio elevato. Consigliato ai nostalgici e agli amanti della saga.
Leggete la recensione completa di Dragon Quest III HD-2D Remake per saperne di più!
Lego Horizon Adventures rappresenta un'inedita collaborazione tra LEGO e PlayStation, proponendo un'esperienza che combina l'umorismo classico dei mattoncini con l'universo di Horizon.
Il gioco abbandona i tipici enigmi e collezionabili LEGO per concentrarsi sull'azione con una visuale dall'alto. Diviso in quattro ecosistemi esplorabili da un hub centrale personalizzabile, il titolo offre gadget creativi e una modalità cooperativa locale fluida e divertente.
Tuttavia, la durata limitata, la ripetitività dei livelli e una certa semplicità nelle meccaniche potrebbero deludere i fan più esigenti. Rimane un'opzione ideale per famiglie e nostalgici.
Leggete la recensione completa di Lego Horizon Adventures per tutti i dettagli!
Xiaomi Smart Band 9 è una smartband compatta e leggera che migliora la già ottima generazione precedente.
Il display AMOLED più luminoso e l'autonomia aumentata fino a 21 giorni sono i punti di forza, insieme al nuovo motore per la vibrazione e al supporto per oltre 150 attività sportive.
Rimangono alcune mancanze, come l'assenza di NFC per i pagamenti rapidi e un'interfaccia menu affollata. Perfetta per chi cerca funzionalità complete a un prezzo accessibile, è un vero best buy nella fascia sotto i 50€.
Leggete la recensione completa di Xiaomi Smart Band 9 per tutti i dettagli!
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Xiaomi Smart Band 9 recensione: la conferma di un vero best buy
La confezione di vendita di Xiaomi Smart Band 9 è molto compatta e contiene pochissimi elementi: il dispositivo, il cinturino ufficiale in TPU, il cavo di ricarica (con connettore proprietario) e il manuale d'istruzioni.
Manca un alimentatore da parete con porta USB. Potete usare qualsiasi altro caricatore, se ne avete già uno in casa.
- Dimensioni: 46,53 x 21,63 x 10,95 mm
- Peso: 15,8 g (senza cinturino)
- Cinturino: TPU (135-210 mm)
- Display: AMOLED da 1,62" (192 x 490 pixel, 60 Hz, 1.200 nit)
- Batteria: 233 mAh (con ricarica magnetica)
- Autonomia: fino a 21 giorni
- Sensori: accelerometro, giroscopio, frequenza cardiaca, luce ambientale
- Impermeabilità: fino a 5 ATM (50 m)
- Connettività: Bluetooth 5.4
- App: Mi Fitness
- Compatibilità: Android 8 / iOS 12 (e versioni successive)
- Colorazioni: Midnight Black, Glacier Silver, Mystic Rose, Arctic Blue
Sia il design che le caratteristiche tecniche principali di Xiaomi Smart Band 9 derivano direttamente dai modelli precedenti. Al netto di una leggera riduzione delle dimensioni e di una piccola estensione dello schermo, l'estetica è sempre quella della Xiaomi Mi Smart Band 6 lanciata nel 2021.
Non che sia un gran peccato, perché la forma della Smart Band di Xiaomi è tra le più comode in assoluto. Le dimensioni molto ridotte e il peso inferiore a 27 grammi la rendono perfetta anche per chi ha un polso sottile.
Sono confermati i pregi e i difetti tecnici delle scorse generazioni.
- Il sensore di luce ambientale permette di gestire automaticamente la lumonosità del display;
- Mancano Wi-Fi, GPS e chip NFC, dunque non si possono usare i pagamenti rapidi;
- Torna il sistema di sgancio rapido per i cinturini, con i due pulsantini sul retro;
- Il corpo della band si può inserire in accessori compatibili, per essere indossato come una collana, piazzato su una scarpa o sulla cintura.
I miglioramenti tecnici ci sono, sono pochi ma importanti. Li analizzeremo meglio nella sezione del confronto tra vecchio e nuovo modello.
Xiaomi Smart Band 9 fa piccoli passi avanti rispetto alla precedente Smart Band 8. Nulla di rivoluzionario, ma ci sono alcune novità che non vanno sottovalutate. Ecco quelle a cui prestare maggiore attenzione.
- Luminosità del display: il nuovo modello raddoppia il picco di luminosità;
- Batteria: più grande di 43 mAh, senza aumentare le dimensioni;
- Autonomia: ben 5 giorni in più (da 16 a 21);
- Connettività: disponibile il Bluetooth 5.4;
- Vibrazione: nuovo motore lineare con 20 modalità esclusive.
I sensori sono praticamente gli stessi, ma Xiaomi dichiara un miglioramento del 16% in accuratezza rispetto alla generazione precedente.
Trovate in basso la tabella con il confronto diretto tra i due modelli. In corsivo sono indicate le specifiche rimaste invariate da una generazione all'altra.
Xiaomi Smart Band 9 è capace di monitorare e registrare dati per oltre 150 sport e attività fisiche. Ha anche alcune modalità di allenamento specifiche per corsa, camminata, ciclismo, tapis roulant, nuoto e altro, attivabili direttamente dal display della band.
Grazie ai sensori integrati, registra costantemente i valori di salute e fitness. Quelli principali sono i seguenti.
- attività giornaliera (passi, calorie, tempo in piedi)
- battito cardiaco
- SpO2 (ossigeno nel sangue)
- stress
- ciclo mestruale
- respirazione
- sonno (Sleep Animal)
Inoltre, è molto interessante la stima della vitalità, una sorta di punteggio per l'attività fisica svolta, che può aumentare attivando le sfide d'allenamento nell'app.
Sono supportati tutti gli strumenti e le modalità già visti sulle Xiaomi Smart Band precedenti, compresi always-on display, widget, informazioni meteo, sveglia, timer, controllo della musica, scatto remoto per la fotocamera e tanto altro.
Per finire, segnalo che è sempre ben gestita la sincronizzazione con lo smartphone per le notifiche: non è possibile rispondere dalla band, ma se si cancellano da una parte vengono cancellate anche dall'altra.
Stesso discorso vale anche per la modalità non disturbare, che se attivata sulla band si attiva in automatico sullo smartphone.
L'app ufficiale per usare Xiaomi Smart Band 9 è l'ormai rodatissima Mi Fitness, già compatibile con la generazione precedente. Un software completo e abbastanza intuitivo, anche se personalmente rimpiango i tempi di Zepp Life, che nel complesso mi sembrava migliore.
Dall'app Mi Fitness è possibile controllare qualsiasi dato registrato dalla smartband, con grafici e statistiche che mostrano con precisione tutte le attività svolte e i valori salvati.
Ovviamente c'è anche il massimo controllo sulle impostazioni della Xiaomi Smart Band 9, che potete modificare a piacimento, ad esempio impostando quali notifiche ricevere e quali schermate visualizzare sul display. Si possono anche scaricare nuove watchface dallo store integrato, ce ne sono tantissime (ma il livello di qualità varia molto).
L'unico grande difetto di Mi Fitness è che ha bisogno di girare sempre in background sullo smartphone per poter sincronizzare i dati con la Xiaomi Smart Band 9. A seconda del sistema operativo del vostro smartphone, potreste avere comportamenti diversi da parte dell'app, non sempre piacevoli.
A volte mi è capitato di non aprirla per qualche giorno, così il sistema ha terminato la sua esecuzione in background. In questo modo, però, è stata interrotta anche la sincronizzazione ed ho perso i dati della mia attività, che non sono stati trasferiti dalla band allo smartphone.
Il pregio più grande di questo nuovo modello è l'autonomia, che è migliorata un po' rispetto alla scorsa generazione. Se la Band 8 durava circa 2 settimane (con utilizzo normale), la Band 9 riesce ad arrivare a quasi 20 giorni di autonomia reale.
Ovviamente molto dipende da quanto e come la utilizzate. Attivando tutte (ma proprio tutte) le funzionalità, l'autonomia si riduce non poco: si riescono a fare al massimo 12 giorni con una sola carica.
Le funzioni più impattanti sull'autonomia sono quelle avanzate. A seguire vi lasciamo un breve elenco con la riduzione media di batteria indicata tra parentesi.
- Monitoraggio avanzato del sonno (-15 ore)
- Punteggio respirazione (-3 ore)
- Monitoraggio stress (-3 ore)
- Monitoraggio SpO2 (-3 ore)
- Attivazione del display sollevando il polso (-2 ore)
- Always-On display (dipende dalla luminosità)
- Uso della modalità allenamento (dipende dalla frequenza)
Se alcune di queste funzioni non v'interessano, potete disattivarle e guadagnare facilmente più autonomia. Anche usando tutto al massimo, sarà comunque impossibile scendere sotto la settimana piena d'utilizzo.
Con la nuova Xiaomi Smart Band 9 mi sono trovato subito a mio agio, e lo dico da utilizzatore di lunga data dei modelli precedenti. D'altronde, le dimensioni e l'interfaccia sono praticamente identiche alla Smart Band 8, dunque non mi sono quasi accorto di portare al polso un modello diverso.
I cambiamenti si vedono solo nei dettagli, eppure fanno la differenza.
- Il display ha la stessa frequenza di aggiornamento (60 Hz) ma sembra più fluido, con animazioni più burrose e reattive;
- La luminosità di picco più elevata risolve quasi del tutto uno dei problemi storici delle smartband Xiaomi, la visibilità sotto al sole diretto;
- Il nuovo motore per la vibrazione è funzionale, produce un effetto più piacevole, che si sente meglio quando il braccio è in movimento.
Non ho notato, invece, grandi differenze a livello di precisione dei dati. Rispetto a smartwatch più completi e potenti, Xiaomi Smart Band 9 tende a sovrastimare o sottostimare alcuni conteggi, soprattutto passi e sonno. Ho visto però che nel complesso le statistiche sono più omogenee, senza gli strani picchi che le Xiaomi Smart Band di vecchia generazione ogni tanto registravano.
La mancanza di GPS e Wi-Fi non si fa sentire molto su un dispositivo del genere. Quello che invece mi piacerebbe avere è il chip NFC per i pagamenti rapidi, una mancanza storica della serie Xiaomi Smart Band nel mercato europeo (solo in Cina esiste una versione dotata di NFC).
Sarebbe auspicabile anche una riorganizzazione dell'interfaccia e dei menu, diventati ormai un po' troppo pieni col passare delle generazioni. La Band 9 supporta tantissime modalità di allenamento e statistiche su salute e fitness, oltre a strumenti di ogni genere. Trovarli all'interno delle varie schermate può risultare complicato in alcuni momenti, a volte sono andato in confusione cercando una funzione specifica.
Ultima considerazione dedicata al cinturino in TPU fornito in confezione, lo stesso della generazione precedente. Per me è amore e odio allo stesso tempo: è un cinturino comodissimo e leggero, ma poco resistente a lungo termine. Con le precedenti versioni di Xiaomi Smart Band, il cinturino si è sempre rotto dopo circa un anno, puntualissimo, sempre nello stesso punto (l'anello all'estremità).
Per fortuna il meccanismo di sgancio rapido funziona benissimo e ci sono migliaia di cinturini (ufficiali e non) in vendita su qualsiasi store online, dunque sostituirli non è certo un problema.
Xiaomi Smart Band 9 è già disponibile sul mercato da agosto 2024 in 4 colorazioni diverse. Il prezzo ufficiale per l'Italia è di 39,99€.
Si tratta della stessa cifra di vendita della Xiaomi Smart Band 8, dunque non ci sono state variazioni da un anno all'altro. Un'ottima notizia per gli appassionati di smartband, soprattutto in questo periodo di aumenti generalizzati per tutti i dispositivi tech.
Anche per questo, la mancanza di grandi cambiamenti hardware o software non è un peccato così grande. Nessuno si attendeva rivoluzioni per questa generazione di Xiaomi Smart Band.
Il punto da chiarire bene è questo: vale la pena passare dalla Band 8 alla Band 9? La risposta breve è assolutamente no, perché i cambiamenti sono troppo pochi per giustificare la spesa.
In confronto al resto del mercato, però, Xiaomi Smart Band 9 è un vero best buy. Nella fascia a meno di 50€ è sicuramente il prodotto più consigliato, soprattutto se vi piacciono le smartband compattissime e leggere.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Xiaomi, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
L'articolo Xiaomi Smart Band 9 recensione: la conferma di un vero best buy sembra essere il primo su Smartworld.
Il gioco che vi farà ritrovare l'entusiasmo per la realtà virtuale
La realtà virtuale sembrava destinata a rivoluzionare il mondo del gaming, ed in parte lo ha fatto, ma nell'ultimo periodo anche i sostenitori come il sottoscritto si sono un po' raffreddati.
Con il silenzioso disimpegno di Sony dal suo PlayStation VR2 e Meta che, nonostante i buoni prodotti come Quest 3 e 3S, ha allentato la presa sul gaming, risulta difficile mantenere viva la scintilla, la fiamma della passione.
La situazione però non è così drammatica: per dire, nel caso non lo sapeste, è stato recentemente pubblicato Batman Arkham Shadow, che si è rivelato un ottimo gioco, mentre prodotti come Metro Awakening VR hanno deluso le aspettative.
Magari la spinta di Batman e il prezzo aggressivo di Meta Quest 3S (qui i migliori giochi Meta Quest) spingeranno l'utenza a mettere un visore sotto l'albero per questo Natale, ma siamo sempre in questa situazione, quella di una tecnologia che sembra stia per esplodere, ma che poi non esplode mai.
L'amaro si è espanso anche nella mia bocca e settimana dopo settimana ho utilizzato sempre meno il mio Meta Quest 3. Non però nell'ultima settimana, non quando ho messo le mani su Spatial Ops.
Proprio quando la mia fede nella realtà virtuale cominciava a vacillare, ecco che esce sugli scaffali digitali Spatial Ops, uno sparatutto in realtà mista firmato da Resolution Games che mi ha riportato a quel senso di meraviglia e divertimento che, ai tempi, mi ha fatto innamorare della VR.
In realtà l'avevo provato inizialmente negli uffici di Stoccolma due anni fa, in una versione dimostrativa ben lontana dall'essere finita, poi pubblicata nei canali beta: già mi impressionò in quella forma, ma l'esperienza completa mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Si tratta di una sorta di laser tag in realtà mista, che strizza l'occhio agli sparatutto ad arena. Utilizzando la tecnologia del Passthrough, è possibile trasformare qualsiasi stanza o spazio in un campo di battaglia, rompendo di fatto il confine tra digitale e il reale.
Immaginate di giocare un FPS in cui il divano diventa una barriera protettiva, le pareti di casa diventano delle coperture e celano nemici pronti a spuntare, e ogni angolo diventa di fatto uno scenario di gioco. Ecco, proprio quello che facevamo da bambini.
Presenta due modalità: la modalità Arena e la Campagna. Vi parlo brevemente della prima, ma poi ci tuffiamo subito nella Campagna, perché è l'aspetto che mi ha sorpreso di più.
La modalità Arena dunque trasforma casa vostra in un campo di battaglia: utilizzerete un editor con il quale potrete impostare le mura, i generatori delle armi, quelli di rinascita dei nemici, tutto con un sistema che chiaramente si spera un giorno diventi più automatico, ma si rivela piuttosto comodo.
Chiaramente dovrete disporre di una dimora abbastanza grande e strutturata da poter fornire un'esperienza di gioco degna, altrimenti vi ritroverete continuamente faccia a faccia con il nemico, trasformando il tutto in un duello stile Far West.
Dunque, una volta mappate tutte le stanze, sarete pronti ad immergervi in partita.
Quindi sì, ho trasformato casa mia in una mappa di uno sparatutto e ci ho messo un bot contro cui combattere. È stato come se, d'un tratto, il mio appartamento si fosse trasformato in una zona bellica, con i mobili pronti a fornire una copertura improvvisata.
Il mio avversario, un bot dall'aspetto minaccioso, è apparso all'improvviso: mi giro e lo vedo generarsi dal bagno, con una scossa di pixel che si compongono all'istante: senza perdere un secondo, comincia a muoversi verso di me, ed è lì che realizzo di essere allo scoperto, esattamente nel mezzo del corridoio.
Con il cuore che mi batte, mi fiondo dietro il divano in salotto, facendomi piccolo, cercando di sbirciare sopra il cuscino. La tensione è alle stelle: il bot si avvicina, lento ma inesorabile. Lo sento blaterare qualcosa: aspetto che entri nel mio campo visivo, e appena si affaccia all'angolo, scatto fuori dalla mia postazione e sparo un colpo preciso.
Il bot, però, è più ostinato del previsto. Torna a nascondersi dietro la porta della cucina, e qui inizia un gioco di attesa e strategia. Mi allungo e lancio una granata digitale verso l'ingresso, sperando di anticipare i suoi movimenti. L'esplosione simulata scuote l'aria, e il bot si fa avanti un po' disorientato.
Ne approfitto per colpire ancora, con una serie di colpi rapidissimi. Finalmente, la sua figura si dissolve in un lampo di luce, lasciandomi lì, con un sorriso soddisfatto da ebete.
Spatial Ops mi ha fatto tornare ad avere la stessa sensazione di stupore che provavo da bambino quando un semplice tappeto si trasformava in un'isola da difendere o un corridoio in un lungo ponte da attraversare.
Tolto però lo stupore iniziale, cosa rimane? Un'esperienza che sarebbe certamente più divertente se nella mia cricca di amici ci fosse qualcuno con il visore. Sì, perché c'è il multigiocatore fino a 8 giocatori, dove ognuno di questi dovrebbe trovarsi nella stessa stanza. Insomma, una cosa più unica che rara.
Da soli purtroppo il divertimento non è enorme, anche perché non ci sono sbloccabili, non vi è una progressione e i bot non vantano una grande intelligenza artificiale. Sia chiaro, è comunque un tipo di esperienza che vorrete far provare a tutti, e che vorrete provare in più luoghi (e con più persone, si spera), ma di certo la magia da soli svanisce piuttosto in fretta.
Almeno, fino a quando non si prova la modalità Campagna.
Oltre alla modalità Arena, Spatial Ops offre una modalità Campagna che mi ha davvero sorpreso. Pensavo fosse un semplice extra, ed invece mi sono trovato immerso in un'avventura ben costruita, con un twist ingegnoso che sfrutta alla perfezione la realtà mista.
La premessa è chiara: si impersona un agente speciale della Spatial Ops, incaricato di smantellare la corrotta Hatchet Corporation. Ma quello che rende la campagna unica è il suo utilizzo intelligente dei portali.
Dentro una sorta di piccolo spazio delimitato (no, non serve un'intera stanza), ci si ritrova circondati da squarci digitali che si spalancano su tutti i lati: ai fianchi, sopra la testa, persino alle spalle. Da questi portali arrivano nemici pronti ad attaccare, e starà a voi spazzarli via con un arsenale sempre più ricco di armi.
E non pensate che l'azione rimanga statica. I portali cambiano direzione in modo imprevedibile, aprendo nuove linee di tiro o svelando pericoli nascosti, rendendo ogni livello un'esperienza dinamica ed immersiva.
Per un attimo dimentichi di essere ancora nella tua stanza fisica, perché la fusione tra digitale e reale è così efficace che ti senti veramente parte di un'operazione speciale ad alta tecnologia.
Mi dispiacerebbe rivelarvi le idee che hanno avuto gli sviluppatori di Resolution Games, ma vi assicuro che sanno quali tasti toccare per sorprendervi.
Ve ne citerò una, cioè quando mi si è aperto un portale sulla testa e dei droni si sono intrufolati nel mondo reale: li vedevo vagare nel mio salotto, almeno fin a quando non li distrutti con il mio fido fucile a pompa.
La campagna dura circa due ore, poche insomma, ma sono state due ore di pura adrenalina. Tra un livello e l'altro, si raccolgono cristalli per sbloccare nuove armi, slot aggiuntivi e potenziamenti utili, il che aggiunge un po' di pepe alla minestra, alimentata pure da diversi livelli di difficoltà.
Resolution Games dimostra ancora una volta che la realtà virtuale ha bisogno di questi tipi di esperienze in grado di stupire, irreplicabili sugli schermi di una TV.
E allora mi sono scervellato, chiedendomi se questo entusiasmo non fosse dovuto proprio alla mancanza di titoli sorprendenti, di titoli capaci di capire il linguaggio della realtà virtuale, che non si limitato a riproporre idee funzionanti nei giochi flat, ma che sappiano come giocare con la spazialità.
Eppure con Spatial Ops mi sono sentito immerso come mai prima d'ora: il confine tra virtuale e reale si era completamente dissolto, e non vedo l'ora di farlo provare a tutti, amici e parenti, durante le festività.
Forse sono troppo ottimista, ma con Quest 3 e 3S che promettono di finire sotto molti alberi di Natale quest'anno (anche grazie al lancio di titoli di richiamo come Batman Arkham Shadow), forse è finalmente arrivato il momento per la VR di trovare la sua seconda vita.
Che sia l'inizio di un nuovo ciclo per la realtà virtuale, o solo un'eccezione in un mercato ancora titubante, è difficile da dire. Ma una cosa è certa: l'ultima fatica di Resolution Games mi ha ricordato perché mi ero innamorato di questa tecnologia.
Spatial Ops è disponibile al prezzo di 17,99€ su Meta Quest. Vi è anche una versione per PICO, privata però della modalità Arena.
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Raccogliere denaro per fare regali o altro diventa facilissimo con PayPal: la novità subito in Italia
PayPal si conferma tra i servizi per la gestione del denaro online più popolari e utili. Nel corso del tempo abbiamo visto costanti aggiornamenti e nelle ultime ore è arrivata la nuova funzione per la raccolta di denaro con PayPal tra familiari e amici.
La nuova funzione di PayPal strizza l'occhio ai tantissimi servizi e app che permettono di raccogliere soldi per uno scopo comune, come fare un regalo. Il vantaggio di averla integrata in PayPal non è da poco.
La novità appena introdotta su PayPal è di particolare interesse per coloro che già usano la piattaforma, e in particolare per coloro che spesso la sfruttano per organizzare raccolte di denaro tra familiari o amici per poi acquistare regali in comune.
Spesso ci siamo ritrovati a inviare o richiedere soldi su PayPal per acquistare regali di gruppo, come ad esempio i regali di compleanno per le feste di classe dei nostri figli. Finora PayPal ha offerto la possibilità di richiedere o inviare denaro tra singoli utenti, rendendo la raccolta non semplicissima da gestire, soprattutto per chi si offre di raccogliere tutti i soldi.
La novità introdotta da PayPal semplifica proprio questo processo. Come vedete dalle immagini in basso, acquisite dal nostro account PayPal sul quale abbiamo già ricevuto la funzione, sarà possibile organizzare una raccolta di denaro tra familiari e amici per uno scopo comune, come appunto un regalo di compleanno di gruppo.
Tutti noi utenti potremo quindi creare una raccolta di denaro, assegnando un nome alla raccolta, una scadenza temporale (la raccolta non potrà durare più di 30 giorni), un obiettivo per la somma totale da raccogliere, e una descrizione per far capire meglio di cosa si tratta agli utenti ai quali verrà chiesto il denaro.
Una volta completata la creazione della raccolta, alla quale sarà possibile associare anche un'immagine di copertina, sarà possibile condividere la raccolta tramite link, oppure invitare direttamente alla raccolta specifici utenti PayPal. Il link di condivisione potrà essere inviato tramite le principali piattaforme di messaggistica, come WhatsApp ad esempio. Se durante la creazione abbiamo inserito anche una quota da versare per ciascun utente, allora il servizio preleverà tale importo dai conti di coloro che sono stati invitati e che hanno accettato la partecipazione alla raccolta.
Per creare una raccolta di denaro tra amici e familiari dovrete seguire i seguenti passi:
- Aprite l'app PayPal e accedete tramite il vostro account.
- Accedete al menù laterale in alto a sinistra.
- Accedete alla sezione Raccogli fondi.
- Selezionate la seconda opzione, ovvero quella per raccogliere denaro tra familiari e amici.
- A questo punto si avvierà la creazione della raccolta, inserendo tutte le informazioni che abbiamo descritto sopra. Prima di iniziare con la creazione potrebbe esservi chiesto di confermare il vostro profilo PayPal con le vostre informazioni personali, se non l'aveste già fatto.
- Terminato l'inserimento delle informazioni utili per la creazione della raccolta potrete generare un'anteprima per vedere come apparirà per gli altri.
- Confermata la creazione della raccolta potrete condividerla con chi volete, anche tramite link.
La novità che abbiamo visto per PayPal è già arrivata anche in Italia quindi, proprio come noi, dovreste già essere in grado di utilizzarla.
Giusto per rimanere in tema PayPal, qui sotto trovate una serie di guide interessanti per scoprire le funzionalità particolari che magari non conoscete:
- Come trasferire i soldi da PayPal al conto
- Come funziona PayPal
- Come creare un profilo venditore su PayPal
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Apple Music Classical torna su CarPlay, stavolta speriamo per restarci
Speriamo che la seconda volta sia quella buona: Apple Music Classical si aggiorna, e riceve il supporto a CarPlay e Siri. I più attenti tra voi ricorderanno infatti che lo scorso gennaio Apple aveva aggiornato la sua app dedicata alla musica classica e introdotto il supporto all'interfaccia per veicoli.
Dopo poche ore, però, la novità era stata rimossa, con notevole delusione degli utenti. Ora che ha ricevuto anche il supporto all'assistente vocale della mela, speriamo che l'aggiornamento sia qui per restare.
Stando alle note di rilascio, l'aggiornamento di CarPlay, che arriva alla versione 2.1, porta quindi il supporto per CarPlay e Siri, oltre a miglioramenti in termini di stabilità e prestazioni.
Cosa cambia per CarPlayIl supporto per CarPlay funziona esattamente come vi potreste aspettare. Se avete installato Apple Music Classical sul vostro iPhone (ricordiamo che si tratta di un'app standalone che potete usare solo con abbonamento Apple Music), vedrete la nuova icona sullo schermo di infotainment del vostro veicolo.
Toccandola, arriverete a una schermata simile in termini di design a quella dell'app Apple Music. Da qui potrete accedere alle vostre playlist, alla libreria, ai consigli del team e tutte le funzioni dell'app.
Cosa cambia per SiriAnche il supporto per Siri è piuttosto intuitivo: ora potete chiedere all'assistente vocale della mela di riprodurre i vostri contenuti preferiti sull'app.
Non solo, ma con Siri su iOS 18.1 e versioni successive si può anche cercare tramite CarPlay compositori, artisti, opere e strumenti musicali.
Le lingue supportate al momento sono inglese, spagnolo, francese, tedesco, italiano, portoghese e olandese. Altre lingue arriveranno più avanti.
Aggiornare Apple Music Classical è semplicissimo. Sbloccate il vostro iPhone e avviate l'App Store (l'icona azzurra con la "A" stilizzata bianca nella Home).
Adesso toccate la vostra icona di profilo in alto a destra, poi scorrete verso il basso e individuate Apple Music Classical: toccate Aggiorna.
Molto probabilmente l'app sarà già aggiornata (l'aggiornamento è uscito il 12 novembre): potete verificare scorrendo verso il basso e cercando l'app sotto la scheda Aggiornamenti recenti.
Ricordiamo che Apple Music Classical non è preinstallata sul vostro iPhone: dovete installarla da qui se siete interessati e avete un abbonamento Apple Music attivo.
Se siete appassionati di musica, sicuramente conoscerete Apple Music, il servizio di streaming musicale della casa di Cupertino che offre un catalogo di oltre 100 milioni di brani in qualità lossless fino all'Hi-Res e con l'audio spaziale.
Ecco una serie di approfondimenti che vi consentiranno di provarlo gratuitamente e sfruttarlo al meglio.
- Come scaricare e installare Apple Music
- Come spostare playlist Spotify su Apple Music: guida facile e intuitiva
- Cos'è e come funziona Apple Music Classical?
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La radio su Android Auto è quasi realtà: importanti novità in vista
Android Auto è il sistema di infotainment usato da milioni di persone in tutto il mondo, e sotto certi punti di vista è un cantiere aperto. Google continua lo sviluppo di importanti funzionalità, come i controlli radio su Android Auto. Nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli in merito.
Dei controlli radio su Android Auto si parla ormai da qualche tempo e, anche se la funzionalità non è ancora arrivata al pubblico, il suo sviluppo è in fase di finalizzazione.
Android Auto ci permette di sincronizzare il nostro smartphone Android con la nostra auto, a patto che vi sia la compatibilità. Questo significa poter accedere alle principali app di navigazione, messaggistica e non solo direttamente alla guida, in tutta sicurezza.
Non per questo possiamo dire che sia un sistema perfetto, c'è sempre spazio per migliorare. Android Auto è in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze dei conducenti di auto, ma non tutte. Durante la guida tanti di noi ascoltano la radio, a volte cambiano stazione oppure ne cercano una specifica. Opzioni che finora non sono state disponibili su Android Auto.
Attualmente infatti il controllo della radio in auto è connesso esclusivamente al sistema della propria vettura, visto che Android Auto non può accedervi. Per fortuna questo sta per cambiare. Sappiamo già da qualche mese che Google sta lavorando all'introduzione dei controlli radio su Android Auto, e ora abbiamo ulteriori conferme.
Google infatti ha rilasciato un nuovo aggiornamento per Android Auto, corrispondente alla versione 13.3. Non sono incluse particolari novità interessanti, ma all'interno del codice sono stati scovati nuovi riferimenti alla funzionalità per controllare radio direttamente da Android Auto.
Nello specifico, è stato identificata la lista di generi associati alle stazioni radio, in modo da categorizzare le stesse stazioni e permettere agli utenti di effettuare una ricerca più rapida di quella che vogliono effettivamente ascoltare. Tra i generi identificati troviamo, ad esempio, l'Attualità, Musica pop, Musica religiosa, Musica popolare, Sport, Viaggi e tanto altro.
Le due icone che trovate nelle immagini in basso sono connesse allo stesso sviluppo, la prima consisterà nell'icona che identifica i controlli radio, mentre la seconda quella per accedere ai contenuti multimediali in locale. Ovvero quei contenuti presenti, ad esempio, su un supporto di memoria connesso direttamente alla propria vettura.
Queste due novità, i controlli radio e l'accesso ai contenuti multimediali in locale, renderanno Android Auto sempre più trasversale e probabilmente ci eviteranno di passare al sistema software della nostra vettura per poi tornare su Android Auto. Torneremo ad aggiornarvi quando ne sapremo di più sul rilascio al pubblico.
Sempre a proposito di Android Auto, qui sotto trovate una serie di guide che potrebbero tornarvi utili se usate il sistema di infotainment di Google:
- Come abilitare le opzioni Sviluppatore su Android Auto
- Cosa fare se il GPS su Android Auto non funziona
- Come usare Android Auto su una seconda macchina
- Le app da installare su Android Auto
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Recensione iPhone 16 Pro: il miglior smartphone privato della sua anima
Non ci sono novità nella confezione che ovviamente contiene quindi solo il cavo in corda USB-C e niente altro. Peccato che questo cavo non supporti la massima velocità di trasmissione di questo smartphone, ovvero 10 Gbps.
Ci sono delle microscopiche differenze estetiche che potrebbero far distinguere un iPhone 16 Pro da uno smartphone dalla precedente generazione. Ma sono così microscopiche che la maggior parte delle persone non le scorgerebbe. In sostanza iPhone 16 Pro è ancora una volta uno smartphone estremamente curato dal punto di vista estetico e di materiali. iPhone 16 Pro è realizzato in titanio e la nuova finitura ancora più piacevole al tatto. Ogni dettaglio estetico è studiato con cura e ovviamente questo è vero anche grazie proprio al fatto che l'azienda è molto coerente con l'aspetto del suo smartphone e non c'è quindi necessità di stravolgimenti.
iPhone 16 Pro ha poi un nuovo tasto touch sul lato destro. A differenza dell'Action Button, questo Camera Control è a filo con la scocca, proprio per la sua capacità di essere anche sfiorato. Lo smartphone è poi resistente ad acqua e polvere secondo lo standard IP68.
La scheda tecnica di questo iPhone 16 Pro è ancora quella di uno smartphone davvero top di gamma. Abbiamo un processore Apple A18 nella sua versione Pro. Si tratta di un processore premium realizzato con processo produttivo a 3 nanometri. Sono sei core con frequenza massima a 4,05 GHz e processore grafico Apple sempre a 6 core. La RAM ammonta a 8 GB e i tagli di memoria sono da 128, 256, 512 GB e 1 TB. Come abbiamo detto già da tempo il taglio da 128 GB è abbastanza anacronistico per uno smartphone che (senza scomodare le modalità Pro) fa filmati in 4K da 1 GB al minuto.
Ottima la connettività: 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3 e ovviamente chip NFC. Abbiamo poi ancora la connettività satellitare di emergenza, il supporto all'ultrawideband e l'uscita video tramite porta USB-C 3.2 gen 2.
Ricordiamo poi che iPhone è ancora uno dei pochissimi smartphone in commercio a supportare lo sblocco del volto 3D, che Apple chiama Face ID. È uno dei metodi in assoluto più comodi per lo sblocco del telefono e delle app più "delicate". Dal punto di vista della connettività alle reti c'è poi ancora il supporto alle nanoSIM (per quanto?) e ovviamente alle eSIM per il supporto dual SIM.
Apple ha integrato in questo iPhone 16 Pro un nuovo set di fotocamere, aggiornando sia la principale che portando a 48 megapixel anche la fotocamera grandangolare (che ha un'apertura ƒ/2.2). Il sensore principale ha un'apertura ƒ/1.8 è da 1/1.28" e può scattare ora foto a 24 megapixel grazie ad una nuova tecnologia che aggiunge i dati di una foto da 24 megapixel a una 12 megapixel realizzata tramite pixel binning. Infine abbiamo una fotocamera da 12 megapixel ƒ/2.8 con rapporto di zoom 5x. Si tratta di un kit completo e che garantisce sempre foto di ottima qualità in praticamente ogni condizione.
Fra le funzionalità che meritano una menzione citiamo sicuramente la possibilità di realizzare ritagli intermedi con "lenti" diverse premendo più volte sul tasto della 1x e l'introduzione del supporto al JPEG XL Lossless per gli scatti in Pro Raw introducendo anche questo nuovo formato senza perdita. Bene anche per la presenza della modalità di ritratto automatica e della gestione del tono e del colore, introdotta con iOS 18, che permette di avere un controllo ancora più preciso su come appaiono le foto.
Bene anche la fotocamera frontale da 12 megapixel ƒ/1.9 ancora aiutata dal sensore ToF. iPhone 16 Pro rimane uno dei migliori smartphone anche nel comparto selfie. Dove però è davvero imbattibile è nei video dove può registrare filmati eccezionali con tutte le fotocamere in 4K a 60fps e adesso anche a 120fps perdendo solo un minimo di stabilizzazione. Vi basterà però un po' di mano ferma per realizzare comunque delle clip veramente ottime, che potrete poi rallentare anche fino a 1/4 della velocità senza un drastico calo di qualità.
Sulla resa dei video, che possono essere registrati anche in HDR da tutte le fotocamere, c'è sicuramente molto del racconto che si fa di questo iPhone 16 Pro come prodotto per i professionisti, o quantomeno per i creator che lo usano come strumento di lavoro. E c'è poco da dire, la concorrenza si è avvicinata ma non è ancora arrivata a questo livello.
Lo schermo di iPhone 16 Pro è ancora una volta uno dei suoi punti più apprezzati. Si tratta di un pannello da 6,3 pollici con risoluzione di 1206 x 2622 pixel e realizzato in tecnologia LTPO OLED. Questo gli permette di variare in totale autonomia fra 1 e 120 Hz, cosa che la versione di iPhone base non può fare e che da anni ormai catalizza l'attenzione degli utenti.
Questo pannello ha una luminosità massima di 2.000 nit e supporta pertanto anche l'HDR10+. C'è la piena compatibilità con l'always-on display e il vetro è in tipologia Ceramic Shield per garantire una durevolezza superiore alla media degli smartphone. Rispetto al passato abbiamo poi meno cornici attorno ai bordi, che è sempre una cosa molto piacevole.
iPhone 16 Pro è al momento aggiornato con iOS 18.1, l'ultima versione dell'OS per smartphone di Apple. Ci sono state delle novità in questa versione del sistema operativo, soprattutto dal punto di vista di personalizzazione, ma non ci sono stati stravolgimenti sostanziali nel modo in cui funziona tutta l'interfaccia e il sistema. Che possiamo riassumere con un "funziona molto bene". La maggior personalizzazione comunque può finalmente dare un po' di "respiro" ad un sistema mobile forse un po' troppo ingessato nel tempo.
Fra le funzionalità che apprezziamo di più di iOS 18.1 c'è sicuramente la possibilità di gestire i widget interattivi anche nel blocco schermo, AirDrop per lo scambio rapido di file fra vari dispositivi Apple e la comoda modalità standby quando il telefono è agganciato in orizzontale ad un sistema di ricarica.
Purtroppo il tasto programmabile Action Button rimane a nostro parere ancora un po' limitato, non permettendo di abilitare più funzionalità diverse in base al tipo di pressione. Per il resto iOS rimane in assoluto il sistema operativo mobile più scattante, completo e potente in circolazione. Certo è che da il meglio solo associato ad altri dispositivi dell'azienda, garantendovi un'interazione e un'integrazione che nessun'altra piattaforma può garantire.
Peccato però che il vero punto chiave di lettura di questo iPhone 16 Pro sia indubbiamente Apple Intelligence, ovvero l'intelligenza artificiale dell'azienda, che però quasi sicuramente non arriverà in tempo prima del lancio dei prossimi iPhone nel 2025 nella nostra lingua. Questo smartphone assume tutta un'altra luce valutandolo senza la sua funzionalità chiave.
iPhone 16 Pro è dotato di una batteria da 3.582 mAh. Come sempre l'ottimizzazione energetica che Apple riesce a fare con i suoi dispositivi è inarrivabile. Questo iPhone riesce senza problemi a concludere un'intera giornata lavorativa anche con un utilizzo intenso. Con un utilizzo medio supererete senza grossi problemi anche il giorno e mezzo di autonomia. È innegabile che solo Apple riesca ad avere un ottimizzazione di questo tipo a parità di batteria. La ricarica è a 25W tramite cavo o MagSafe, oppure a 15W tramite un caricabatterie wireless generico Qi2. Peccato che non si sia colta l'occasione di velocizzare la ricarica via cavo. Cosa che forse Apple ormai potrebbe non fare mai più in favore di un miglioramento continuo di MagSafe.
iPhone 16 Pro viene lanciato a 1.239€, che diventano rapidamente 1.369€ per la versione da 256 GB che noi consideriamo essere quella "minima" accettabile e si arriva ai 1.869€ della versione da 1TB. Non ci è chiaro perché il modello Max parta da 256 GB e questo no. Sono prezzi davvero importanti soprattutto considerando l'assenza della principale novità di quest'anno per questo smartphone.
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Google ha trovato un modo per riconoscere le truffe telefoniche e le app che vogliono raccogliere i nostri dati personali
Google si dimostra sempre molto attenta nel supporto software ai suoi dispositivi, a partire dagli smartphone Pixel (ecco quali sono i migliori smartphone per la fotocamera). Nelle ultime ore sono arrivate due novità per la sicurezza: i Pixel ricevono infatti la funzione sospetto spam e maggiore sicurezza per le app installate.
Le novità appena introdotte da Google rientrano negli aggiornamenti che periodicamente l'azienda rilascia per i suoi modelli. Non si tratta di un aggiornamento di Android, visto che le novità vengono rilasciate tramite i servizi Google.
Quando parliamo di funzione Scam Detection saremmo portati a pensare ai modelli di Samsung, i quali hanno già da qualche tempo la funzione sospetto spam, la quale consente allo smartphone di avvertire l'utente quando sta per ricevere una chiamata con alta probabilità di spam.
La novità che è appena arrivata sui Pixel va oltre. Google infatti sta aggiornando i suoi Pixel affinché gli utenti possano avere maggiore controllo preventivo sulle chiamate che ricevono, con una notifica che li avvertirà nel momento in cui viene rilevato un tentativo di truffa durante la chiamata.
Le immagini che vedete in galleria mostrano come apparirà l'avviso che riceveremo sui Pixel in caso di chiamata con alta probabilità di truffa. L'avviso indicherà chiaramente che la chiamata in corso potrebbe consistere in un tentativo di truffa, proponendo due rapide opzioni per terminare immediatamente la chiamata oppure per proseguire e segnalare a Google che non si tratta di un tentativo di truffa.
Questa funzionalità è supportata dall'intelligenza artificiale di Google e si basa sull'analisi del tono e dei contenuti della chiamata. Ad esempio, se viene riconosciuto che il chiamante si identifica come la banca del ricevente, allora scatta l'avviso di potenziale scam. L'avviso viene fornito tramite una notifica tattile e audio, in modo che sia facilmente percepibile anche con il telefono all'orecchio.
Google assicura che la funzionalità effettua tutte le sue elaborazioni dei contenuti in locale, e quindi nessun dato personale delle chiamate passerà dai server dell'azienda. La sua disponibilità è assicurata per i Pixel 9 ma anche per i modelli precedenti. Peccato che al momento sia disponibile soltanto in lingua inglese negli Stati Uniti. Speriamo che presto Google si decida a renderla disponibile anche in Europa.
Le app fanno parte del nostro quotidiano e sono ormai destinate a qualsiasi tipo di utilizzo. Tra le tante tipologie di app troviamo anche quelle pericolose dal punto di vista della privacy e della sicurezza. Ci sono app Android infatti sviluppate proprio con l'obiettivo di rubare dati personali, e per questi casi Google ha appena rilasciato una soluzione.
La novità introdotta da Google è stata integrata in Play Protect, il servizio di Google che permette di monitorare le app installate sui dispositivi Android. La funzione permette di monitorare in tempo reale l'attività delle app, e avvertirci nel momento in cui vengono riconosciute app che fanno cose non dovrebbero, come ad esempio scambiare o prelevare dati personali senza il nostro consenso.
Questo tipo di monitoraggio avviene in locale, e pertanto nessun nostro dato personale passerà dai server Google per effettuare le verifiche di sicurezza. In caso di riconoscimento di un'app potenzialmente pericolosa, riceveremo un avviso come quello che vedete nelle immagini in basso, il quale includerà l'opzione per procedere con la disinstallazione dell'app.
Questa novità è attualmente in fase di distribuzione per tutti coloro che hanno un Pixel 6 e versioni successive. In futuro dovrebbe arrivare anche per i modelli Android degli altri produttori.
Se siete interessati a un nuovo modello di smartphone ma non sapete scegliere, qui sotto trovate una serie di raccolte con i migliori modelli suddivisi secondo diversi criteri:
- I migliori smartphone compatti
- I migliori smartphone rugged
- I migliori smartphone per la batteria
- I migliori smartphone dual SIM
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Amazon sostituirà i Kindle difettosi: nel frattempo, potete tenerlo
Nelle ultime settimane si è parlato molto di Kindle Colorsoft, ossia il primo Kindle a colori: era un dispositivo atteso da tempo, che certamente sarà uno dei migliori ebook reader per chi vuole leggere fumetti.
Il futuro è d'obbligo: a meno che non ne abbiate già ricevuto uno, è probabile che ci vorrà un po' prima che possiate mettere le mani su un Kindle a colori.
Infatti, le consegne dei Kindle Colorsoft sono state rimandate, per via di un difetto: un alone giallo che si vede nella parte bassa del display. Abbiamo già parlato qualche giorno fa del problema, ma ora ci sono nuove informazioni in merito a come verrà gestita la questione, anche in Italia.
Il problema sembra riguardare dei LED gialli che si accendono anche quando non dovrebbero, causando una colorazione giallastra sul fondo del display.
Come spiegato anche nel nostro video dedicato ai nuovi Kindle, che trovate in cima, il difetto non è tragico, non influenza davvero la lettura e chi vi scrive non se n'era neanche accorto nelle prime ore di test.
Eppure, anche sull'unità che stiamo provando per la recensione completa, il problema c'è: non è molto evidente e personalmente continuo a leggere felicemente i miei fumetti a colori nonostante la banda gialla, che però sta lì.
È il classico difetto di cui potresti non accorgerti per mesi, ma quando lo noti la prima volta, poi non puoi fare a meno di vederlo.
Non è ancora chiara l'origine del problema: un portavoce Amazon mi ha confermato che ancora oggi non sono certi se il problema sia hardware, software, o un mix delle due.
In ogni caso, non c'è troppo da temere.
Amazon sta affrontando molto seriamente il problema: dopo aver ritardato le spedizioni (purtroppo non arriveranno in tempo per il Black Friday), ha confermato che sostituirà tutti i dispositivi difettosi, qualora il problema non fosse risolvibile con un fix software.
Amazon ci ha confermato che, anche in Italia, verrà seguita la stessa politica di assistenza clienti annunciata per gli USA.
I pochi utenti che hanno già acquistato un Kindle Colorsoft e lo hanno ricevuto con il difetto dell'alone giallo possono chiedere da subito un reso con rimborso completo; oppure, se preferiscono, possono continuare a usare il dispositivo, che verrà sostituito tra qualche mese, non appena ci sarà abbastanza disponibilità di modelli privi del problema.
Come tempistiche si parla di marzo, almeno secondo una nostra utente che ha contattato l'assistenza clienti Amazon per sostituire il proprio Colorsoft.
Il portavoce con cui abbiamo parlato ci ha inoltre riferito che Amazon al momento ha identificato i lotti di Kindle Colorsoft che presentano il problema, rafforzando la produzione per sostituire al più presto tutti i modelli già spediti.
L'articolo Amazon sostituirà i Kindle difettosi: nel frattempo, potete tenerlo sembra essere il primo su Smartworld.
Il prossimo dispositivo Apple sarà un iPad da appendere al muro
Apple punta sulla domotica: il prossimo dispositivo dell'azienda di cui parleremo parecchio non sarà un prodotto mobile, ma un una sorta di tablet per controllare la smart home.
Questo dispositivo, con nome in codice J490, rappresenterà il centro nevralgico della domotica di Apple: come un Echo Show di Amazon o un Nest Hub di Google, sarà un display intelligente da cui controllare tutti i propri dispositivi smart, nonché uno strumento per videochiamate e altro ancora.
In primo luogo, sappiamo che somiglierà a un iPad più piccolo e quadrato, con un display quadrato da circa 6", più o meno le dimensioni di due iPhone affiancati.
Avrà una fotocamera e degli speaker per le videochiamate, oltre che una batteria ricaricabile.
Secondo quanto riferito da diverse fonti, di cui la più accreditata è Mark Gurman su Bloomberg, questo nuovo prodotto potrà trovare spazio in casa in diverse modalità:
- Appeso al muro, come un quadro
- Poggiato su un piano, su una base con speaker più potenti (in stile Pixel Tablet)
- Fissato a un braccio robotico, in grado di muovere automaticamente il tablet e seguire l'utente
Quest'ultima versione dovrebbe essere la variante top di gamma e potrebbe arrivare in un secondo momento, con un prezzo fino a 1.000$.
Il sistema operativo, soprannominato Pebble, avrà un'interfaccia che è stata descritta come un mix tra Apple Watch e la modalità Stand By di iPhone, con la possibilità di aggiungere widget e personalizzare la homepage.
Inoltre, sembra che il display mostrerà informazioni diverse a seconda delle condizioni: grazie ai sensori integrati, potrà monitorare se c'è una persona vicina o meno.
Ad esempio, di default potrebbe mostrare l'orario o la temperatura di casa, ma far apparire altri comandi utili quando l'utente si avvicina.
Trattandosi di un prodotto orientato alla domotica, l'interazione principale sarà con la voce.
Ovviamente il display sarà touch, ma si impartiranno soprattutto comandi a voce, in stile Alexa. Anzi, ci si aspetta anche interazioni più complesse, ovviamente grazie all'intelligenza artificiale: secondo una persona vicina allo sviluppo del prodotto, ci sarà un'integrazione tra Siri e Apple Intelligence come non si è ancora mai vista su iPhone.
Non è previsto un App Store dedicato, almeno in un primo momento.
La forza di questo dispositivo, infatti, sarà la possibilità di comunicare direttamente (a voce) con tutti i dispositivi smart compatibili con l'ecosistema Apple, che aumenteranno sempre di più, rapidamente.
Questo l'ecosistema per la domotica di Apple non si limiterà più a supportare solo i prodotti che erano già compatibili con HomeKit (relativamente pochi), ma potrà beneficiare anche del nuovo protocollo Matter.
Matter è infatti il nuovo protocollo standard per la domotica, sviluppato grazie alla collaborazione tra le più importanti aziende di tecnologia al mondo (Apple, Amazon, Google, Samsung, LG e altri ancora).
È una tecnologia che, di fatto, renderà interoperabili tutti i dispositivi per la smart home.
Insomma, nel prossimo futuro non dovremo più preoccuparci se la lampadina smart che abbiamo comprato è compatibile con Alexa, Google Home, HomeKit etc: tutto funzionerà con tutto.
Secondo Gurman, questo nuovo dispositivo potrebbe essere annunciato già a marzo 2025 (magari insieme al nuovo iPhone SE?).
È un lasso di tempo piuttosto breve, se pensiamo che si parla di questo nuovo device da appena qualche mese. Per dare un termine di paragone, di Apple Vision Pro – il più recente nuovo dispositivo della mela, annunciato a giugno 2023 –se ne parlava già nel 2018.
Non ci sono informazioni attendibili sui prezzi: per la variante con braccio robotico si parla di un costo fino a mille dollari, ma le versioni più semplici dovrebbero costare sensibilmente meno (anche considerando che diretti competitor come gli Echo Show partono da poco più di cento euro).
L'articolo Il prossimo dispositivo Apple sarà un iPad da appendere al muro sembra essere il primo su Smartworld.
Meta sta chiedendo ai suoi utenti come gestire le pubblicità su Instagram e Facebook: cosa cambia con le varie opzioni
Meta sta inviando una email ai suoi utenti italiani per chiedere loro di esprimere alcune scelte in materia di inserzioni pubblicitarie.
Si tratta di un'iniziativa imposta dall'UE all'azienda californiana, che però ci permette di rivedere alcune opzioni che magari non toccavamo da tempo e che possono garantire una maggiore privacy ai nostri dati personali, che sono sempre più merce di scambio nell'internet di oggi.
Come previsto dalle leggi nella tua area geografica, ti offriamo la possibilità di scegliere come visualizzare le inserzioni e usare i Prodotti di Meta e di consentirci o meno di trattare le tue informazioni per inserzioni personalizzate sui Prodotti di Meta. Su Facebook o Instagram ti verrà chiesto di scegliere se vuoi iscriverti usando i Prodotti di Meta senza inserzioni o gratuitamente con le inserzioni. Potrai modificare la tua decisione in qualsiasi momento nelle preferenze relative alle inserzioni.
Se scegli di usare i Prodotti di Meta gratuitamente con le inserzioni, potrai anche decidere se vedere inserzioni personalizzate o inserzioni meno personalizzate nelle impostazioni per la tua esperienza pubblicitaria.
Scopri di più sulle opzioni a tua disposizione nel Centro assistenza.
Questo è il testo dell'email che Meta sta inviando in questi giorni in Italia. Si tratta di una informativa pura e semplice, senza alcuna possibilità di modificare direttamente le opzioni di cui parla.
Avviando però le app di Facebook o Instagram da smartphone dovrebbe comparire (magari non subito) un avviso che si riferisce proprio all'argomento dell'email.
"Controlla se possiamo trattare le tue informazioni per le inserzioni". È questo il testo del messaggio che comparirà su Instagram e Facebook. Premendo "inizia" modificheremo subito queste informazioni, ma è anche possibile rimandarlo (ma perché farlo? Ci vogliono pochi istanti!).
La prima cosa che ci viene chiesto è se vogliamo abbonarci al costo di 7,99€/mese per avere un'esperienza priva di pubblicità sia su Facebook che su Instagram.
Ovviamente la maggior parte degli utenti sceglierà la seconda opzione: "Usa senza costi aggiuntivi con le inserzioni", che poi è l'esperienza che abbiamo avuto finora. Ma c'è dell'altro.
Anzitutto, scegliendo la strada delle inserzioni daremo a Meta una lunga sfilza di autorizzazioni, che trovate nel terzo screenshot.
Proseguendo oltre sarà poi possibile gestire la propria esperienza pubblicitaria, ed è qui che le cose si fanno più interessanti. Molti utenti avranno probabilmente abilitato la scelta di "inserzioni personalizzate", che è quella predefinita, ma è anche possibile scegliere un'altra via, per ricevere invece annunci non mirati (quindi a maggiore privacy).
C'è però una condizione insita nelle inserzioni meno personalizzate, cioè che la nostra navigazione potrebbe essere interrotta da pause pubblicitarie. Non sappiamo di preciso a cosa si riferisca Meta con questa voce, ma supponiamo che si parli di pubblicità a pieno schermo, non interrompibili, diverse da quelle che sono normalmente presenti nelle app di Facebook e Instagram.
È da notare infine che anche nel caso di inserzioni meno personalizzate, Meta userà comunque età, genere e posizione dell'utente, oltre alle informazioni sui contenuti da lui visualizzati, quindi non si tratta certo di una privacy assoluta. (E quando mai!)
I più attenti si saranno anche accorti di un'altra novità: l'abbonamento adesso costa meno!
In precedenza Meta chiedeva 9,99€/mese a coloro che si abbonavano dal web, adesso invece bastano 5,99€/mese. Da app invece siamo passati da 12,99€/mese a 7,99€/mese. Magra consolazione, ma pur sempre una consolazione.
Tutti gli avvisi di cui abbiamo parlato sono in distribuzione in questi giorni. Chi ancora non li abbia ricevuti dovrà solo aspettare un po'. In chiusura vi lasciamo alcuni approfondimenti utili che abbiamo realizzato in precedenza.
- Come attivare Facebook Protect
- Come eliminare un account Facebook
- Come migliorare un profilo Instagram
- Come eliminare un account Instagram
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