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Tre giorni di fuoco per Apple: ogni 24 ore un nuovo Mac con M4
A partire da oggi, lunedì 28 ottobre, e fino a mercoledì 30, Apple svelerà ogni giorno nuovi Mac con M4. Una strategia di comunicazione insolita (anche se non del tutto inedita), che permetterà al grande pubblico di scoprire con calma, giorno per giorni, i nuovi Mac pensati per Apple Intelligence.
Secondo quanto riferito da Mark Gurman, giornalista di Bloomberg sempre ben informato sui nuovi prodotti Apple, la società di Cupertino punterà molto sul nuovo chip M4, già lanciato a maggio con iPad Pro, che sarà la base di partenza per una nuovo ciclo vitale per i Mac, incentrato su videogiochi e, soprattutto, intelligenza artificiale.
Il chip M4 porterà miglioramenti sensibili nell'uso quotidiano dei Mac e, secondo Gurman, per chi ha ancora un Mac con M1, il salto ad M4 sarà drastico come il passaggio da Intel ai chip Apple Silicon di quattro anni fa.
Le differenze tra M3 ed M4 saranno trascurabili in termini di CPU, ma decisamente notevoli per le funzioni basate su intelligenza artificiale.
Per dare un'idea: il Neural Engine di M3 riesce a elaborare fino a 18 trilioni di operazioni al secondo (TOPS), ma M4 raddoppierà questa cifra, arrivando a ben 38 TOPS.
Inoltre, ci saranno importanti novità per i videogiocatori: tutti i nuovi Mac supporteranno ray tracing per la prima volta.
Questa rinnovata attenzione al comparto grafico sembra inserirsi in una più ampia strategia di Apple, che sta puntando sempre più sui videogiochi: tra gli altri rumor, proprio qualche giorno fa si parlava di un nuovo hub per il gaming, un mix tra Game Center e App Store, con anche una componente social per chattare, in stile Discord.
Il Mac mini con M4 avrà un nuovo design, sensibilmente più piccolo: secondo quanto riferito, si parla di un computer poco più grande di una Apple TV.
I nuovi Mac mini dovrebbero arrivare in due varianti, sia con la versione base di M4 che con M4 Pro e, in tutti i casi con 16 GB di RAM, che diventeranno finalmente il nuovo standard minimo per i computer di Apple.
Si parla inoltre di un cambio in termini di porte: i Mac mini avranno due porte USB-C frontali (come il Mac Studio) e fino a tre porte sul retro, nelle versioni più avanzate. Inoltre, è molto probabile che su questo modello non ci saranno più porte USB-A.
Il nuovo iMac, ossia il modello all-in-one con schermo integrato, aveva avuto un solo refresh hardware dopo il passaggio ai chip proprietari. Dopo il primo modello del 2021 con M1, infatti, c'è stata solo un'altra versione con M3 nel 2023.
Il fatto che Apple decida di aggiornare nuovamente iMac dopo un anno, dotandolo del nuovo M4, evidenzia come questo chip rappresenti una nuova partenza per la società.
Tuttavia, il nuovo iMac sarà disponibile solo con una variante entry level di M4: come sempre, sarà un prodotto meno Pro(fessionale) rispetto a Mac mini e MacBook Pro e più indicato per un uso generalista.
Al netto di questo, sarà comunque molto più performante della maggior parte degli all-in-one disponibili sul mercato.
Inoltre, anche il modello base sarà dotato di 16 GB di RAM e sarà pronto per tutte le nuove funzioni di Apple Intelligence che arriveranno in futuro.
Anche la linea MacBook Pro verrà rinnovata, con aggiornamenti sia per la versione da 14" che da 16".
Il più piccolo sarà disponibile con la variante standard di M4, mentre il modello da 16" sarà probabilmente il trampolino di lancio per M4 Pro e M4 Max, le versioni più performanti dei nuovi chip Apple.
Non ci saranno grandi variazioni in termini di design, ma si parla di una porta Thunderbolt in più (4 in totale, contro le 3 viste sugli M3) e il debutto della colorazione nero siderale anche sul modello base da 14".
Se tutti i rumor accennati finora venissero confermati, potremmo dire con relativa certezza che questo sarà l'anno giusto per cambiare Mac.
Questo vale sicuramente per chi ha un vecchio modello con Intel, ma potrebbe anche essere il caso per chi ha un Mac con M1.
Il salto generazionale sarà sensibile e il fatto che Apple lanci un'intera linea di Mac con chip aggiornato e 16 GB di RAM come base, potrebbe significare che queste caratteristiche rappresenteranno il nuovo standard minimo.
Infatti, anche se al momento le funzioni di Apple Intelligence sono compatibili con tutti i modelli con almeno M1 e almeno 8 GB di RAM, è probabile che nel prossimo futuro arriveranno nuove feature che richiederanno potenza di calcolo più elevata e più RAM, e allora tanto vale farsi trovare pronti.
Inoltre il design ancora più compatto del nuovo Mac mini potrebbe essere un altro fattore rilevante per chi cerca un computer per uso professionale ma non ha molto spazio e di certo non ha voglia di ingombrare la scrivania con grandi tower PC.
Gli unici che dovranno aspettare sono gli utenti MacBook Air: in questi tre giorni, infatti, Apple rinnoverà iMac, Mac mini e MacBook Pro, ma per i nuovi Air con M4 dovremo aspettare l'inizio del prossimo anno. Il lancio potrebbe essere verso marzo, in concomitanza con i nuovi iPhone SE e iPad Air.
Nell'attesa di conoscere i nuovi Mac, è bene tener presente cosa sta facendo Apple con i suoi più recenti dispositivi.
Qui sotto puoi trovare le ultime recensioni dei dispositivi della mela che sono passati per le mani di noi di SmartWorld:
- Recensione iPhone 16 Plus
- Recensione AirPods 4 ANC
- Recensione iPad Pro 2024
- Recensione MacBook Air M3 15"
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Notion vuole reinventare la posta elettronica con la sua nuova app ultra personalizzabile
Notion è un nome che si è fatto ben conoscere negli ultimi anni, a partire dalla sua piattaforma per la creazione, personalizzazione e gestione di note e appunti. Successivamente abbiamo visto arrivare altri prodotti, come l'app calendario, e ora sempre da Notion apprendiamo dell'imminente arrivo di Notion Mail.
La nuova app per le email di Notion è stata appena annunciata ma per vederla operativa dovremo attendere pochi mesi. Abbiamo però già modo di vedere come apparirà e come funzionerà.
Tutti i prodotti di Notion che abbiamo conosciuto finora non hanno deluso. La sua prima app per la creazione e gestione di note e appunti ha fatto scuola, e ha attirato parecchie attenzioni grazie all'accoppiata tra grafica gradevole e funzionalità smart. All'inizio di quest'anno l'azienda ha lanciato Notion Calendar, una soluzione che rende Notion perfetta anche per le aziende.
Ora arriva Notion Mail, la nuova app per la gestione delle email di casa Notion. Si tratta di un servizio che appare destinato sia a coloro che intendono usarla per i propri account personali e sia per coloro che cercano un client email per il proprio account aziendale.
Notion promette che la nuova app Mail sarà molto personalizzabile in termini di funzionalità e layout della propria casella di posta. Nella nuova app sarà possibile usare anche Notion AI, l'assistente AI di Notion che ci permetterà di organizzare, archiviare o creare bozze di email automaticamente in base a un prompt fornito da noi utenti.
Chiaramente Notion Mail sarà pienamente integrata anche con Notion Calendar, con la possibilità di pianificare riunioni in base al contenuto delle email che si visualizzano. Osservando come sarà l'interfaccia grafica, i più attenti riconosceranno dei punti in comune con Skiff, il client che è stato recentemente acquisito da Notion.
La nuova Notion Mail sarà perfettamente integrata con i nostri account Google e con Gmail, consentendo al servizio di estendere notevolmente il suo raggio di azione e di abbracciare una bella fetta di utenza.
L'azienda ha riferito che Notion Mail debutterà ufficialmente a inizio 2025, e che verrà rilasciata l'app anche per dispositivi Android e iOS. Al momento però è disponibile anche in versione Preview, e per accedervi è possibile iscriversi sul sito ufficiale Notion alla lista d'attesa.
Oltre alla nuova app Notion Mail, l'azienda ha anche annunciato Forms. Come avrete intuito dal nome, si tratta di un nuovo strumento molto simile a Google Forms. Si tratta quindi di un tool per la raccolta di risposte a questionari e scale di valutazioni condivise online. Qui sotto trovate un'animazione che ne mostra il funzionamento, mentre potete provarlo subito tramite il sito ufficiale.
Se siete interessati ad approfondire il tema dell'utilizzo dell'IA tramite le app sui nostri smartphone, allora potrebbero aiutarvi le guide che trovate in basso:
- Le migliori app per l'intelligenza artificiale
- Le migliori app per creare immagini con l'IA
- Come usare Gemini su Android e iPhone
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Buone e cattive notizie per Pixel 10 e 11: come saranno i processori Tensor G5 e G6
L'anno prossimo sarà un anno importante per Google e i suoi chip Tensor, in quanto cambierà il fornitore e inizierà a progettarli in proprio. Ma cosa aspettarsi?
Un leak ha appena svelato quale sarà il nodo di processo, oltre all'architettura della CPU, della GPU e del chip AI: scopriamo perché ci sono buone e cattive notizie.
L'abbiamo già confermato da mesi, ma è giusto ribadirlo. Dall'anno prossimo Google non si affiderà più a Samsung per la produzione dei chip Tensor, ma in una mossa alla Apple ha deciso di progettare internamente i nuovi chip e affidarne la produzione a TSMC.
Il motivo è presto detto: i chip prodotti da Samsung presentano prestazioni non soddisfacenti, con una gestione delle temperature non ottimale e quindi un'autonomia non all'altezza delle aspettative di Google.
L'aspettativa è che la decisione renda i chip Tensor più competitivi: scopriamo quanto, perché una serie di leak di Android Authority hanno svelato le caratteristiche più importanti.
Il chip Tensor G5 che alimenterà i prossimi Pixel 10 è il protagonista di un'anticipazione molto approfondita, che ha svelato nodo di processo, architettura della CPU, GPU e chip AI.
Nodo di processoIl nodo di processo dei prossimi Tensor G5 di Google, nome in codice laguna, sarà l'N3E di classe 3 nm di TSMC, lo stesso identico nodo di processo che Apple utilizza per l'A18 Pro dell'iPhone 16 Pro e i suoi chip M4.
La differenza sono le dimensioni del die, 121 mm2 contro i 105 mm2 dell'Apple A18 Pro. Quindi notevolmente più grande.
Stando agli osservatori, si tratta del miglior nodo di processo attualmente disponibile e sarà sicuramente un enorme aggiornamento rispetto al nodo 4LPE di classe 4 nm di Samsung utilizzato nel Tensor G4, sia in termini di efficienza che di prestazioni.
CPU: ancora Cortex X4Per quanto riguarda la CPU, sulla carta non aspettiamoci (ancora) grandi miglioramenti. Anche il Tensor G4 di Pixel 9 ha portato a un miglioramento marginale rispetto alla generazione precedente (solo il 6%), ma almeno l'architettura era stata profondamente aggiornata.
Il motivo è presto detto: Google ha cercato soprattutto di concentrarsi sull'efficienza.
Con il Tensor G5, invece, la GrandeG ha deciso di mantenere lo stesso singolo core primario Arm Cortex-X4 invece di adottare il promettente Cortex-X925 di Arm.
La novità principale riguarda il passaggio a cinque core Cortex-A725 invece dei tre core Cortex-A720 del Tensor G4, il che comporta che si passa da quattro core Cortex-A520 a due core Cortex-A520.
Nel complesso, il nuovo Tensor G5 dovrebbe avere prestazioni migliori nelle prestazioni multi-core.
GPU: le novità maggiori in vista di una desktop mode?Il nuovo Tensor G5 riserverà le novità maggiori nella GPU, che passa dalla Arm Mali alla DXT-48-1536 di Imagination Technologies (IMG).
Da quanto si sa, la nuova GPU funzionerà a 1,1 MHz, oltre a supportare finalmente il ray tracing e la virtualizzazione GPU, che consente l'uso di grafica accelerata in una macchina virtuale.
Quest'ultima novità è particolarmente eccitante, in quanto sappiamo come Google stia lavorando all'utilizzo di ChromeOS come desktop mode di Android.
Poche le novità per l'IA, ma (sulla carta) arriva il supporto al RISC-VSul fronte IA, non aspettiamoci grandi novità. Per le funzioni legate all'intelligenza artificiale, Google si affida a una TPU (Tensor processing unit), ovvero un acceleratore IA per applicazioni specifiche nel campo delle reti neurali, progettata su misura.
Il Tensor G5 è dotato di una TPU con un valore in TOPS (Trilioni di operazioni al secondo) quasi il 40% maggiore del Tensor G4 (18 / 9 TOPS invece di 13 / 6,5), ma i benchmark interni di Google suggeriscono che questo non si traduce in un aumento delle prestazioni.
La nuova TPU è infatti solo il 14% più veloce (il che è comunque un passo avanti, visto che il Tensor G4 usava la stessa TPU del Tensor G3).
La novità più interessante dovrebbe essere il supporto al RISC-V (ecco cos'è) grazie a piccoli core integrati che dovrebbero consentire l'esecuzione di operazioni che non sono implementate nell'hardware.
E il Tensor G6 dei Pixel 11? Su questo chip non si sa molto, ma Android Authority ha svelato cosa attenderci dal nodo di processo.
A quanto pare il chip, nome in codice malibu, sarà una mezza delusione, in quanto sarà prodotto sul prossimo nodo N3P di TSMC, che è ancora un nodo a 3 nm.
È interessante notare però che è lo stesso nodo che dovrebbe essere utilizzato per il chip A19 di Apple, e nonostante non sia a 2 nm porta alcuni miglioramenti sul Tensor G5.
Stando a quanto riportato, il nuovo chip dovrebbe avere un miglioramento del 5% per quanto riguarda la frequenza (Performance, Freq (@iso-lkg)), il che non significa però un miglioramento lineare delle prestazioni.
Il consumo energetico, che nel grafico sottostante è indicato come (Power, Pwr (@iso-freq)), dovrebbe essere invece ridotto del 7%, mentre l'Area, ovvero la superficie del chip, dovrebbe essere ridotta del 4%.
Nel complesso, secondo Kamila Wojciechowska questi miglioramenti dovrebbero essere piuttosto notevoli, pur senza passare al nodo di processo a 2 nm.
Cosa pensate dei miglioramenti in arrivo con i prossimi Pixel? Nell'attesa, scoprite tutto quello che c'è da sapere sugli attuali Pixel 9.
- Recensione Google Pixel 9: sempre magico, ma più economico
- Recensione Google Pixel 9 Pro XL: la quintessenza di Android
- Recensione Pixel 9 Pro Fold: Google si fa la piega
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Humane AI Pin tenta di battere le critiche con un bel taglio di prezzo, ma ormai è tutto inutile
Nel corso dell'ultimo anno abbiamo visto affacciarsi nel settore tech una nuova tipologia di indossabili, particolarmente sviluppati per la loro intelligenza artificiale. In questo contesto abbiamo visto Rabbit R1 e Humane AI Pin, due dispositivi non identici ma accomunati da un aspetto poco felice. Nelle ultime ore abbiamo appreso di un nuovo sconto per Humane AI Pin.
L'aspetto poco felice che accomuna i dispositivi che abbiamo menzionato sopra riguarda la fredda accoglienza da parte del pubblico, legata anche a una serie di problemi che hanno contribuito a disattendere le aspettative.
Dispositivi come Humane AI Pin sono particolari e sono caratterizzati dal rischio quasi fisiologico che accomuna le innovazioni tech ai loro primi debutti. Humane AI Pin è arrivato sul mercato con una serie di aspettative interessanti, e il suo primo periodo sul mercato non è stato particolarmente felice.
Da un lato abbiamo visto la fredda accoglienza da parte del grande pubblico, probabilmente correlata a un'immaturità software più o meno prevedibile. Dall'altra troviamo alcuni problemi hardware ammessi dall'azienda stessa, come quello alla custodia di ricarica di cui abbiamo parlato recentemente.
Ora l'azienda sembra essere passata al contrattacco e ha annunciato un nuovo taglio di prezzo per il suo dispositivo. Humane AI Pin è stato lanciato ufficialmente al prezzo di 699 dollari per il mercato statunitense. Con il nuovo sconto sarà possibile portarsi a casa il dispositivo a 499 dollari.
La versione in sconto è la Eclipse, quella realizzata in alluminio in colorazione nera opaca e che non include una batteria extra e la custodia di ricarica. Immaginiamo che sia stata una scelta chiara dell'azienda proprio per incentivare le vendite della variante che non prevede i problemi alla custodia di ricarica che abbiamo menzionato sopra.
La versione in sconto prevede comunque la possibilità di acquistare una batteria extra a 69 dollari. E nel pubblicizzare la nuova offerta Humane ha anche posto l'accento al miglioramento delle performance del suo dispositivo, arrivate con l'aggiornamento a CosmOS 1.2, il sistema operativo sviluppato proprio per AI Pin.
Staremo a vedere se questo cambio di prezzo potrà dare una svolta positiva al mercato di Humane AI Pin. Al momento non si hanno numeri ufficiali sulle vendite ma, stando a quanto si vocifera online, nelle prime settimane sul mercato i resi del prodotto avrebbero addirittura superato le vendite.
Se siete interessati al tema dell'intelligenza artificiale e di come usarla nel quotidiano, qui sotto trovate una serie di guide che potrebbero aiutarvi:
- Le migliori app per l'intelligenza artificiale
- Come creare immagini con l'intelligenza artificiale
- Come usare l'AI per la ricerca accademica
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Con Foundations, Magic: The Gathering riparte da zero: nuove regole per lo Standard, prezzi regolamentati e tanto altro
La prossima espansione di Magic: The Gathering si chiama Foundations, in italiano Fondamenti. Come suggerisce il nome, si tratta di un set che parte dalle fondamenta del gioco.
Significa che è adatto solo ai principianti e non agli esperti? Assolutamente no. Il suo arrivò stravolgerà le carte in tavola. Scusate il gioco di parole, ma era necessario.
Gli esperti dovranno fare i conti con il cambio del formato Standard, e i nuovi arrivi invece si troveranno di fronte un set pensato sia per cominciare a giocare, sia per costruire mazzi competitivi.
E ci sono tante altre novità in vista. Curiosi? Scopriamole insieme!
Fondamenti rappresenta un vero e proprio punto di svolta per Magic: The Gathering. Tre i motivi principali:
- fondamenti sarà valida nel formato Standard fino al 2029. Potrà insomma costituire la base di tanti mazzi per gli anni avvenire;
- introduce un prezzo consigliato al pubblico (MSRP) per tutte le future espansioni e per i prodotti che ne faranno parte;
- introduce nuove regole che andranno a influenzare la frequenza delle espansioni e i formati di gioco.
A partire dal 2027 infatti, il formato Standard (per i neofiti, qui spieghiamo il formato Standard) seguirà il calendario annuale, permettendo ai giocatori di utilizzare più a lungo le carte che amano in vari formati. Cosa implica?
Che anche le espansioni facenti parte della linea Mondi Altrove (Universe Beyond) faranno parte del formato Standard.
L'idea di fondo è che set dedicati a universi alternativi, come le espansioni de Il Signore degli Anelli o Fallout, possono attirare nuovi giocatori. E sarebbe un peccato se questi giocatori non potessero usare le loro carte preferite nel formato più diffuso.
Tutti i vecchi set Mondi Altrove non entreranno a far parte del formato Standard. Se ne riparla nel 2025, con le future espansioni quindi.
Se giocate o collezionate Magic saprete che online vige un po' il caos. Ognuno fa quello che vuole con i prezzi, e spesso non si riesce a capire quali siano quelli base o quelli gonfiati.
Per questo da Magic Fondamenti tornerà il MSRP (Manufacturer's Suggested Retail Price). Si tratta del prezzo determinato dal produttore, consigliato per la vendita al dettaglio di un prodotto.
Wizards of the Coast indicherà quindi prezzi per ogni prodotto facente parte delle varie espansioni. Ci sono già le prime indicazioni per Magic Fondamenti, ma sono in dollari, e di conseguenza bisogna aspettare le indicazioni della divisione italiana.
Fondamenti comunque è un set molto speciale, e di conseguenza avrà MSRP diversi da tutte le altre espansioni. Le Buste di Gioco classiche per esempio costeranno meno di quelle delle altre espansioni.
Se volete iniziare a giocare a Magic, Foundations è il posto giusto per voi. Ma cos'è il formato Standard, e perché è importante per il gioco?
Il formato Standard in Magic: The Gathering è uno dei più diffusi e popolari. Utilizza le espansioni di carte più recenti, garantendo un ambiente di gioco dinamico e sempre aggiornato. Ma le regole, come abbiamo già visto, sono un po' cambiate.
Le regole prevedono:
- Mazzo da 60 carte - Il mazzo principale deve contenere almeno 60 carte, con la possibilità di aggiungere un sideboard di massimo 15 carte per le modifiche tra le partite.
- Formato uno contro uno - Le partite si svolgono in modalità uno contro uno, dove il vincitore viene determinato in un singolo scontro o al meglio di tre partite.
- Durata media della partita - Una partita Standard ha una durata media di circa 20 minuti, il che rende il formato perfetto per eventi e tornei dal ritmo sostenuto.
Come si intuisce dall'ultimo punto, Standard è anche il formato perfetto per il gioco competitivo. Infatti è quello più usato nei tornei agonistici di Magic, inclusi i Campionati Arena e il Pro Tour.
E quali espansioni ne fanno parte? Con ogni nuova espansione autunnale, le quattro espansioni più vecchie escono dal formato Standard. Adesso, per esempio, fanno parte del formato espansioni quali Duskmourn, Bloomburrow, Banditi di Crocevia Tonante, Delitti al Maniero Karlov e altri fino a Dominaria Unita.
Le cose cambieranno, come abbiamo già visto, dal 2025.
Wizards of the Coast non può fare a meno di strizzare l'occhio ai collezionisti. Nonostante si tratti di un'espansione "base", comprende comunque prodotti e carte destinate anche ai collezionisti.
Carte senza bordiIn Fondamenti, alcune delle carte più iconiche e nuove sono disponibili in versione senza bordi, una caratteristica che esalta l'arte e i dettagli grafici. Le carte senza bordi includono disegni esclusivi e si trovano sia nei Play Booster (Buste di Gioco) che nei Collector Booster. Questo stile senza bordi è progettato per catturare l'essenza visiva di Magic e per offrire ai giocatori una connessione ancora più intensa con le proprie carte preferite.
Mana Foil super brillantiPer i giocatori che amano il tocco visivo extra, Fondamenti introduce le carte in Mana Foil, disponibili solo nelle versioni rare e mitiche senza bordi. Queste carte hanno un ulteriore strato di dettagli grazie ai cinque simboli di mana che sovrapposti conferiscono un effetto scintillante e unico. Le Mana Foil si possono trovare unicamente nei Collector Booster e rappresentano un elemento esclusivo per i collezionisti.
Carte Japan ShowcaseIntrodotte per la prima volta in Duskmourn, le Japan Showcase sono dieci carte caratterizzate da cornici e disegni di artisti giapponesi, progettate per richiamare l'immaginario delle storiche botteghe giapponesi. Queste carte sono disponibili solo nei Collector Booster e offrono ai giocatori un'esperienza visiva ispirata all'arte giapponese. Nei booster in lingua giapponese saranno sempre in giapponese, mentre nei pacchetti di altre lingue si troveranno in inglese per due terzi delle volte e in giapponese per il restante terzo.
Carte Special GuestsLe Special Guests di Fondamenti rievocano alcune delle cornici più iconiche di Magic: The Gathering, celebrando così la storia visiva del gioco. Queste carte riportano in vita i design di dieci showcase classici e sono disponibili sia nei Play Booster che nei Collector Booster. Questo ritorno alle radici visive di Magic rappresenta un viaggio nostalgico per i fan di lunga data, e al contempo offre ai nuovi giocatori un modo per apprezzare l'evoluzione grafica del gioco.
Wizards of the Coast ha svelato anche tutte le maggiori novità in arrivo nel 2025, vediamole insieme:
- Innistrad Remastered – 24 gennaio 2025
Ritorno al piano gotico di Innistrad, con Edgar Markov come carta principale in un'edizione che celebra i classici del piano. Sarà disponibile per eventi in anteprima dal 17 al 23 gennaio 2025. - Aetherdrift – 14 febbraio 2025
Segui Chandra Nalaar in una corsa (su vetture!) attraverso tre piani del Multiverso, sfidando l'imprevedibilità degli Omenpath. Prima espansione del 2025 giocabile in formato Standard.
- Magic: The Gathering—FINAL FANTASY – 13 giugno 2025
Personaggi iconici come Cloud e Terra, mostri leggendari come i chocobo e i behemoth dal mondo di Final Fantasy si uniscono al Multiverso di Magic in questa attesissima collaborazione. - Tarkir: Dragonstorm – 1 agosto 2025
I draghi tornano a Tarkir, portando conflitti tra i cinque clan e vecchi volti noti come Sarkhan Vol e Ugin. Un'espansione epica che celebra la potenza dei draghi in un mondo di magia e guerra. - Edge of Eternities – Fine 2025
Un'innovativa esplorazione nel "science-fantasy" porta Magic verso nuovi orizzonti, con tecnologie avanzate e battaglie cosmiche nel sistema di Sothera, al di là dei confini del Multiverso conosciuto. - Marvel – Spider-Man – Fine 2025
Un set dedicato all'iconico Spider-Man, parte della collaborazione Marvel, che debutterà con un Marvel Superdrop di Secret Lair, per poi espandersi con un set completo su Spider-Man verso la fine del 2025.
Ecco una selezione di articoli sulle Magic che potreste esservi persi:
- Magic e giochi da tavolo digitali non sono belli come quelli dal vivo
- Magic Modern Horizons 3: l'espansione più attesa dell'anno
- Magic: Cluedo Edition, come e perché nasce questa strana fusione
- Magic x Jurassic Park: battle royale fra i dinosauri
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Chi usa l'autenticazione a due fattori amerà questa novità di Android 15
Android 15 rende l'autenticazione a due fattori molto più sicura, impedendo anche ad app malevole che potremmo aver installato sul telefono di leggere i codici di sicurezza.
Un momento, ma l'autenticazione a due fattori non è la funzione più sicura? Quella da utilizzare per avere la certezza che nessun altro possa accedere alle nostre app e servizi oltre alle password? Sì e no: scopriamo perché e come è stata implementata questa novità.
Come funziona l'autenticazione a due fattoriPer chi non lo ricordasse l'autenticazione a due fattori (2FA) è un metodo di sicurezza di gestione dell'identità e degli accessi che richiede due forme di identificazione per accedere a risorse e dati.
Questo significa che quando si accede a un sito o a un'app (come per esempio Gmail), oltre al proprio nome utente e password si inserisce anche un codice numerico. Il codice può provenire, in ordine di sicurezza, da:
- SMS
- App che genera i codici, come Microsoft Authenticator o Google Authenticator
- Dispositivo fisico
Quindi anche se un malintenzionato ha indovinato o trafugato la nostra password, non potrà accedervi, perché non ha il codice di accesso per la 2FA.
Alcune app però sono in grado di leggere questo codice, e usarlo di conseguenzaIl problema è che, se non generato da un dispositivo esterno o da un'app dedicata, il codice di autenticazione verrà inviato come notifica al telefono.
Per questo motivo molte app dannose richiedono l'accesso alle notifiche: per leggere questi codici e inviarli al malintenzionato in modo che possa accedere al servizio da violare.
Come funziona questo meccanismoIl funzionamento è molto semplice: su Android c'è un'API chiamata Notification Listener che consente alle app di terze parti di accedere alle notifiche.
Se noi concediamo attivamente il permesso per accedervi, queste app potranno leggere qualsiasi notifica, che sia sensibile o meno. E quindi estrarne il contenuto.
Questo però fino ad Android 14: Mishaal Rahman ha scoperto che con Android 15 le cose sono un po' diverse, e per dimostrarlo ha usato un'app gratuita e open source chiamata Copy SMS code.
Dopo aver concesso l'accesso alle notifiche, ha dimostrato che in Android 14 questa app può leggere il contenuto della notifica e salvarlo nella sua cronologia.
Android 15 riconosce le notifiche "sensibili"E in Android 15? È molto più difficile: come si vede nelle immagini qui sotto, installando Copy SMS Code su un telefono aggiornato all'ultima versione del robottino e avendole concesso gli stessi permessi, non può leggere il codice.
Questo è possibile perché in Android 15 uno strumento chiamato Android System Intelligence (ASI) è in grado di processare tutte le notifiche prima che vadano al servizio Notification Listener.
Se le notifiche vengono catalogate come "sensibili", anche se l'utente ha concesso a un'app l'accesso alle notifiche, non potrà leggere i codici di autenticazione a due fattori. La nuova funzione è chiamata Notifiche potenziate (Enhanced notifications) e in questo caso mostrerà il messaggio "Contenuto della notifica sensibile nascosto".
Solo alcune app possono accedere a queste notificheLa regola non vale per tutte le app, ovviamente, ma solo per quelle considerate come "non attendibili". Ma quali sono quelle "affidabili" allora?
Fondamentalmente tutte quelle di sistema e pochissime di terze parti. Rahman ha scoperto che le uniche app di terze parti che possono leggere le notifiche con codici di autenticazione a due fattori su Android 15 sono le app che si connettono allo smartwatch, agli occhiali intelligenti o il launcher predefinito.
A febbraio di quest'anno, Rahman aveva anche scoperto che Google stava lavorando a un modo per bloccare eventualmente le notifiche sensibili sulla schermata di blocco, ma al momento non è ancora stata implementata.
Qualche utente però potrebbe non apprezzare la novità: un'app come Copy SMS code è molto utile per automatizzare la lettura dei codici e rendere più veloce l'accesso ai servizi.
Per questo c'è un trucco per disattivare il comportamento di Android 15, che però esponiamo a solo titolo informativo in quanto disattiva una funzione di sicurezza molto importante del telefono.
Per farlo, bisogna andare nelle Impostazioni del telefono, toccare Notifiche e qui disattivare l'interruttore di fianco a Notifiche potenziate.
In questo modo il sistema non catalogherà più le notifiche in sensibili o meno. In alternativa, si può utilizzare il seguente comando ADB, che concede l'autorizzazione RECEIVE_SENSITIVE_NOTIFICATIONS:
Come vedete, i nostri account sono sempre a rischio intrusione, ma come renderli più sicuri? Ecco alcuni approfondimenti che potrebbero interessarvi.
- Come creare passkey
- Cosa sono i password manager e cosa sono in grado di fare
- Dove trovo il password manager di Android
L'articolo Chi usa l'autenticazione a due fattori amerà questa novità di Android 15 sembra essere il primo su Smartworld.
Redmi Watch 5 Lite e Active arrivano in Italia: schermo enorme e chiamate Bluetooth a partire da 35 euro
Xiaomi ha appena lanciato in Italia due smartwatch per chi vuole spendere poco senza per questo rinunciare a eleganza e funzionalità: Redmi Watch 5 Lite e Redmi Watch 5 Active.
Sulla carta molto simili, ma in realtà anche fisicamente piuttosto diversi, i due indossabili sono caratterizzati da ampi schermi, prezzo bassissimo, chiamate Bluetooth e, nel caso del Lite, connettività GPS. Andiamo a scoprirli, perché già sulla carta entrano di prepotenza nella nostra selezione dei migliori smartwatch economici.
Caratteristiche tecniche- Schermo: 2.0" LCD 320 x 385 pixel
- Materiali:
- Cassa: plastica
- Cinturino: TPU
- Sensori: Sensore di frequenza cardiaca (con sensore di ossigeno nel sangue) | Accelerometro
- Funzioni: Chiamate Bluetooth, oltre 140 modalità sportive, ossigeno nel sangue, frequenza cardiaca, monitoraggio del sonno e della pressione, controllo della fotocamera, assistente vocale Alexa e altro ancora
- Bluetooth: 5.3
- Impermeabilità: 5 ATM
- Dimensioni: 49.1 x 40.4 x 11.4mm
- Peso: 30,6 g
- Batteria: 470 mAh
- Autonomia: 18 giorni
- Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
- Colori: Midnight Black, Matte Silver
Cominciamo dal più economico del duo, Redmi Watch 5 Active, uno smartwatch entry level dal prezzo bassissimo che però non rinuncia alle funzioni più importanti.
Redmi Watch 5 Active stabilisce una nuova tendenza nel settore, grazie all'ampio schermo LCD che rende più facile visualizzare notifiche, statistiche di fitness e altro ancora.
Inoltre lo smartwatch supporta anche le chiamate Bluetooth, efficaci anche in ambienti rumorosi grazie alla riduzione del rumore a doppio microfono e al pickup vocale direzionale fino a 80 cm.
Disponibilità e prezzoRedmi Watch 5 Active è disponibile su mi.com, Amazon e i principali negozi di elettronica al prezzo di 34,99 euro.
Caratteristiche tecniche- Schermo: 1.96" AMOLED 410 x 502 pixel, 332 PPI (modalità Always-on)
- Materiali:
- Cassa: plastica
- Cinturino: TPU
- Sensori: Sensore di frequenza cardiaca (con sensore di ossigeno nel sangue) | Accelerometro
- Salute: Analisi della frequenza cardiaca, SpO2, sonno e altro ancora
- Funzioni: Chiamate Bluetooth, GNSS, monitoraggio dello sport, oltre 150 modalità sportive, ossigeno nel sangue, frequenza cardiaca, monitoraggio del sonno e della pressione, controllo della fotocamera, Running coache, assistente vocale Alexa e altro ancora
- Bluetooth: 5.3
- Localizzazione: GPS/GLONASS/Galileo/QZSS/Beidou
- Impermeabilità: 5 ATM
- Dimensioni: 48.2 x 39.3 x 10.6 mm
- Peso: 29,2 g
- Batteria: 470 mAh
- Autonomia: 18 giorni
- Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
- Colori: Black, Light Gold
Nonostante il nome, Redmi Watch 5 Lite solleva l'asticella delle prestazioni, grazie al suo schermo AMOLED da 1,96 pollici dotato di Always-on.
Il design è leggermente più sobrio del modello Active, mentre la presenza del GPS, solitamente riservato a modelli di fascia alta, consente di tracciare con precisione i percorsi di allenamento senza bisogno del telefono.
Come il modello Active, anche il Lite è dotato di doppio microfono e pickup vocale direzionale, per chiamate Bluetooth più chiare, e l'autonomia si assesta sempre sui 18 giorni.
Disponibilità e prezzoRedmi Watch 5 Lite è disponibile su mi.com, Amazon e i principali negozi di elettronica al prezzo di 52,99 euro.
Siete appassionati di smartwatch? Allora date un'occhiata ai nostri consigli di acquisto e approfondimenti su come usarli al meglio: troverete senz'altro qualche offerta o informazione che vi potranno interessare.
L'articolo Redmi Watch 5 Lite e Active arrivano in Italia: schermo enorme e chiamate Bluetooth a partire da 35 euro sembra essere il primo su Smartworld.
Redmi Watch 5 Live e Active arrivano in Italia: schermo enorme e chiamate Bluetooth a partire da 35 euro
Xiaomi ha appena lanciato in Italia due smartwatch per chi vuole spendere poco senza per questo rinunciare a eleganza e funzionalità: Redmi Watch 5 Lite e Redmi Watch 5 Active.
Sulla carta molto simili, ma in realtà anche fisicamente piuttosto diversi, i due indossabili sono caratterizzati da ampi schermi, prezzo bassissimo, chiamate Bluetooth e, nel caso del Lite, connettività GPS. Andiamo a scoprirli, perché già sulla carta entrano di prepotenza nella nostra selezione dei migliori smartwatch economici.
Caratteristiche tecniche- Schermo: 2.0" LCD 320 x 385 pixel
- Materiali:
- Cassa: plastica
- Cinturino: TPU
- Sensori: Sensore di frequenza cardiaca (con sensore di ossigeno nel sangue) | Accelerometro
- Funzioni: Chiamate Bluetooth, oltre 140 modalità sportive, ossigeno nel sangue, frequenza cardiaca, monitoraggio del sonno e della pressione, controllo della fotocamera, assistente vocale Alexa e altro ancora
- Bluetooth: 5.3
- Impermeabilità: 5 ATM
- Dimensioni: 49.1 x 40.4 x 11.4mm
- Peso: 30,6 g
- Batteria: 470 mAh
- Autonomia: 18 giorni
- Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
- Colori: Midnight Black, Matte Silver
Cominciamo dal più economico del duo, Redmi Watch 5 Active, uno smartwatch entry level dal prezzo bassissimo che però non rinuncia alle funzioni più importanti.
Redmi Watch 5 Active stabilisce una nuova tendenza nel settore, grazie all'ampio schermo LCD che rende più facile visualizzare notifiche, statistiche di fitness e altro ancora.
Inoltre lo smartwatch supporta anche le chiamate Bluetooth, efficaci anche in ambienti rumorosi grazie alla riduzione del rumore a doppio microfono e al pickup vocale direzionale fino a 80 cm.
Disponibilità e prezzoRedmi Watch 5 Active è disponibile su mi.com, Amazon e i principali negozi di elettronica al prezzo di 34,99 euro.
Caratteristiche tecniche- Schermo: 1.96" AMOLED 410 x 502 pixel, 332 PPI (modalità Always-on)
- Materiali:
- Cassa: plastica
- Cinturino: TPU
- Sensori: Sensore di frequenza cardiaca (con sensore di ossigeno nel sangue) | Accelerometro
- Salute: Analisi della frequenza cardiaca, SpO2, sonno e altro ancora
- Funzioni: Chiamate Bluetooth, GNSS, monitoraggio dello sport, oltre 150 modalità sportive, ossigeno nel sangue, frequenza cardiaca, monitoraggio del sonno e della pressione, controllo della fotocamera, Running coache, assistente vocale Alexa e altro ancora
- Bluetooth: 5.3
- Localizzazione: GPS/GLONASS/Galileo/QZSS/Beidou
- Impermeabilità: 5 ATM
- Dimensioni: 48.2 x 39.3 x 10.6 mm
- Peso: 29,2 g
- Batteria: 470 mAh
- Autonomia: 18 giorni
- Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
- Colori: Black, Light Gold
Nonostante il nome, Redmi Watch 5 Lite solleva l'asticella delle prestazioni, grazie al suo schermo AMOLED da 1,96 pollici dotato di Always-on.
Il design è leggermente più sobrio del modello Active, mentre la presenza del GPS, solitamente riservato a modelli di fascia alta, consente di tracciare con precisione i percorsi di allenamento senza bisogno del telefono.
Come il modello Active, anche il Lite è dotato di doppio microfono e pickup vocale direzionale, per chiamate Bluetooth più chiare, e l'autonomia si assesta sempre sui 18 giorni.
Disponibilità e prezzoRedmi Watch 5 Lite è disponibile su mi.com, Amazon e i principali negozi di elettronica al prezzo di 52,99 euro.
Siete appassionati di smartwatch? Allora date un'occhiata ai nostri consigli di acquisto e approfondimenti su come usarli al meglio: troverete senz'altro qualche offerta o informazione che vi potranno interessare.
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Due belle novità di Android 16 per quick setting e non disturbare
Da poche settimane abbiamo conosciuto ufficialmente Android 15, rilasciato da Google per i suoi Pixel in versione stabile dopo un'attesa più lunga del solito (ecco come entrare nella beta di Android per provare in anteprima gli aggiornamenti). E allora è già il momento di parlare del prossimo capitolo. Sono infatti trapelati i primi dettagli su come cambieranno i Quick Settings e la modalità DND su Android 16.
I Quick Settings, ovvero le impostazioni rapide di Android che da sempre sono localizzate nella classica tendina del robottino verde, e la modalità DND, ovvero la modalità Non Disturbare (Do Not Disturb), sono due funzioni cardine di Android e questo sarà particolarmente vero per la prossima versione del robottino verde.
Qualche giorno fa Google ha rilasciato la Beta 3 di Android 15 QPR1, il programma beta dedicato a coloro che vogliono provare in anteprima le novità di Google e che poi verranno rilasciate con gli aggiornamenti trimestrali per la versione stabile di Android. Si tratta di un programma riservato ai Pixel.
Con questo aggiornamento non sono state introdotte particolari novità per gli utenti finali. Anche se sotto al cofano sono stati trovati interessanti riferimenti a cosa potremmo vedere con Android 16. Si tratta infatti di novità in fase di sviluppo, i cui riferimenti nel codice indicano che verranno implementate con il rilascio di Android 16.
I nuovi Quick Settings di Android 16 saranno più organizzatiLa prima novità riguarda il pannello delle impostazioni rapide di Android 16, e in particolare il suo editor. Da tempo conosciamo il pannello delle impostazioni rapide di Android, presente sul robottino verde nella sua tendina sin dalla sua nascita. Da qualche anno ormai è stato introdotto il suo editor, ovvero la possibilità di aggiungere, togliere, spostare i vari tile presenti nella sezione delle impostazioni rapide.
E le novità in arrivo con Android 16 porteranno maggiore organizzazione proprio all'editor dei Quick Settings. Finora, tale editor ha proposto i vari tile da aggiungere al proprio pannello delle impostazioni rapide non ordinati. Questo non è particolarmente comodo per chi ha a disposizione molti tile (ovvero i pulsanti da aggiungere al pannello). Sappiamo infatti che i tile disponibili su Android variano in base alle app installate, visto che anche le app di terze parti possono generare dei tile per poter essere usate o avviate rapidamente dalle impostazioni rapide di Android.
Con Android 16 arriveranno le categorie per l'editor delle impostazioni rapide. Come vedete dall'immagine in basso, sarà possibile visualizzare i tile a disposizione in una maniera più ordinata, visto che saranno raggruppati secondo la categoria di appartenenza. Al momento sarebbero disponibili le seguenti categorie: Accessibilità, Connettività, Display, Privacy, Fornito da app, Sconosciuto e Utilità.
La categoria Sconosciuto non è ancora nota e ci aspettiamo che verrà definita meglio con i prossimi aggiornamenti di Android. In questo modo potremo personalizzare il nostro pannello dei Quick Settings in maniera più semplice e rapida, magari senza perderci qualche tile tra la lunga lista di quelli che abbiamo a disposizione.
La modalità Non Disturbare più potente di sempreLa modalità DND la troviamo da Android da tanti anni, ed è sempre rimasta tale sostanzialmente, senza ricevere particolari aggiornamenti. Con Android 16 invece cambierà tutto. La modalità Non Disturbare si evolverà in Modes, in precedenza ne abbiamo parlato come Priority Modes ma con l'ultimo aggiornamento di Android 15 i riferimenti sono stati aggiornati indicando che ci sarà un nome più sintetico.
La nuova modalità DND sarà molto più potente e permetterà sostanzialmente di creare diverse modalità di Non Disturbare in base alle nostre esigenze. Se volete saperne di più vi suggeriamo di leggere il nostro primo approfondimento sul suo funzionamento.
Le novità che sono state appena scovato riguardano le ottimizzazioni grafiche che sta apportando Google per Modes. Come possiamo vedere dagli screenshot in basso, sarà possibile accedere a Modes direttamente dai Quick Settings. Si vedrà un pannello a singola colonna nel quale vedremo tutte le Modes che abbiamo creato, per poi scegliere quale intendiamo attivare.
Dal pannello delle impostazioni rapide poi potremo vedere quale delle Modes create è stata attivata. Insomma, dallo stato dello sviluppo apprendiamo che Modes è davvero vicina al debutto, e sicuramente ci farà molto comodo. Vedendo nel complesso questa novità di Google ci accorgiamo che finalmente avremo a disposizione uno strumento personalizzabile, proprio come hanno sempre offerto soluzioni di terze parti come Tasker.
Siete appassionati di personalizzazione su Android? Allora non dovete attendere per forza le novità all'orizzonte da parte di Google, le guide che trovate in basso potrebbero darvi qualche spunto interessante:
- Come personalizzare Android
- Come cambiare font su Android
- Le migliori tastiere per Android
- Le migliori app per sfondi gratis su Android
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Metaphor: ReFantazio non è Persona 6, e questo è un bene. Perché dovreste giocarlo al volo, anche se non tutti lo hanno apprezzato in Italia
Prima di lanciarci nei dettagli, nonostante Metaphor: ReFantazio sia segnalato come "giocabile" (bollino giallo) con un warning su dimensione dei testi e impostazioni grafiche, sappiate che su Steam Deck gira da Dio.
Anzi, non solo gira bene (e i testi sono leggibili), ma di fatto appartiene al genere perfetto da giocare su console handheld del genere. E consuma pure poca batteria!
La cosa bella di Metaphore: ReFantazio è che cerca di scindere completamente il rapporto con la serie Persona e Shin Megami Tensei.
Perché bella? Perché permette anche di avvicinare giocatori magari spaventati da quel 5 (o V) davanti ai due ultimi esponenti delle saghe appena citate.
Sì, sono capitoli stand alone, ma fa lo stesso.
Gli autori di fatto hanno creato un mondo di gioco tutto nuovo dai connotati decisamente più fantasy, con personaggi, mostri e creature, poteri e dinamiche completamente diverse.
Un mondo che i nuovi giocatori possono sentire proprio anche perché sconosciuto ai più. Sembra poca cosa, ma non lo è.
Euchronia, dove si svolge la trama di Metaphor: ReFantazio, è un regno vasto e diviso da profonde tensioni sociali e culturali.
Le diverse tribù che popolano il regno, come gli Elda, i Roussainte e i Clemar, convivono in un clima di ostilità e diffidenza reciproca.
In questo contesto, la tribù degli Elda è considerata emarginata e priva di diritti, vittima di un sistema che favorisce i potenti e opprime i più deboli.
Il protagonista della storia è un giovane appartenente proprio a questa tribù, un ragazzo senza nome (glielo darete voi) la cui personalità si sviluppa attraverso le scelte del giocatore durante i dialoghi chiave.
L'inizio del gioco lo vede dirigersi verso la capitale di Grand Trad con una missione ben precisa: salvare il principe di Euchronia, creduto morto, ma in realtà maledetto dall'ambizioso ufficiale Louis Guiabern.
Quest'ultimo, dopo aver assassinato il Re nei filmati di apertura, sta cercando in tutti i modi di acquisire potere facendo apparire debole la nobiltà che vorrebbe prendere il potere.
Nonostante il Re sia morto, il suo spirito non ha abbandonato il mondo. Egli ricompare in una forma surreale: una gigantesca roccia fluttuante, che annuncia una competizione per la conquista del trono. Chiunque, indipendentemente dalla propria estrazione sociale o appartenenza tribale, potrà diventare Re se riuscirà a raccogliere il favore del popolo entro il il 27 ottobre dell'anno corrente.
Il protagonista, spinto dal desiderio di salvare il principe (suo amico di infanzia), decide di partecipare alla competizione, un'impresa che si rivelerà estremamente difficile.
Tuttavia, lungo il cammino incontrerà diversi alleati che condividono i suoi ideali e lo sostengono nella sua missione. Tra questi spiccano Strohl, un nobile decaduto appartenente alla tribù dei Clemar, e Hulkenberg, una cavaliere caduta in disgrazia appartenente invece ai Roussainte.
C'è di più sotto. Il protagonista porta con sé uno strano libro che racconta di un'utopia, di un mondo dove non c'è magia, dove non c'è distinzione di tribù, e dove tutti vengono trattati allo stesso modo e non c'è guerra o distruzione.
Realtà futura o mera fantasia? Il sospetto che ci sia qualcosa dietro viene alimentato sin dalle prime battute.
C'è poco da fare: Metaphor: ReFantazio non sarà Persona 5, ma come già accennato il papà e lo stesso, e porta con sé in dote tanti punti in comune.
Vediamoli insieme. Non è obbligatorio conoscere Persona 5 per capirci qualcosa:
- Le scadenze temporali delle missioni principali: si ha a che fare con un calendario e con scadenze precise da rispettare. Danno quel pizzico di adrenalina in più obbligandovi a una gestione oculata delle risorse e dei giorni a disposizione
- La suddivisione delle giornate in due parti: ogni giornata del calendario si scinde solitamente in due sezioni. Sta al giocatore decidere come investirle. Implica anche in questo caso la gestione delle risorse e la decisione di cosa fare o meno in queste due macro aree temporali.
- Coltivare i rapporti sociali con i membri della squadra e con altri personaggi chiave della trama, dedicandogli tempo (prezioso) durante le giornate. Lo si fa tramite dialoghi, e permette anche di aumentare i poteri della squadra e sbloccare nuovi Archetipi (lo spieghiamo a breve cosa sono).
- I combattimenti a turni in perfetto stile JRPG, anche se con un paio di twist che vedremo a breve.
- Il sistema di debolezze in stile sasso, carta, forbice, seppur decisamente evoluto e ampliato. Non è Pokémon, ma il concetto di base è quello. Ci sono nemici che dimostrano debolezza alla magia elementale, altri alle armi perforanti, altri ancora a luce od ombra, e così via.
Siamo quindi di fronte a un clone con una diversa storia e ambientazione? Non proprio. Studio Zero ha comunque cercato di dare una svolta anche al gameplay.
Come? Spariscono le Personae, gli spiriti magici che i personaggi della celebre serie evocano a piacimento. Sparisce anche la componente di cattura in stile Pokémon (fan di Persona non mi uccidete, è più facile spiegarla così, NdR) e il fatto che solo il protagonista può evocarne di diversi.
In Metaphor: ReFantazio ci sono gli Archetipi, spiriti di antichi eroi che si manifestano quando i protagonisti prendono coscienza di loro.
C'è sempre un marcato simbolismo in questo. In Persona 5 i personaggi si strappavano via una maschera, come a voler rivelare al mondo il vero Io, in perfetto stile pirandelliano.
Qui invece i personaggi si strappano il cuore, e lo usano come fosse un microfono o un megafono per gridare al mondo il loro intento cavalleresco ed eroico.
Ma la cosa bella degli Archetipi è che non sono fissi. Ogni personaggio, inclusi protagonisti e gregari, possono cambiare Archetipo con quelli conosciuti e imparati, cambiando drasticamente le strategie di combattimento.
Ora, il protagonista è l'unico a poter distribuire a piacimento dei punti caratteristica che possono renderlo, ad esempio, più potente con le magie che con il corpo a corpo. Gli altri personaggi, come i due già citati Strohl e Hulkenberg, quando salgono di livello aumentano quasi solo le statistiche fisiche. Sono palesemente dei guerrieri adatti a ruoli specifici, come il Guerriero, il Cavaliere e il Lottatore.
C'è comunque bisogno di variare con frequenza gli archetipi per dominare su campi di battaglia diversi fra loro, aggiungendo ulteriore strategia al tutto. Ci sono poi due linee di battaglia: i maghi possono arretrare aumentando la difesa e diminuendo eventuali danni da arma classica. Si potrebbe, sempre per fare qualche esempio, tenere un personaggio Cavaliere (o la sua evoluzione) a prendere i colpi sul fronte, mentre un Tiratore e un Mago (o un Guaritore) nelle retrovie a bersagliare i nemici.
C'è inoltre anche una fase di combattimento in tempo reale. Esplorando i dungeon si possono assalire di sorpresa i mostri, sia per ottenere un vantaggio per i combattimenti più ostici, sia per abbattere i nemici più deboli in un colpo, evitandoci uno scontro a turni.
Cambia drasticamente anche il bestiario. Nei vari Persona e nei capitoli di Shin Megami Tensei ci sono da sempre dei mostri in comune, soggetti iconici che fanno parte dell'immaginario collettivo dei fan ATLUS.
In questo Metaphor: ReFantazio cerca di ripartire (quasi) da zero. Fra gli avversari più temibili ci sono gli Umani (eh sì, non ci sono fra le tribù). Sono esseri mostruosi e senza senso, che si scopre essere ispirati alle opere del pittore Hieronymus Bosch. Ma ci sono anche tanti umanoidi appartenenti alle varie tribù, dotati ovviamente di poteri magici peculiari o abilità basate su armi e simili.
Ci sono altri aspetti su cui soffermarsi. C'è per esempio una migliore gestione dei tempi. Ci sono pochissimi tempi morti e tante scorciatoie per velocizzare spostamenti e operazioni.
Con giochi come questo che durano tranquillamente più di 50 ore è un dettaglio non da poco. Vuol dire che c'è tanto da fare, tanto da giocare e tanto da godere.
I dialoghi sono meno prolissi, più rapidi e semplici. C'è chi lo vedrà come un difetto. I temi affrontati nei vari Persona non sono banali, e non lo sono nemmeno in Metaphor: ReFantazio, ma si nota comunque un po' di semplificazione.
Forse è anche dovuto alla traduzione. Metaphor arriva sul mercato già tradotto in italiano, un mezzo miracolo che non è stato celebrato abbastanza. Tra l'uscita di Persona 5 e l'arrivo della traduzione italiana passarono 3 anni, giusto per mettere le cose in prospettiva.
Abbiamo già visto qualcosa sull'ambientazione, decisamente più fantasy di quella degli altri giochi ATLUS citati precedentemente.
Funziona alla grande, ed è, purtroppo, anche più affascinante di alcuni personaggi. Bisogna purtroppo ammettere che il charme di alcuni protagonisti di Persona 5 (e anche dei due precedenti) è difficilissima da raggiungere.
Ce ne sono alcuni molto ben costruiti e affascinanti, ma non si raggiunge lo stesso livello. Però appunto, si bilancia con l'ambientazione e con la valanga di dettagli che si scopre via via.
Dai mezzi di trasporto, ai delicati equilibri fra le tribù, dai cibi agli animali selvaggi, poteri magici, storia e miti: è stato fatto un lavoro mostruoso, soprattutto considerato che si è partiti da zero.
Sì, l'ho già detto e lo ripeto: Metaphor: ReFantazio deve molto a Persona 5, ma non per questo non c'è stato un sforzo titanico per staccarsi dal suo successo e creare qualcosa di nuovo.
Anche solo questa volontà andrebbe a mio avviso premiata. Nulla vietava di riversare una valanga di soldi sul team di Persona 5, sviluppare un Persona 6 con qualche novità minore e incassare soldi facili. E invece così non è stato.
Tante delle redazioni italiane più blasonate gli hanno assegnato un bell'8.5. Sia chiaro, è un voto spaziale, anche se c'è una certa tipologia di utenza che lo considera un votuccio utile a descrivere un gioco valido ma lontano dall'essere un capolavoro.
Per quanto non sia d'accordo con questo genere di utenza, sono però dell'idea che un voto come 8.5 stia stretto a un titolo del genere. Si tratta di un'opera enorme che ci catapulta in un teatro di gioco inedito e affascinante.
Si vede lo sforzo creativo atto a migliorare e stratificare un sistema di gioco oramai ben più che rodato, e ci sono tante piccole chicche (spero di avervele elencate tutte) che per certi versi lo rendono persino migliore.
E all'estero i votoni ci sono stati, visto che si registra un metascore della versione PS5 di ben 94 punti, uno dei più alti di questo 2024. E in un anno come questo, dove Concord, Suicide Squad e in parte anche Star Wars Outlaws sono ancora ferite aperte, Metaphor: ReFantazio è una boccata di ossigeno che va premiata e va fatta conoscere.
Metaphor: ReFantazio è disponibile su PC (Steam), PS4, PS5 e Xbox a circa 69€. Qualcosa mi dice che arriverà anche su Nintendo Switch 2.
Il sample per questa recensione è stato fornito da ATLUS, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
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Google manda al cimitero un pezzo di sé stesso dai risultati di ricerca
Avete mai notato che nei risultati di ricerca di Google, sotto alcuni dei link proposti, è presente un'ulteriore barra di ricerca, che serve appunto a ricercare all'interno dello specifico sito presente nella pagina dei risultati del motore di ricerca.
Ebbene, questa ricerca-nella-ricerca è destinata a scomparire a breve, perché a quanto pare il suo uso è drasticamente calato.
It's been over ten years since we initially announced the sitelinks search box in Google Search, and over time, we've noticed that usage has dropped. With that, and to help simplify the search results, we'll be removing this visual element starting on November 21, 2024.
Sono passati più di dieci anni da quando abbiamo annunciato la casella di ricerca dei sitelink in Google Search e, col passare del tempo, abbiamo notato che il suo utilizzo è diminuito. Per questo motivo, e per semplificare i risultati della ricerca, rimuoveremo questo elemento visivo a partire dal 21 novembre 2024.
Se ancora non fosse chiaro di cosa stiamo parlando, un'immagine vale più di mille parole.
Possiamo anche ipotizzare che il drastico cambiamento dei risultati di ricerca negli ultimi anni sia (co)responsabile di questo scarso utilizzo? Tra box di acquisto, "le persone hanno chiesto anche" e informazioni aggiuntive varie, c'è sempre meno spazio per ulteriori elementi.
Tra l'altro c'è da dire che questa casella di ricerca compare sempre più di rado ormai, quindi l'annuncio di Google giunge quasi postumo.
E già che siamo in tema, vi lasciamo qualche utile consiglio su come non farsi "fregare" da Google.
- Come vedere la cronologia di Google (e come cancellarla)
- Come funziona Google Alert
- Come fare una ricerca con immagine
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Novità tech della settimana: 7 giorni di prodotti da nerd
Altri 7 giorni di novità tech sono trascorsi. Questa settimana è stata un po' diversa dal solito: al netto del Samsung Galaxy A16 5G di cui vi abbiamo parlato oggi per il resto è stata una settimana all'insegna delle prove più nerd. Per giocare, per lavorare, ma anche per pulire e per guidare (lettarlmente e non).
Per conoscere le novità delle scorse settimane potete andare a questo indirizzo. Inoltre, vi consigliamo di seguirci sul nostro canale WhatsApp, dove ogni giorno vi proponiamo alcune delle notizie più interessanti sul mondo della tecnologia e non solo. Basta un clic sul pulsante a seguire!
AAWireless Two è l'ultimo modello che permette di convertire Android Auto cablato in modalità wireless. Rispetto alla prima versione, è più compatto e dotato di un tasto fisico per semplificare l'associazione, oltre a un LED ad anello per mostrare lo stato di funzionamento. Questo dispositivo si configura facilmente collegandolo all'auto tramite il cavo USB in dotazione e seguendo i passaggi sull'app AAWireless. La novità è la possibilità di passare tra diversi smartphone connessi, utile quando più persone vogliono usare Android Auto sulla stessa vettura. Non supporta CarPlay, funzione che sarà disponibile solo nella futura versione AAWireless Two Plus. Venduto a 59€, si rivela un'ottima soluzione per chi cerca un'esperienza Android Auto Wireless affidabile e duratura.
Per saperne di più su questo prodotto, leggete la recensione completa di AAWireless Two.
Samsung Galaxy A16 5G si posiziona nella fascia economica, ma offre alcuni vantaggi come Android 14, supporto 5G e una certificazione IP54 che garantisce resistenza agli spruzzi. Il display Super AMOLED da 6,5 pollici con 90 Hz e 800 nit di luminosità è un valore aggiunto, mentre la batteria da 5.000 mAh assicura un'autonomia fino a tre giorni con uso moderato. Tuttavia, i 4 GB di RAM limitano le prestazioni, rendendo il dispositivo lento in operazioni quotidiane. L'elemento di forza resta il supporto a lungo termine, con quattro aggiornamenti Android e sei anni di patch di sicurezza.
Per maggiori dettagli, vi consigliamo la recensione completa di Samsung Galaxy A16 5G.
Logitech G Astro A50 Gen 5 riprende la qualità delle precedenti A50 X, ma con un prezzo inferiore. Offre qualità costruttiva eccellente e audio bilanciato, con una stazione di ricarica PLAYSYNC per passare tra PC, PlayStation e Xbox. La comodità è un punto forte grazie ai cuscinetti in tessuto, sebbene la mancanza di isolamento acustico non sia l'ideale per un'esperienza immersiva. Senza HDMI, ma con USB-C per audio e Dolby Atmos, è una soluzione per gamer multipiattaforma.
Per scoprire tutti i dettagli, leggete la recensione completa di Logitech G Astro A50 Gen 5.
Tineco Pure One Station 5 Plus è una scopa elettrica con stazione di svuotamento automatica e un prezzo competitivo. Con una potenza di 170 AW e un sistema di filtraggio a 6 stadi, offre buona aspirazione e praticità, anche grazie al sensore iLoop. La luce LED frontale LightSense evidenzia lo sporco. Pur senza display e con una batteria che dura fino a 70 minuti, è una soluzione versatile per chi vuole ridurre i contatti con la polvere.
Per i dettagli, ecco la recensione completa di Tineco Pure One Station 5 Plus.
Geekom GT1 Mega è un mini PC potente, pensato per offrire prestazioni elevate in dimensioni compatte. Equipaggiato con un processore Intel Core Ultra U9, 32 GB di RAM DDR5 e SSD fino a 2 TB, si presta a gestire anche applicazioni intensive come il photo editing. Dotato di una vasta gamma di porte, supporta fino a quattro monitor in risoluzione 8K e integra Wi-Fi 7 e Bluetooth 5.4 per una connettività aggiornata. Unica nota dolente è il prezzo elevato, giustificato da prestazioni e caratteristiche avanzate.
Scoprite di più sulla nostra recensione completa di Geekom GT1 Mega.
Intel Core Ultra 7 265K, basato su architettura Arrow Lake, offre buone prestazioni in produttività e un'efficienza energetica migliorata rispetto alla generazione precedente. Dotato di 20 core e 20 thread, utilizza un processo produttivo avanzato e un'NPU per funzioni AI. Tuttavia, in gaming risulta inferiore ad AMD Ryzen 7, con un salto generazionale limitato. Sebbene presenti vantaggi nei consumi, il prezzo di lancio e le performance gaming contenute lo posizionano in modo non del tutto competitivo.
Scoprite maggiori dettagli nella recensione completa di Intel Core Ultra 7 265K.
ASUS ROG Maximus Z890 Hero è una scheda madre premium per gamer enthusiast, ideale per supportare i processori Intel Core Ultra 200S. Ricca di porte, tra cui Thunderbolt 4, Wi-Fi 7, doppia Ethernet e sei slot M.2, vanta una gestione del raffreddamento eccellente e molte funzionalità per overclock e ottimizzazione tramite AI. Il BIOS avanzato e il software ASUS Armoury Crate permettono di gestire facilmente il sistema. Tuttavia, il prezzo elevato ne fa un prodotto per utenti d'élite.
Per una panoramica completa, leggete la recensione di ASUS ROG Maximus Z890 Hero.
PXN V9 Gen 2 è un volante da corsa entry-level pensato per chi si avvicina ai simulatori senza grosse pretese. Include pedaliera a 3 pedali e cambio a H, ma manca il force feedback, sostituito da una vibrazione che limita l'immersione. Con modalità di rotazione a 270° e 900°, funziona su PC, Xbox e PlayStation, anche se richiede una configurazione manuale per molti giochi. Ergonomico e facile da installare con ventose o morsetti, il prezzo di 189€ risulta comunque alto considerando le alternative.
Per saperne di più, leggete la recensione completa di PXN V9 Gen 2.
Mad Catz C.A.T. 12 è un accessorio per Nintendo Switch che migliora l'ergonomia, offrendo maggiore comfort rispetto ai Joy-Con originali. Inserendo la console al suo interno, il controller aggiunge impugnature antiscivolo e pulsanti configurabili per vibrazione e mappatura. Pur aumentando le dimensioni della console e riducendone la portatilità, permette di ricaricare Switch durante il gioco. Non è compatibile con la dock, ma si rivela un'aggiunta valida per sessioni più comode, specialmente per chi gioca spesso in modalità portatile.
Per scoprire come si comporta, leggete la recensione completa di Mad Catz C.A.T. 12.
L'articolo Novità tech della settimana: 7 giorni di prodotti da nerd sembra essere il primo su Smartworld.
Recensione Samsung Galaxy A16 5G: chi va piano, va sano e va lontano
All'interno della confezione di questo smartphone troviamo il cavo USB-C per la ricarica e lo scambio dati, ma come tradizione ormai non ci sono altri accessori all'interno.
Samsung Galaxy A16 5G è esteticamente il classico smartphone Samsung. Non lo distinguereste da un altro smartphone della stessa fascia, ma neanche dalla fascia media o della fascia alta. Questo è sicuramente un pregio, visto che avrete in mano uno smartphone che vi trasmetterà una buona sensazione di qualità costruttiva. In più rispetto al passato questo smartphone è IP54, diventando quindi resistente alla polvere e agli spruzzi. Cosa veramente non da poco per la fascia di prezzo.
Il peso è di 200 grammi, quindi non proprio leggerissimo per uno smartphone interamente realizzato in plastica. È però più sottile, visto che ora sono solo 7,9 millimetri di spessore.
La scheda tecnica di questo smartphone è ovviamente modesta facendo parte della fascia bassa. Come riporta chiaramente il nome si tratta di uno smartphone 5G e per ottenere questa possibilità utilizza un processore Exynos 1330 a 5 nanometri, rinnovato rispetto al passato. È un processore octa core da 2,4 GHz con GPU Mali G68 MP2 e 4 GB di RAM. Indubbiamente questo quantitativo di RAM è un po' limitante e fa sì che tutte le operazioni dello smartphone possano risultare un po' rallentate rispetto a dispositivi che mettono sul piatto più RAM. Questo comporta anche la chiusura più frequente delle app in background.
La memoria interna è da 128 GB e può essere espansa tramite l'utilizzo di microSD. Abbiamo poi il Wi-Fi ac, il Bluetooth 5.3 e il supporto ovviamente al chip NFC per i pagamenti contactless. La connettività è garantita anche dal supporto dual SIM. Non c'è però più purtroppo il jack audio da 3,5 millimetri e il sensore di prossimità è virtuale. Noi però non abbiamo avuto problemi di sorta durante le telefonate o l'ascolto di vocali. Un sensore fisico sarebbe però sempre da preferire.
Samsung ha dotato il suo smartphone di un kit fotografico triplo. Di queste tre fotocamere principali solo quella da 50 megapixel ƒ/1.8 è davvero interessante. La grandangolare può essere divertente in condizioni di ottima luce, ma la risoluzione di soli 5 megapixel la rende davvero poco utile per poter ricondividere le foto che cattura. Inutile infine il sensore da 2 megapixel per l'effetto bokeh.
La qualità della foto dal sensore principale però è molto buona, superiore alla media della sua categoria. Le immagini sono nitide e al netto di un tempo di scatto considerevolmente superiore anche le foto con poca luce sono comunque buone e senza particolari sbavature. Certo cala la nitidezza, ma il risultato finale è meglio di molti concorrenti.
Sufficienti le foto dalla fotocamera frontale da 13 megapixel e i video dalla fotocamera principale in Full HD.
Samsung Galaxy A16 5G cresce nelle dimensioni del suo display che arriva addirittura a 6,5 pollici. Decisamente non male. Lo schermo è un Super AMOLED con refresh rate a 90 Hz e risoluzione FullHD+, ovvero 1080 x 2340 pixel. La luminosità è buona per la fascia di prezzo grazie anche al valore di picco di 800 nit. Il display è purtroppo circondato da non pochi bordi in termini di spessore e per qualche ragione Samsung ha scelto di non dotarlo del supporto all'always on display.
Samsung Galaxy A16 5G viene lanciato sul mercato con Android 14 e soprattutto la promessa di ricevere quattro nuove versioni di Android (quindi fino ad Android 18) e ben 6 anni di patch di sicurezza. Nella fascia di prezzo è un vero record assoluto. Nessun'altra azienda offre supporto così a lungo pagando così poco. Questo va riconosciuto.
La One UI 6 di Samsung garantisce di avere un software comunque ricco di funzionalità, soprattutto se valutiamo la fascia di prezzo. Abbiamo la possibilità di forzare il multischermo su tutte le app, il menù laterale per aprire app anche in finestra al volo e il supporto al doppio account su molte app di chat e social.
Quello che però bisogna dire che è il software è genericamente lento. Cosa che era vera anche l'anno scorso, ma che ora inizia a essere meno tollerabile, soprattutto se consideriamo l'aggiornamento del processore. Non è un prodotto adatto a chi è abituato a compiere operazioni molto velocemente con lo smartphone.
Samsung Galaxy A16 5G è dotato di una batteria da ben 5.000 mAh che gli garantisce senza problemi almeno due giorni di utilizzi con un utilizzo che possiamo definire medio. Addirittura potreste superare i tre giorni con un utilizzo blando. Notevole.
In più abbiamo la ricarica a 25W che non è fulminea, ma è decisamente veloce per la fascia di prezzo.
Samsung Galaxy A16 5G viene lanciato allo stesso prezzo dello scorso anno: 239€. Si tratta di un prezzo un po' alto per quello che offre il dispositivo. Già meglio le prime offerte che si trovano su Amazon sotto ai 200€, ma per consigliarlo davvero dovrebbe ancora scendere di qualche decina di euro.
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5 promesse che la tecnologia di oggi non ha mantenuto
Viviamo ormai in un mondo di nativi digitali. Un mondo nel quale "Google" e "Alexa" sono parole comuni anche tra i bambini, visto che la tecnologia ha permeato ogni angolo della nostra vita.
Eppure, per quanto rapidamente siano cambiate le cose, alcune nuove tecnologie stentano a decollare, nonostante l'hype che può ruotare loro attorno.
Ne abbiamo raccolte 5, che sembravano quasi cosa fatta, chi più chi meno, e che invece sono ancora lì sospese nel limbo, o comunque che non hanno raggiunto la maturità prevista/sperata.
Non è ovviamente un elenco esaustivo, tanto che sono sicuro che ciascuno di voi avrà la sua top 5 personale. Dopo che avrete letto l'articolo, possiamo commentarla insieme sulla nostra pagina Facebook, se volete.
La rete 5G si sta diffondendo sempre di più, e questo è senz'altro positivo, ma quali sono stati i suoi reali benefici per gli utenti?
Qualcuno potrebbe dire "la maggiore velocità di download", che è probabilmente una delle cose più tangibili, ma siamo ancora lontani dalle promesse di superare agilmente il Gbps ovunque.
E poi cosa ce ne faremmo di avere tutta quella velocità adesso? Dove sono i tanti servizi che il 5G doveva portare con sé? La smart city, il cloud computing / cloud gaming, il controllo remoto: tutti servizi presenti solo in teoria, ma in pratica ancora non certo mainstream.
E sia chiaro che sul fronte del business valgono esattamente le stesse considerazioni, con investimenti rallentati e rivoluzione rinviata. E le previsioni sono piatte almeno fino al 2029.
Dopo anni di notch e fotocamere letteralmente forate dentro al display, sembrava che il sogno di avere degli smartphone "tutto schermo" fosse finalmente prossimo.
Le prime fotocamere sotto al display, quindi invisibili a occhio nudo, si stavano facendo largo, e da lì a poco tutti i produttori le avrebbero impiegate su larga scala.
Peccato che la realtà sia ben diversa, perché a oggi troviamo questo tipo di fotocamere giusto in qualche pieghevole e poco altro.
La ragione è molto semplice: la qualità; e probabilmente anche i costi e i compromessi da affrontare.
E sinceramente, visto che ormai è passato un lustro, iniziamo proprio a dubitare che questa tecnologia prenderà mai piede, visto anche che tutti si sono abituati a fori, isole, notch o qualsiasi altra cosa interrompa la continuità del display, e che nessun produttore ha più mostrato avanzamenti significativi in tal senso.
Prima che qualcuno si indigni perché possiede un pieghevole e ci si trova benissimo, permettetemi di chiarire: non ho nulla contro gli smartphone pieghevoli (anzi, andate pure a leggere la nostra raccolta con i migliori pieghevoli e sono sicuro troverete ottimi modelli)
Che siano a conchiglia o a libretto, i pieghevoli hanno un loro perché e sono senz'altro maturati al punto da avere un loro mercato e una loro dignità. Non sono più insomma degli "esperimenti", dei tentativi: sono una vera e propria tipologia di prodotto affermato.
Detto questo, il sogno di avere smartphone pieghevoli un po' ovunque e che questo tipo di display prendesse in qualche modo il sopravvento su quelli tradizionali è stato ampiamente ridimensionato. E anche in questo caso non vediamo come le cose potrebbero cambiare nel prossimo futuro.
Tra costi di produzione e fragilità degli schermi pieghevoli, che comunque sono ricoperti in plastica e non in vetro, sono dispositivi che non sono tanto pensati per le masse, quanto piuttosto per una nicchia; magari non proprio piccolissima, ma comunque minoritaria rispetto al resto del mercato.
E soluzioni ancora più avveniristiche non si vedono al momento nemmeno dietro l'angolo, giusto per chiarire.
La realtà virtuale è giunta probabilmente alla sua terza seconda giovinezza, e ogni volta sembrava la volta buona, e ogni volta... non è stata la volta buona!
Nemmeno Vision Pro è riuscito a sovvertire l'ordine delle cose (e se non ce l'ha fatta Apple la dice lunga) per una serie di fattori che anche in questo caso non cambieranno a breve.
Da una parte c'è il costo, ma in realtà il problema non è nemmeno tanto quello perché le soluzioni di Meta sono senz'altro più economiche ma efficaci, dall'altro c'è la carenza di impieghi concreti di questo tipo di tecnologia, che è sempre apparsa come non del tutto matura per i tempi che corrono, sia lato software che hardware.
Ci sono infatti ancora troppi vincoli che impediscono di immergersi totalmente e soprattutto liberamente nel mondo virtuale, e al contempo questo penalizza le esperienze che vengono realizzate, perché è chiaro che finché non ci sono gli utenti in massa non c'è nemmeno incentivo da parte degli sviluppatori a creare qualcosa di nuovo.
Sì, la guida autonoma ha senz'altro fatto tanti passi in avanti, ma tra quello e le auto volanti di Ritorno al Futuro ancora ce ne corre!
E prima di immaginarsi un mondo in cui le auto guideranno davvero da sole, in sicurezza, quanto dovrà passare ancora? Vogliamo fare una scommessa?
Non voglio fare il disfattista, sia chiaro. La guida autonoma è una tecnologia estremamente complessa, con un numero di variabili che dà il mal di testa solo a pensarci; e per di più ci sono in gioco la sicurezza e la vita delle persone, non proprio bruscolini.
In questo discorso potremmo poi inserire il rinnovo del parco macchine, il rincaro delle autovetture, il passaggio all'elettrico, le normative che logicamente cambiano da paese a paese, e chi più ne ha più ne metta.
È insomma uno scenario estremamente complesso, e proprio per questo è anche difficile che ci siano evoluzioni significative in tempi brevi e che poi queste siano universali.
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Tutti i telefoni con Snapdragon 8 Elite: Honor, ASUS e Realme in pole position
Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto Qualcomm sempre più consolidarsi nella posizione di leader per quanto riguarda i componenti hardware mobile, e in particolare per i processori. Gli Snapdragon ormai li troviamo sui principali top di gamma (ecco quali sono i migliori smartphone Android del momento), e ci prepariamo al debutto del nuovo Snapdragon 8 Elite sui primi telefoni.
Come intuite dal nome, il nuovo Snapdragon 8 Elite rappresenta il nuovo punto di riferimento assoluto nel settore dei processori per smartphone, almeno per quanto riguarda il mondo Android. Ora possiamo vedere quali saranno i primi smartphone che potranno sfoggiarlo.
Pochi giorni fa abbiamo assistito alla presentazione del nuovo Snapdragon 8 Elite da parte di Qualcomm. Si tratta del nuovo processore top di gamma dell'azienda statunitense, il quale comprensibilmente debutterà su diversi flagship Android che arriveranno nei prossimi mesi.
Il nuovo processore annunciato da Qualcomm è basato sulle CPU Oryon, presenta una GPU con performance particolarmente migliorate. Tra gli aspetti pratici che dovrebbero giovare della nuova potenza e ottimizzazione troviamo quello fotografico e il gaming. Il tutto con un particolare occhio di riguardo al supporto dell'intelligenza artificiale, tema ormai sempre più centrale anche nel mondo smartphone. Se volete saperne di più sul nuovo Snapdragon 8 Elite di Qualcomm allora vi suggeriamo di leggervi il nostro approfondimento.
Torniamo a parlarne perché nelle ultime ore diversi produttori hanno annunciato con entusiasmo quali saranno i primi smartphone ad arrivare sul mercato con il nuovo Snapdragon 8 Elite.
Honor Magic 7Cominciamo da Honor. L'azienda cinese ha infatti annunciato che il nuovo processore di Qualcomm arriverà con la serie Magic 7. L'integrazione del nuovo processore permetterà delle novità senza precedenti, sia per quanto riguarda i dispositivi Honor che, a quanto afferma l'azienda, per quanto riguarda l'intero settore smartphone.
Honor Magic 7 infatti potrà contare su un nuovo AI Agent che sarà in grado di funzionare totalmente in locale, sul dispositivo. Si tratterà di un assistente intelligente che potrà affinare la sua potenza e abilità apprendendo dalle abitudini di ogni utente. Il processore animerà anche le funzionalità di processamento delle immagini e il gaming della nuova serie di smartphone Honor.
Si parla infatti di potenzialità senza precedenti per l'elaborazione dei ritratti fotografici tramite l'intelligenza artificiale generativa, e di una migliore gestione della GPU nei contesti particolarmente intensi, come le sessioni di gaming.
ASUS ROG Phone 9Tra i primi smartphone che potranno contare sulla potenza rinnovata del nuovo Snapdragon 8 Elite troviamo anche il prossimo gaming-phone di casa ASUS. L'azienda ha infatti annunciato che farà parte dello Snapdragon Summit 2024, e che il suo ROG Phone 9 arriverà sul mercato con il nuovo processore di Qualcomm.
Realme GT 7 ProInfine, ci sarà anche il prossimo modello di Realme tra quelli che sfoggeranno il nuovo Snapdragon 8 Elite. Questo è il dispositivo che dovrebbe interessarci maggiormente, almeno stando a quanto riferito dall'azienda cinese con il suo comunicato.
Questo per due motivi: Realme afferma che si tratterà di un flagship killer, proprio come il suo predecessore, e che quindi dovremmo sperare in un prezzo di lancio particolarmente competitivo. Inoltre, Realme ha riferito che questo GT 7 Pro sarà il primo modello ad arrivare sul mercato europeo con il nuovo processore di Qualcomm.
Ipotizziamo quindi che i primi due modelli verranno lanciati prima per il mercato asiatico, o comunque successivamente rispetto al nuovo Realme GT 7 Pro.
Visto che l'abbiamo menzionato, qui sotto vi lasciamo una serie di guide che potrebbero interessarvi per approfondire l'utilizzo dell'intelligenza artificiale in contesti quotidiani, anche dal vostro smartphone:
- Come usare l'app di ChatGPT
- Come usare Midjourney
- Le migliori app per l'intelligenza artificiale
- Come usare Gemini su Android e iPhone
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Tempi duri per i "furbetti dell'IA": Google Foto ci dirà se un'immagine è stata modificata
A breve sarà molto più semplice sapere se stiamo guardando un'immagine modificata con l'IA generativa: Google Foto sta per ottenere una sezione informativa dedicata.
La diffusione degli strumenti per generare e modificare immagini ha cambiato per sempre la nostra percezione della realtà, e per questo anche l'Europa si è messa in moto con l'AI Act. Ma anche le aziende tecnologiche devono fare la loro parte per rendere il più trasparente possibile l'utilizzo dell'IA: vediamo come funziona la soluzione di Google.
Il funzionamento di questo strumento è tanto semplice quanto, in teoria, efficace. Quando si apre un'immagine in Google Foto, scorrendo verso l'alto si arriva a una sezione chiamata Dettagli, che mostra una serie di informazioni come i dati del dispositivo che l'ha scattata, le dimensioni e se è stata sottoposta a backup.
A partire dalla prossima settimana, verrà aggiunta una nuova voce, chiamata AI Info, che mostrerà due informazioni.
La prima, chiamata Credit (non sappiamo come verrà tradotta in italiano), mostrerà se l'immagine è stata modificata con l'intelligenza artificiale.
Come si vede in questo esempio, fornito da Google, si può vedere la scritta "Modificato con Google AI" o "Realizzato da Google AI", se l'immagine è stata modificata con Pixel Studio e Gemini.
La seconda, chiamata Digital source type, mostrerà Modificato utilizzando l'IA generativa, ovvero con strumenti come Magic Editor, Gomma Magica e Zoom Migliorato. I primi due si possono trovare su tutti i telefoni, mentre l'ultimo è esclusivo per i telefoni Google, ma tutti includono già i metadati nelle immagini per riconoscerle come modificate con l'IA.
In alternativa, è possibile trovare la scritta Composite of captured elements (ancora, non sappiamo come verrà tradotto in italiano), nel caso di modifiche che pur non usando l'IA generativa non catturano un momento reale, come Scatto Migliore e Aggiungimi.
C'è un aspetto importante da tenere presente, ovvero che lo strumento non riconosce solo le modifiche effettuate dall'IA di Google, ma tutte le immagini che seguono lo standard IPTC.
L'IPTC (International Press Telecommunications Council) è l'organismo standard globale dei media, che ha introdotto uno standard per i metadati relativi alle immagini create o modificate con l'IA (appunto Credit e Digital Source Type).
Non solo, ma Google ha già annunciato a settembre una "maggiore trasparenza intorno alle modifiche AI", tanto che si è unita alla Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA).
Goolge ha annunciato che la novità arriverà la prossima settimana per tutti gli utenti Google Foto.
C'è però un problema, anzi due. Il primo, come si può vedere dall'immagine sopra, è che i metadati possono essere facilmente modificati. Il secondo è lo strumento IA deve includere i metadati secondo lo standard IPTC.
In pratica, se uno sviluppatore non vuole includerli, non si saprà mai che un'immagine è stata modificata o creata con l'IA. In Europa si sta cercando di superare questo limite con l'AI Act, ma anche se è entrato in vigore ad agosto 2024, la sua applicazione completa richiederà ancora due anni.
Ecco perché Apple, che con iOS 18.2 introdurrà Visual Intelligence, almeno negli Stati Uniti, ha deciso per il momento di tenersi alla larga da funzioni come l'aggiunta di oggetti nelle foto. Mentre la rimozione di oggetti sarà indicata con un tag nell'app Foto e i metadati corrispondenti.
La questione insomma è tutt'altro che risolta, ma la mossa di Google è sicuramente un passo nella giusta direzione.
Il tema della generazione e modifica di immagini con l'IA vi appassiona? Ecco una serie di approfondimenti che potrebbero interessarvi.
- Come creare immagini con l'intelligenza artificiale: le migliori app
- Come creare immagini con Adobe Firefly
- Come ottenere immagini iper realistiche con NightCafè
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Sarà un Halloween all'insegna di Apple: nuovi Mac M4 per tutta la prossima settimana
Apple si sta preparando a un nuovo periodo intenso per quanto riguarda i suoi prodotti hardware, e in particolare per quanto concerne PC e notebook. I nuovi MacBook (ecco dove trovare i migliori MacBook del momento) sono all'orizzonte. Ora sappiamo che a ottobre avremo addirittura "una settimana di Mac".
Sembra infatti che Apple non terrà un evento specifico in una sola giornata per presentare i suoi nuovi prodotti, ma che lo farà lungo la prossima settimana.
Da diverse settimane ormai si parla di questi nuovi prodotti in cantiere per Apple. Queste novità arriveranno tutte con Apple M4, il nuovo chip realizzato da Apple che è stato annunciato da qualche mese ormai.
A differenza di ciò che accade di solito, per questo lancio di ottobre Apple non terrà un evento specifico in una sola giornata. Come potete vedere dal post condiviso su X, Apple ha deciso che terrà quella che ha definito una settimana di Mac.
Dal breve video non apprendiamo particolari dettagli, visto che vediamo il classico elemento animato che prima include un "4", chiaramente a indicare che le novità saranno al sapore di Apple M4, e poi si traduce nel profilo di mela più famoso al mondo.
Dunque ci sarà una settimana di annunci importanti, e il tutto partirà subito da lunedì. Vediamo quali dispositivi aspettarci durante la prossima settimana da parte di Apple:
- MacBook Pro da 14 pollici di fascia più bassa con Apple M4
- MacBook Pro da 14 e 16 pollici di fascia più alta con Apple M4
- Nuovo iMac
- Nuovo iMac mini
I rumor precedenti indicavano che sarebbe arrivato anche un nuovo modello di iPad mini, lo stesso che poi è stato lanciato ufficialmente a metà ottobre e che abbiamo approfondito in questo articolo.
Per quanto riguarda i nuovi Mac e MacBook che dovrebbero arrivare la prossima settimana, abbiamo parlato in maniera dettagliata delle specifiche tecniche attese, potete trovare tutto in questo articolo.
Per coloro che sono ansiosi di conoscere le novità dunque l'attesa è quasi finita, l'appuntamento è fissato al prossimo 28 ottobre. Noi vi terremo come sempre aggiornati sui dettagli tecnici che presenterà Apple.
Se siete appassionati dei prodotti Apple, qui sotto vi lasciamo una serie di guide e raccolte per approfondire l'argomento:
- Quali sono i migliori iPhone
- Quali sono i migliori iPad
- Come funziona Apple TV+
- Come resettare un MacBook
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OxygenOS 15 è un balsamo per OnePlus 12: tutte le novità provate in anteprima
OnePlus è ancora una volta tra le aziende più veloci in assoluto a portare il nuovo aggiornamento di Android sui propri dispositivi, anche se per adesso solo in versione beta. Da oggi possiamo scoprire la nuova versione del sistema operativo, OxygenOS 15, basata sull'altrettanto nuovo Android 15. Abbiamo provato in anteprima la versione sperimentale del nuovo OS di OnePlus e vi raccontiamo tutte le novità da non perdere.
I capisaldi dello sviluppo di OxygenOS 15 sono ottimizzazione e intelligenza artificiale. Tutte le novità inserite da OnePlus su questa versione del suo sistema operativo vanno nella direzione del miglioramento, senza stravolgimento.
A seguire trovate un elenco rapido delle funzionalità aggiunte e dei miglioramenti più interessanti.
- Parallel Processing: grazie a questa nuova tecnologia di processamento delle animazioni, l''esperienza utente è molto più "Fast & Smooth", soprattutto per l'apertura e la chiusura delle app.
- Meno spazio per il sistema: su OxygenOS 15 c'è una riduzione fino al 20% (circa 5 GB) dello spazio dati occupato dal SO rispetto a OxygenOS 14, dunque più spazio per i dati dell'utente. La riduzione è stata possibile grazie alla rimozione di funzionalità ridondanti e di altre parti di sistema opzionali, che possono comunque essere scaricate ed installate in caso di necessità.
- Interfaccia rinnovata: tanti piccoli aggiustamenti a livello grafico, con un uso maggiore di Shimmering Effects e Gaussian Blur. Tra gli altri cambiamenti, segnaliamo nuova animazione di avvio, nuove icone, più opzioni per le schede della Shelf e ulteriori stili per lo sblocco con impronta digitale.
- OneTake: si possono creare sfondi dinamici per la schermata di blocco e la homescreen, grazie al ritaglio automatico dei soggetti per le proprie foto.
- Open Canvas: funzione già vista sul pieghevole OnePlus Open, ora disponibile anche su altri modelli (come OnePlus 12). Permette una migliore gestione del multitasking, con una divisione schermo che trasforma l'app nella parte superiore in una barra dinamica.
- Share with iPhone: servizio per la condivisione diretta di file tra dispositivi OnePlus e iPhone (dove però serve un'app dedicata).
- Protezione antifurto: nuova funzione che si accorge di un eventuale furto dello smartphone e blocca in automatico il dispositivo. Per lo sblocco è necessario utilizzare un controllo biometrico (impronta o riconoscimento del volto).
Tra le novità più utili in assoluto su OxygenOS 15 ci sono quelle che sfruttano l'intelligenza artificiale. Primo, perché su questa versione del SO c'è l'integrazione nativa con Google Gemini. Secondo, perché OnePlus ha integrato alcune funzionalità esclusive, dedicate in particolare all'elaborazione delle foto.
- AI Unblur: rimuove l'effetto sfocato dalle foto, in particolare quelle con soggetti in movimento;
- AI Reflection Eraser: rimuove i riflessi dalle foto, specialmente quelli su vetri e superfici riflettenti;
- AI Detail Boost: aumenta la risoluzione delle foto, migliorando i dettagli ed evitando l'effetto pixellato;
- Intelligent Search: strumento che migliora la ricerca globale nel dispositivo, capace ora di cercare informazioni all'interno dei file salvati in locale;
- Pass Scan: strumento per fare una scansione dei biglietti e delle carte d'imbarco (sia cartecee che digitali) per salvarli direttamente su Wallet;
- AI Notes: trascrizione e formattazione automatica delle note vocali;
- AI Reply: accessibile dalla barra AI Toolbox, permette di riconoscere i messaggi ricevuti e creare risposte con AI, subito pronte da inviare.
OxygenOS 15 sarà disponibile in versione beta pubblica a partire dal 30 ottobre 2024. All'inizio, sarà possibile provare l'aggiornamento del SO solo su OnePlus 12 5G.
Come già successo in passato, serviranno alcuni mesi per testare a fondo la nuova versione di OxygenOS e risolvere eventuali problemi di ottimizzazione. Una volta conclusa la fase di beta pubblica, l'aggiornamento a OxygenOS 15 in versione finale sarà distribuito a tutti gli utenti, prima per OnePlus 12 e poi per gli altri smartphone compatibili.
Se siete appassionati del mondo OnePlus, allora ecco una selezione degli articoli da non perdere. Ci sono le nostre prove di accessori e prodotti, ma anche alcuni consigli per gli acquisti.
- Tutto quello che sappiamo sul nuovo OnePlus 13
- OnePlus Pad 2, il nuovo tablet top gamma
- Quali sono i migliori smartphone OnePlus da comprare?
- Sharge X OnePlus Pouch: il powerbank definitivo
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Ecco la nuova grafica di Google Calendario, incluso il tema scuro
Google Calendario sul web ha appena guadagnato un bel refresh, in linea con il Material Design 3, che si traduce in particolare in tre elementi rinnovati:
- Controlli più moderni e accessibili (pulsanti, sidebar, finestre di dialogo)
- Nuovi caratteri progettati ad-hoc da google per essere più leggibili
- Iconografia più precisa e leggibile
Assieme alla nuova grafica arriva anche l'opzione per impostare manualmente il tema chiaro, quello scuro, o per seguire le impostazioni di sistema. Basta premere sull'ingranaggio in alto per abilitare la scelta preferita.
Queste novità si applicano anche alla versione web di Google Task, data l'ormai stretta correlazione tra i due servizi.
Il rollout dell'aggiornamento parte oggi ma richiederà qualche settimana per essere completato, però almeno arriverà a tutti, sia ai clienti Google Workspace che agli account Google personali. Le immagini qui sotto danno un'idea di come diventerà a breve Google Calendario.
Visto che siamo in tema di Google Calendario, ecco alcune guide utili a conoscere meglio il servizio, indipendentemente dal tema in uso.
- Come creare un evento su Google Calendar
- Come condividere un evento
- Come eliminare un evento
- Come sincronizzare Google Calendar con più account
- Come condividere un calendario
L'articolo Ecco la nuova grafica di Google Calendario, incluso il tema scuro sembra essere il primo su Smartworld.
Intel Core Ultra 7 265K recensione: è ancora presto per la rivoluzione
- Architettura: Arrow Lake
- Socket: LGA 1851
- Processo produttivo CPU: TSMC N3B
- Struttura: 20 core (8 P + 12 E) / 20 thread
- Frequenze Base: 3,3 GHz
- Frequenze Turbo: fino a 5,5 GHz
- Cache L2: 36 MB
- Cache L3: 30 MB Intel Smart Cache (condivisa)
- TDP Base: 125 W
- TDP Turbo: 250 W
- Memorie supportate: DDR5-6400
- Memoria massima: 192 GB
- Grafica integrata: Intel Graphics Xe-LPG (4 Xe core)
- NPU integrata: 2 x NCE Gen 3
- TOPS totali (Int8): 33
- Linee PCIe: 24
- Supporto overclock: attivo
- Supporto chipset: Z890
Intel Core Ultra 7 265K fa parte della famiglia Arrow Lake e porta al suo interno tutte le novità della nuova generazione Intel Core Ultra 200S. Per avere una panoramica completa sulle tecnologie introdotte con questa nuova architettura, v'invitiamo a leggere il nostro approfondimento speciale a questo indirizzo.
A seguire facciamo una rapida panoramica dei cambiamenti più importanti rispetto ai precedenti Raptor Lake Refresh di 14a generazione. Non sono specifiche per questo modello, ma sono comuni a tutti i processori Intel Core Ultra 200S.
- Supporto per nuovi chipset, a cominciare da Z890;
- Nuovo socket LGA 1851;
- Nuovo processo produttivo TSMC N3B, dunque abbandono del processo proprietario;
- Nuova GPU integrata Intel Arc Xe-LPG, con 4 Xe core e 4 ray tracing unit;
- Nuova NPU integrata, per ottimizzare le funzioni AI;
- Nuova tecnologia di packaging a strati Foveros Advanced 3D;
- Supporto esclusivo per le memorie RAM DDR5.
La prima conseguenza diretta di tutte queste novità è che per usare Intel Core Ultra 7 265K (e gli altri processori della famiglia Arrow Lake) c'è bisogno di una nuova scheda madre. Le vecchie generazioni con socket LGA 1700 non sono compatibili.
A livello computazionale, la novità sta nel conteggio dei thread. Il nuovo Ultra 7 mantiene l'architettura stile big.LITTLE – con P-core ad alte prestazioni e E-core a basso consumo energetico – ma abbandona la tecnologia hyper-threading per i P-core. In questo modo, il conto dei core (20) è uguale a quello dei thread (20), anche se si tratta di core di potenza differente.
Il cambio di generazione ha portato novità anche per i core stessi, che sono più potenti rispetto a quelli usati sui Raptor Lake Refresh.
- E-core Skymont: +32% IPC
- P-core Lion Cove: +9% IPC
Notevolmente diversa è anche la gestione della cache, soprattutto a livello più basso. Per la cache L2 è stato raddoppiato il bandwidth ed è aumentata la capacità (36 MB). La cache L3 sfrutta la tecnologia Intel Smart Cache ed è condivisa tra tutti i core (sia E che P). Stranamente, la capacità è di solo 30 MB, meno del vecchio Core i7 14700K.
Le frequenze sono rimaste praticamente le stesse in termini di soglia massima (5,5 GHz), mentre sono cresciuti molto i valori della frequenza base sia per P-core (3,9 GHz) che per E-core (3,3 GHz).
Infine, la novità più importante di tutte: l'efficienza energetica è stata notevolmente migliorata. Il consumo massimo dichiarato da Intel si attesta sui 250 W, quasi identico alla precedente generazione, ma con prestazioni per watt molto più alte.
In basso trovate la tabella completa con tutte le differenze tra i modelli della serie Intel Core Ultra 200S. Abbiamo riportato solo i valori per i quali i processori differiscono, mentre tutti gli altri (non riportati) sono alla pari.
Per la prova di Intel Core Ultra 7 265K abbiamo utilizzato una build tra le più aggiornate sul mercato. Nella tabella in basso sono elencati tutti i componenti.
In particolare, segnaliamo l'uso dei prodotti del super kit di ASUS: la scheda madre ROG MAXIMUS Z890 HERO, il sistema di dissipazione a liquido ROG Ryujin III 360 ARGB Extreme e le memorie RAM DDR5 Kingston FURY.
Tutti i test sono stati condotti con queste versioni dei software e con i seguenti parametri impostati come descritto.
- Windows 11 (24H2)
- BIOS ASUS versione 0805
- RAM DDR5 a 8.400 MHz (profilo XMP1)
- Intel Innovation Platform Framework attivo
Inoltre, salvo dove diversamente indicato, abbiamo usato le impostazioni di default del BIOS, con profilo Intel Default Settings impostato su Perfomance e ASUS MultiCore Enhancement disattivo.
Abbiamo effettuato molti benchmark e test approfonditi per ottenere una panoramica completa delle prestazioni di Intel Core Ultra 7 265K. Nella galleria in basso trovate tutti i risultati ottenuti.
In termini generali, il nuovo Ultra 7 265K si comporta bene con le applicazioni di produttività avanzata e con i carichi pesanti. Rispetto alla generazione precedente (Intel Core i7 14700K) il salto di prestazioni non è enorme, ma c'è. In alcuni casi, i punteggi sono più vicini al modello di fascia superiore Intel Core i9-14900K che al i7.
I risultati migliori si registrano su Cinebench e Geekbench 6: in questi test il 265K riesce a battere anche il nuovo AMD Ryzen 9 9900X, con un divario che sta tra il +5% e +15%.
Più conservative le prestazioni su Blender e 3DMark, mentre su PCMark 10 i punteggi sono forse meno buoni di quanto sperato.
Abbiamo provato anche alcuni benchmark dedicati all'intelligenza artificiale, come quelli di Procyon e il nuovo Geekbench AI. Grazie all'uso combinato di CPU, GPU integrata e NPU, i risultati non sono troppo bassi, anche se lontani rispetto a quelli offerti dai processori per notebook e dalle GPU desktop. In questo momento lo sfruttamento delle funzionalità AI è ancora al minimo, quindi v'invitiamo a non tenere troppo conto di questo tipo di prestazioni.
Le prestazioni gaming di Intel Core Ultra 7 265K non ci hanno convinto. Nei giochi provati abbiamo ottenuto un'esperienza fluida e senza particolari problemi, ma il salto generazionale rispetto al precedente Intel Core i7 14700K è piccolo.
Per fare un paragone diretto, un AMD Ryzen 7 9700X riesce a fare meglio praticamente in tutti i test, con un margine di fps medi che è superiore anche al 30% in alcuni casi. Stesso discorso anche a livello di stabilità, con un divario simile per gli fps 1% low.
In gaming, dunque, il distacco dal fratello maggiore Intel Core Ultra 9 285K è molto elevato, così come lo è rispetto ad altri assi del settore come il Ryzen 7 7800X3D di AMD.
Le buone notizie però ci sono per il nuovo Intel Core Ultra 7 265K. In termini di efficienza energetica, l'azienda americana ha fatto un grandissimo lavoro.
Rispetto alla scorsa generazione, su questi nuovi Ultra le performance per watt sono aumentate, le temperature sono diminuite, i consumi sono un po' più contenuti. I grafici che trovate in basso lo dicono chiaramente.
Certo è che siamo ancora un po' lontani rispetto ad AMD, che su questo è ancora avanti. Il 265K deve comunque superare i 200 W per poter raggiungere il massimo delle prestazioni.
Interessante vedere anche come si comporta quando si sbloccano le frequenze e i limiti di potenza. Sempre nei grafici in basso potete vedere le due curve di temperatura e consumo, che sono molto più in alto quando è attivo il profilo OC. Le differenze sono importanti, perché si arriva oltre i 90° e oltre i 320 W, come accadeva sulla precedente generazione Intel.
Su Intel Core Ultra 7 265K c'è abbastanza spazio a livello termico per poter aumentare frequenze e limiti termici, senza rischiare di andare troppo oltre con le temperature.
Il modo più semplice per farlo è selezionare la modalità ASUS Advanced OC Profile nel BIOS e attivare la tecnologia ASUS MultiCore Enhancement. Fatto questo, è la scheda madre a fare overclock automatico del processore, regolando dinamicamente i parametri.
Ovviamente è possibile farlo anche manualmente all'interno del BIOS o sfruttando il software Intel Extreme Tuning Utility.
Il vero problema è che non ne vale troppo la pena. L'incremento di prestazioni rispetto al profilo di default è piccolissimo (+3% in media) e non c'è sempre, ma solo su alcune applicazioni specifiche. Per questo, come detto anche per le precedenti generazioni, l'overclok di questa CPU è sconsigliato.
Intel Core Ultra 7 265K è disponibile sul mercato dal 24 ottobre 2024. Il prezzo di listino a livello internazionale è pari a 394 dollari. Per l'Italia, aggiungendo le tasse e altri costi accessori, dovremmo essere intorno a 500€ come prezzo finale.
In questa fascia il concorrente diretto è AMD Ryzen 9 9900X. Come abbiamo detto, il 265K riesce a battere il 9900X in alcuni test, ma per il resto si è dimostrato leggermente inferiore, sia per la produttività che per il gaming.
Attenzione però a non sottovalutare il nuovo Intel. La nuova architettura Intel Core Ultra ha bisogno di qualche mese di maturazione e aggiornamenti per poter davvero sprigionare il suo potenziale. Se tra qualche tempo le prestazioni saranno più concrete e il prezzo si sarà abbassato, potrebbe diventare un processore più conveniente del previsto.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Intel, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
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